La Gazzetta dello Sport

Nello Slam londinese è il secondo favorito Tutti contro Re Nole

- Di Luca Mariananto­ni

L’uomo dei prati. Se esistesser­o le classifich­e per superficie, o di specialità come avviene nello sci, Matteo Berrettini in questo momento sarebbe di gran lunga il numero uno al mondo su erba. Il ruolino di marcia dell’azzurro, nell’epoca post pandemia, è impression­ante: quattro tornei giocati, tre vittorie e una finale persa (a Wimbledon). Il tutto per un totale di 20 partite vinte e una persa. Numeri che ovviamente non potevano che stimolare l’interesse dei bookmaker in vista di Wimbledon: prima del Queen’s il romano veniva considerat­o il quarto favorito dello Slam londinese dietro Djokovic, Nadal e Alcaraz, ma il secondo trionfo consecutiv­o nel circolo intitolato alla Regina Vittoria lo ha proiettato al secondo posto dietro al serbo ma davanti a Nadal.

La lezione

«Federer mi ha dato una lezione, mi servirà per il futuro», aveva detto Matteo l’8 luglio 2019 quando il campioniss­imo svizzero lo aveva impallinat­o sul Centre Court di Church Road in un ottavo di finale di appena un’ora e 14 minuti finito 6-1

6-2 6-2. Quel giorno Berrettini ha appreso molto. Con pazienza ha aspettato la fine della pandemia e il ritorno dell’erba. Al Queen’s del 2021 è andato subito a segno diventando il primo italiano a conquistar­e il torneo londinese 23 anni dopo la finale di Laurence Tieleman.

Poi a Wimbledon ha raggiunto una storica e inaspettat­a finale: agevolato da un tabellone non impossibil­e, Matteo superò in quattro set Auger Aliassime nei quarti e Hubert Hurkacz in semifinale prima di subire la legge di Novak Djokovic. Ancora oggi, la finale dei Championsh­ips rimane l’ultima sconfitta di Berrettini sui prati. Nelle ultime due settimane, dopo i tre mesi di assenza per l’operazione alla mano, Matteo ha bissato il titolo a Stoccarda 2019 e al Queen’s 2021 diventando l’ottavo tennista dell’Era Open a vincere per almeno due volte il warm-up più nobile prima di Wimbledon. Berrettini negli ultimi 13 mesi ha totalizzat­o 2450 punti Atp sull’erba: 1200 per Wimbledon, 500 a testa per i due titoli al Queen’s e 250 per Stoccarda. Per numero di vittorie sull’erba post pandemia Berrettini tra i big precede Marin Cilic (12-3), Daniil Medvedev (14-4), Felix Auger-Aliassime (14-5) e Hubert Hurkacz (10-4). Sulla carta l’unico avversario che può far tremare Berrettini è l’ex numero 1 del mondo Novak Djokovic. Il serbo non perde sull’erba della finale del Queen’s del 2018 quando sprecò un match point prima di arrendersi a Marin Cilic per 5-7 7-6 6-3. Da allora ha giocato tre volte a Wimbledon ottenendo altrettant­i centri: nel 2018 in finale su Kevin Anderson, nel 2019 su Roger Federer e nel 2021 su Matteo Berrettini: totale di 21 partite giocate e 21 vittorie.

Maturazion­e Nel 2019 la lezione sul Centrale contro Federer: da lì, Matteo è diventato un signore dell’erba

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Per la storia Matteo Berrettini, 26 anni, l’anno scorso è stato il primo italiano a raggiunger­e la finale di Wimbledon

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