Milan, mercato in alto mare L’Inter pesca già in Italia
La parola d’ordine, per il Milan che ha appena vinto uno scudetto inaspettato e a maggior ragione per chi è arrivato alle sue spalle è scontata: rinforzarsi. Come sempre, saranno il campo e il tempo a dire chi lo avrà fatto meglio, magari smentendo le previsioni generali come un’estate fa, quando tutti consideravano favorita la Juventus. In attesa di sapere che cosa succederà nel prossimo campionato, si possono però già fare un paio di riflessioni sulle diverse strategie di mercato delle due squadre milanesi che si sono contese lo scudetto. Premesso che il fatto di essere campioni d’Italia non basta per vivere di rendita, come hanno constatato Handanovic e compagni l’anno scorso, la prima riflessione riguarda il vantaggio con cui partono i nerazzurri nella prima fase del mercato.
In questi giorni, non a caso, l’Inter si è già mossa su più fronti senza interrogativi sul cambio di proprietà con gli stessi dirigenti, a cominciare da Marotta e Ausilio, che si devono preoccupare soltanto per i contatti dei nuovi acquisti e non per i propri in scadenza.
Muoversi per tempo, infatti, spesso è determinante per strappare un giocatore alla concorrenza, o semplicemente per metterlo a disposizione del proprio allenatore fin dal primo giorno di ritiro.
Al di là della tempistica, c’è poi
un’altra differenza che non può essere una semplice coincidenza nella strategia di mercato delle due società. Da una parte c’è l’Inter, che dopo avere già sostituito Perisic con l’ex atalantino Gosens nella precedente sessione invernale, ha puntato su Dybala, Mkhitaryan e Lukaku e ha appena ingaggiato Bellanova dal
Cagliari e Asllani dall’Empoli. Dall’altra c’è il Milan, che si è interessato a Botman, De Ketelaere, Noa Lang, Origi e Sanches. A prescindere dal numero dei giocatori che arriveranno nelle due squadre, e soprattutto a prescindere dal valore di tutti gli obiettivi rossonerazzurri, balza all’occhio il fatto che tutti i futuri acquisti
dell’Inter conoscono già benissimo la Serie A, visto che Lukaku non può avere dimenticato i pregi e i difetti del nostro campionato dopo un anno a Londra. Con l’aggiunta che, nel caso in cui Skriniar venisse ceduto per esigenze di bilancio, il suo sostituto potrebbe essere il difensore del Torino, Bremer, che non a caso
Marotta proprio ieri mattina, durante la trasmissione “Radio Anch’io lo Sport” su Radiouno Rai, ha definito «un giocatore di caratura mondiale su cui sono poste tutte le nostre attenzioni». Senza dimenticare l’idea di promuovere qualche ragazzo della Primavera, neo campione d’Italia.
È vero che un anno fa Giroud, al debutto in Serie A, non ha avuto alcun problema di inserimento, come sa bene lo stesso Marotta, che non ha dimenticato la sua decisiva doppietta nel derby di ritorno, ma parliamo di un giocatore che aveva 35 anni e soprattutto aveva già vinto un Mondiale con la Francia e una Champions con il Chelsea.
Diverso è il discorso che può riguardare chi arriva da un altro campionato e ha meno esperienza, nel ricordo delle difficoltà iniziali che quarant’anni fa ebbe nei suoi primi mesi alla Juventus un altro grande francese: Platini, poi tre volte Pallone d’oro.
Strategie opposte, come si vede, in attesa di sapere chi si sarà rinforzato davvero. Non importa come e con chi.