VERSTAPPEN DIVINO È FUGA MONDIALE SAINZ E LECLERC ORGOGLIOSI LEONI Ferrari, hai fat To il Max
Il campione non si piega al forcing finale di Carlos, 2°: va a +46 su Perez e +49 su Charles Il monegasco 5° in rimonta, podio Hamilton
Cinquanta punti in una sola settimana. Il ritratto del campione del mondo 2022 che si sta formando sulla tela di questo campionato assomiglia sempre più a quello di Max Verstappen. Pole e vittoria: l’avversario più vicino in classifica, il compagno Sergio Perez, costretto ad arrendersi quando ancora la gara deve entrare nel vivo (il messicano si è ritirato dopo appena 9 giri per un guasto al cambio, mentre stava provando a rimontare dalla tredicesima piazza); quello più realisticamente pericoloso, Charles Leclerc, è stato costretto a una rimonta che è stata appesantita da un pit stop troppo lungo (si è inceppato il sollevatore) e dalla impossibilità di superare per ben 21 giri Esteban Ocon — su un treno di gomme più fresche montate in occasione della prima virtual safety car provocata dal guasto di Mick Schumacher — e una Alpine che per tutto il fine settimana è parsa velocissima sul dritto e si è trasformata in un ostacolo insormontabile. Una sorta di Vitaly Petrov, incubo di Fernando Alonso ad Abu Dhabi 2010 (a proposito lo spagnolo è stato protagonista di una gara coraggiosa che avrebbe meritato miglior piazzamento del 9° finale dopo penalizzazione).
Mini gara Ma se i numeri sono dalla parte dell’olandese (sono ben 49 i punti di vantaggio sul monegasco del Cavallino), la Ferrari
può lasciare il Canada con una buona dose di ottimismo. Innanzitutto per la gara condotta da Carlos Sainz, con Leclerc costretto a scattare nelle retrovie, che aveva sulle spalle la responsabilità di provare a interrompere la striscia positiva della Red Bull; e lo spagnolo ha tenuto la vettura numero 1 sotto pressione per buona parte della gara. In particolare negli ultimi 16 giri quando si è assistito a una sorta di sprint race causata dall’uscita di pista di Yuki Tsunoda (guasto o errore?) che ha costretto la direzione gara a spedire sul tracciato la Safety Car.
Che sfida In quel momento il gruppo si è compattato e Sainz, consapevole di avere a disposizione un treno di gomme leggermente più fresco (aveva montato le dure al giro 49, mentre Verstappen si era fermato sei tornate prima) ha messo nel mirino il campione del mondo: almeno in un paio di occasioni, con il drs aperto, ha dato la sensazione di poter passare. Ma è stata solo una illusione. «Per la prima volta quest’anno ero il più veloce in pista (come dimostra l’aver conquistato il giro veloce; n.d.r.) ma la differenza è troppo sottile, quei due o tre decimi non sono stati sufficienti per poter attaccare in maniera appropriata Max». L’assalto alla prima vittoria è di nuovo rimandato ma almeno in quella sequenza di tornate mozzafiato, sicuramente gradita al numerosissimo pubblico (338 mila nel weekend, un nuovo record, segno evidente della rinascita di una Formula 1 che piace sempre di più), Carlos ha dato finalmente dimostrazione di poter rimpiazzare Charles nelle rare giornate storte del monegasco. Era un segnale che la Ferrari si aspettava. «Sta guadagnando fiducia - ha sottolineato Mattia Binotto ai microfoni di Sky - conosce meglio la vettura e il passo gara era molto buono, sapevamo che avrebbe potuto lottare. Pec
cato, forse ne avevano qualcosina in più, forse ha pagato la qualifica (la sbavatura all’ultima curva; n.d.r.): per vincere servono weekend perfetti ma lui è stato bravo, ha tenuto il ritmo, ci ha provato, presto arriverà la vittoria».
Allarme L’altro segnale positivo è rappresentato proprio dal passo gara delle F1-75 se (parzialmente) a Barcellona e soprattutto a Baku in gara le Red Bull erano apparse le vetture più in forma sulla distanza, qui i rapporti di forza di sono capovolti. Solo una coincidenza legata alle caratteristiche del tracciato? O le ragioni si devono trovare nei motori freschi che sono stati montati proprio in questa occasione e che hanno fatto vedere la propria forza sia con la lotta di Sainz sia con la rimonta di Leclerc? Ma soprattutto: quanto riusciranno a durare in termini di potenza e affidabilità i motori canadesi? Schumacher, per esempio, ha dovuto arrendersi per l’ennesimo guasto alla power unit. Dalla risposta positiva a queste domande dipenderà il destino di un campionato che resta complicato da conquistare per Leclerc e la Ferrari. Ma anche i rivali non possono dormire sonni tranquilli come dimostra il ko di Perez. «È una stagione in cui bisogna essere sempre all’attacco in ogni gara ma in questo fine settimana - ha spiegato il team principal reggiano - eravamo più in difesa visto che partivamo dal fondo con Leclerc e dovevamo minimizzare lo svantaggio. Alla fine abbiamo anche guadagnato dei punti col ritiro di Perez, che dimostra che l’affidabilità è un problema per tutti, difficile da gestire. Noi dobbiamo però rimanere concentrati su noi stessi, i problemi ci sono e vanno risolti». Quelli al pit stop ad esempio che hanno ricacciato Leclerc nel traffico.
Chi si rivede Di questo ne ha approfittato il duo Mercedes, in particolare Lewis Hamilton, che su una pista dove detiene insieme a papà Schumacher il primato di successi (sette), ha ritrovato la strada del podio smarrita dopo il Bahrain. «Mi sento ringiovanito», ha scherzato dopo la gara il 7 volte iridato, facendo riferimento ai guai fisici accusati a Baku. La Mercedes non ha ancora il passo di Red Bull e Ferrari ma le prestazioni di questo fine settimana con Russell che ha chiuso quarto, confermando una costanza di risultati ammirevole, costituiscono una buona notizia soprattutto per gli organizzatori di Silverstone dove si correrà il 3 luglio e dove tutti, a a partire dalle Red Bull porteranno materiale nuovo.