La Gazzetta dello Sport

La macchina della nonna E niente tatuaggi «Ti puoi far male»

- IL PERSONAGGI­O

Un segno del destino: 50.000 dollari per un record del mondo alzeranno ancora di più l’ingegno dell’eclettico neo primatista del mondo Thomas Ceccon. Vi aggiungerà gli altri premi e sistemerà il conto in banca: da sempre il suo cruccio. Non che sia parsimonio­so, ma gli piace dare il giusto valore alle cose. Non spreca soldi facilmente, e ci tiene sempre a sottolinea­re che «non sono un viziato, spendo il necessario». Un esempio? Continua ad utilizzare la macchina della nonna per andare in piscina. Il massimo che si è concesso come regalo dopo le due medaglie olimpiche in staffetta è stato un telefonino. Non comprerebb­e mai una macchina da 50.000 euro: statene certi. La sua filosofia: «Basta avere un tetto, un letto e una cosa da mangiare».

Influencer Però è un ragazzo del 2001, che interagisc­e con quello che lui chiama il «mio popolo social»: ammette di essere seguito abbastanza (ha 32.700 follower su Instagram), e quando utilizza i suoi canali per promuovere qualcosa, ne intravede la prospettiv­a di guadagno, «perché può diventare il mio lavoro futuro, ma devo fare attenzione a ciò che posto». Come quando fa investimen­ti in criptovalu­te: «Sì, faccio cose strane, ma non parliamone». La durezza del nuoto gli ha messo la testa a posto in questo senso: «Ho tre anni in cui investire, devono essere tre anni perfetti per Parigi». E s’immagina popolare, divo dello sport italiano: «Mi piace essere conosciuto». Col fratello maggiore Efrem condivide quasi tutto, lui lo ha portato al nuoto: giocavano a tennis e nuotavano. Per fortuna che ha scelto l’acqua, ora penseranno tutti. «Ma avrei preferito anche il basket». Spirito ribelle attraverso i capelli portati lunghi dal fratello:«Rispecchia­no il mio stato d’animo, è un problema andare dal barbiere. Una volta mi squalifica­rono perché uscirono dalla cuffia, che mi cadde, e mi dovettero fermare». A volte in acqua si mette a discutere con il coach Burlina: «Mi piace fare tutto con ironia, parlare anche quando nuoto». Burlina lo considera un hardware sofisticat­o «piano piano stiamo mettendo i software e i risultati si vedono». Gli piace l’America ma non disdegnere­bbe di andarsi ad allenare con Kolesnikov, in Russia. Aveva paura di farsi un tatuaggi: «Perché portano sfiga e rischi di farti male». Il suo miglior amico in nazionale è Federico Burdisso, il bronzo olimpico dei 200 farfalla con il quale ha condiviso la gioia del podio ai Giochi in staffetta. Compagno di stanza, di gavettoni e di scherzi inenarrabi­li. Poi è arrivata Tokyo «e l’Olimpiade mi ha cambiato». Gli ha fatto capire: meno scherzi, più medaglie. Anzi: l’oro con record del mondo.

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DA INSTAGRAM Non solo acqua Ceccon in montagna

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