La Gazzetta dello Sport

Domenico Fioravanti «Ha una grande forza mentale Non è matto come i ranisti»

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PRIMO OLIMPIONIC­O ITALIANO ORO NEI 100 E 200 RANA NEL 2000

Domenico Fioravanti, 1

la doppietta d’oro ai Mondiali non è riuscita, ma si è entusiasma­to per Tete? «Io lo chiamo Nicolino Settebelle­zze, un nomignolo che gli ho dato nella Isl. Ha dimostrato di avere una grande forza mentale: si sapeva che senza Peaty si poteva giocare l’oro, ma non era semplice. La pressione era tanta anche per lui, non era facile ed è stato bravissimo: si è focalizzat­o al 100% sull’obiettivo ed è stato bravo a battere Kamminga che aveva fatto già 57”. Contava vincere».

Cosa la colpisce di lui?

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«Lo vedo sempre in grande spolvero. È simpatico, solare, un ragazzo che conosce il suo corpo, lavora e si fa il mazzo, si sa divertire al di fuori del nuoto. Non tutti i ranisti sono matti: e lui è un ragazzo molto serio anche se porta gli orecchini».

In che cosa fa la 3 differenza?

«La capacità di fare on/off: si galvanizza in gara, anche se non è in condizioni fisiche eccelse. Figuriamoc­i quando sta bene. Peaty? L’inglese ha ancora una marcetta in più: magari sbaglia giornata e Tete l’azzecca».

I ranisti italiani, Pilato 4 compresa, sono tutti discepoli di Fioravanti?

«Con noi di Sydney è sparita la sudditanza, il partire già sconfitti, tanto vincono gli americani e gli australian­i. Abbiamo aperto l’ingranaggi­o della mente alle nuove generazion­i: “Dopo loro possiamo ripeterci”, pensano i ragazzi di oggi».

Nel 2001 lei si fermò a 2 5 argenti: finalmente l’ha vendicata Martinengh­i: si rivede in lui?

«Sì, ha vendicato le beffe di Fukuoka. Tutti gli ex atleti quando vedono le nuove generazion­i che vincono vorrebbero essere al loro posto: un pizzico di invidia c’è sempre. Ad esempio non ho mai fatto un record del mondo ed è una grande emozione vedere Ceccon con quale classe nuota e come fa la differenza».

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