La Gazzetta dello Sport

MIRRI E LA SVOLTA «SAREMO MOLTO PIÙ DI UN CLUB SATELLITE LA A È UN PROGETTO»

Il presidente rosanero e l’arrivo dello sceicco «Avremo una dimensione internazio­nale»

- Fabrizio Vitale PALERMO

orrebbe dire, ma non può dire ancora tutto. Stretto, com’è, nella morsa degli accordi di riservatez­za. Dario Mirri, presidente del Palermo, però non si nasconde, ha interrotto i festeggiam­enti per la promozione per definire l’accordo con il City Football Group per il quale si attende solo l’ufficialit­à.

3President­e

è il primo luglio la data del City-day?

«Non posso fare alcun riferiment­o specifico, ma confermare interessi di investitor­i. Prima facciamo e poi annunciamo. Lunedì scorso sono andato a Milano perché ho delle responsabi­lità. E’ finita una stagione bellissima, ma a luglio inizia la prossima: stiamo facendo in modo che la nuova era possa iniziare il prossimo mese».

3Il contenzios­o con l’ex socio Di Piazza incide sui tempi?

«Spero di no. Di Piazza ha chiesto il sequestro di parte delle azioni del Palermo e io, in quanto proprietar­io, ho chiesto il dissequest­ro convertend­o il sequestro cautelativ­o sulle azioni attraverso l’immissione di soldi. Abbiamo la disponibil­ità a versare 2,3 milioni, come stabilito dal Tribunale di Catania. Preferisco sbloccare denaro invece di bloccare azioni».

3Che Palermo sarà?

«Ambizioso, che raccoglie il frutto del lavoro di tre anni e la condivisio­ne da parte del mercato finanziari­o internazio­nale, quindi di nuovi soggetti pronti a sostenere con ulteriori investimen­ti per un grande futuro».

3Il City Group fa pensare a un ritorno in Serie A, sul modello del Palermo di Zamparini. «Non credo sarà quello. Non siamo davanti a un presidente mecenate e nemmeno davanti a benefattor­i. Il modello terrà conto della condivisio­ne con investitor­i che credono in ricavi e costi. Chi investe nel Palermo lo fa per creare valore, il club deve costruire ancora le proprie fondamenta. E sono quelle tecniche, perché lo stadio lo abbiamo, il centro sportivo abbiamo la disponibil­ità a realizzarl­o. Dobbiamo ricordarci che siamo una matricola: ci sono squadre come il Cittadella che in B hanno più esperienza di noi. Vogliamo vincere, ma non perché ci sono nuovi investitor­i, dobbiamo toglierci l’etichetta di matricola quanto prima».

Palermo diventerà una società satellite?

«Dipende da noi, se Palermo si dimostra quello che è stata nei playoff, credo che poche squadre in Europa possano competere per partecipaz­ione. Dovremo convincere chi arriva che non siamo un satellite, ma molto di più».

3Il Palermo cambia, ma il nome di Mirri resta.

«Il mio nome non deve essere un limite, ma solo un’opportunit­à. Ci sono se servo, come in questi tre anni in cui abbiamo centrato due promozioni con la partecipaz­ione della città».

3Ha confermato Baldini che ha chiesto a gran voce la permanenza di Castagnini. Si parte nel segno della continuità? «Sì, Silvio non vuole cambiare la squadra che ha vinto. In testa Castagnini, la persona che, in termini di competenza e capacità, ha supportato di più il lavoro del tecnico. L’ambizione di Baldini è continuare a vincere».

La strada della continuità l’ha indicata lei ai nuovi investitor­i?

«Sì, certo.Tutti abbiamo apprezzato il lavoro non solo di Baldini, ma anche di Castagnini in questi tre anni. Non era facile vincere in Serie D, come non lo era in Serie C».

3Come va interpreta­to l’abbandono di Sagramola dalla carica di a.d.?

«E’ la prima persona da ringraziar­e per il lavoro svolto. Ricoprendo un ruolo diverso da quello di un allenatore o di un d.s. è normale che una nuova proprietà vorrà una gestione diretta nella parte amministra­tiva con una figura di riferiment­o».

3Sarà Giovanni Gardini?

«Potrebbe, non sono scelte che riguardano l’immediato. E’ una persona competente, perbene e con entusiasmo. Ma tutto ciò che riguarda il Palermo del futuro lo vedremo a cose fatte».

3Che succederà con Brunori?

«La Juventus ha investito molto sul suo cartellino, pagandolo 3 milioni. Un anno fa non eravamo disposti a spendere tanto, Brunori ci ha ripagato con i suoi 29 gol. Mi auguro che valuti quello che Palermo gli ha dato. Se vuole la A non gliela possiamo dare. La scelta è sua».

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La festa Dario Mirri, 53 anni, dopo la promozione in Serie B

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