Scoprire e poi lanciare Cambia il d.s. non la linea
Nuova guida
Nessuna rivoluzione. I risultati sono chiari: l’Hellas ha lavorato ad ampio raggio, con Tony D’Amico, direttore sportivo nato nello scouting, per scoprire e ingaggiare giocatori low cost da portare ad alto rendimento. I riscontri sono stati evidenti per i risultati della squadra e per le plusvalenze maturate: si pensi a Rrahmani, Amrabat, Lovato e non solo. Maurizio Setti, presidente “delegante”, dopo il commiato di D’Amico ha scelto Francesco Marroccu. A non cambiare è la centralità del diesse. E Marroccu non sconvolgerà la rete gialloblù, portando le proprie conoscenze nella selezione di talenti futuribili. La linea del Verona è netta, dunque, al di là degli interpreti. La politica del club rimane la stessa. L’Hellas, infatti cerca giovani su cui investire, da far maturare e rendere appetibili per una cessione fruttuosa per le casse del club (l’equilibrio di bilancio è un principio non derogabile). La connessione non riguarda solamente la prima squadra, ma anche il vivaio, con cui c’è un dialogo forte, e il cui responsabile, dal 2017, è Massimo Margiotta. La semina parte da lontano, anticipa la proprietà Setti: basti pensare che Kumbulla e Casale, a proposito di golden boys, sono arrivati bambini all’Hellas, quando i gialloblù erano tra la C e la B ed essere del Verona era una questione d’identità. Il legame col territorio è un aspetto di rilievo. Un esempio? Diego Coppola, pure lui fin da piccolo al Verona e ora con l’Italia all’Europeo Under 19 in corso in Slovacchia, in cui ci sono anche Filippo Terracciano e Daniele Ghilardi, arrivato dalla Fiorentina. Il Verona, “locale” e “globale”, ragiona senza limiti. Così, per la Primavera, ci sono i nomi nuovi di Jakub Rutkowski (e Wiktor Matyjewicz, difensori polacchi, del 2004, per una prospettiva che prosegue.
Matteo Fontana