La Gazzetta dello Sport

RAFFAELI E UNA VITA A TUTTA RITMICA FRA RINO GAETANO E ANNA KARENINA

L’azzurra dopo la doppietta d’oro agli Europei: «Io, ginnasta da quando avevo 2 anni. Rinunce? Non le chiamo così»

- Di Valerio Piccioni INVIATO A CHIARAVALL­E (ANCONA)

Diceva Pietro Mennea che «allenarsi è tutto». E Sofia Raffaeli deve pensarla proprio così. Lo sport non è solo un mezzo, ma anche un fine. Non conta solo il traguardo, anche il viaggio per arrivarci. La ginnasta due volte d’oro e una d’argento agli Europei di ritmica a Tel Aviv ci riceve con il libro aperto. Siamo a poche ore dall’esame di maturità, indirizzo Scienze Umane: appuntamen­to oggi a Civitanova Marche. «Studio qualche possibile traccia del tema, e poi Diritto, che è la mia seconda prova». È a casa, a Chiaravall­e, provincia di Ancona. Entriamo e bastano pochi secondi per rendersi conto che il papà fa l’architetto. Alle spalle della strada, invece, c’è l’orto del nonno Nello. «Io vado matta per tutta la frutta, qualsiasi tipo di frutta. Da sempre. La verdura non la sopportavo, ora però ne mangio tanta».

Poche vacanze Sofia ha 18 anni, ha un mondo davanti ma pure uno indietro. «Pratico la ginnastica da quando avevo 2-3 anni. Ho cominciato con l’artistica, poi a 7 anni la svolta con la ritmica: è successo per un’amica di mia madre che conosceva Julieta». Julieta è Julieta Cantaluppi, che allena Sofia insieme con sua madre Kristina Ghiurova, «fondatrice» della ritmica in Bulgaria. «Ero consapevol­e che Sofia valesse questi risultati, ma una cosa è pensarlo, un’altra è vederlo», ci spiega la Cantaluppi, che allena Sofia e l’altra individual­ista Milena Baldassarr­i (sesta a Tokyo) nella palestra della ginnastica Fabriano, altre Marche, a una sessantina di chilometri di distanza. «La mattina mi alleno dalle 8 alle 13.30 - racconta ancora Sofia - poi pranzo, un altro allenament­o fino alle 18. Poi studio e quindi a cena». Vacanze? «Beh, insomma...». Dai. «Una settimana, prima anche dieci giorni». Tante rinunce. «Ma io non le chiamo così, lo faccio perché mi piace». Quest’estate, poi, sarà proprio pienissima: Sofia ci vuole mettere dentro anche gli esami per la patente. Poi World Games e Mondiali in Bulgaria. «Con tre pass olimpici già in palio nell’all around». Che è l’unica specialità della ritmica per le individual­iste come Sofia.

Perfezioni­sta E sì, perché è inevitabil­e pensare ai Giochi, a Parigi, al 2024. «Ma di sicuro dopo non smetterò. Penso di continuare fino a Los Angeles». Però aspettate, non è solo questione di Giochi. «Che cosa farò dopo aver smesso? Penso Scienze Motorie all’Università. Forse resterò ad allenare le bambine, mi piacerebbe restare nell’ambiente. Ma dipende, dipende da come si svilupperà il rapporto con il mio sport». Non è questione di medaglie, quanto di stato d’animo. C’è chi arriva a un certo punto a odiare tutta questa montagna di ore di allenament­o, a non poterne più. Sofia ha solo 18 anni, ma ha la sensazione che questo non succederà. Non c’è a un certo punto il momento della ribellione contro la perfezione, un po’ quello che è successo a Simone Biles? «Io sono molto perfezioni­sta. So quando sbaglio, mi arrabbio, ma ora so anche che devo tenermelo dentro, non lo devi far vedere alla giuria, al pubblico, mai far trapelare niente. Prima mi mettevo a piangere, non reggevo, poi ho capito che non mi dovevo buttare giù. Prendete le gare degli Europei: dopo l’errore al cerchio nell’All Around, ho saputo reagire, e poi sbagliano pure le altre, deve entrarti in testa tutto questo». Ecco, la testa. Qui Sofia è perplessa di fronte a una domanda: 50 per cento testa e 50 per cento talento? «Puoi avere tutto il talento che vuoi, ma se non hai la testa non vai da nessuna parte».

Formica atomica Il cerchio, il nastro, la palla, le clavette. I suoi compagni di viaggio sono lì, nel salotto. «Capita che finita una cena - racconta il papà - lei prenda e improvvisi un esercizio lasciandoc­i di stucco». La specialità preferita? «Le clavette». E quella più difficile? «Forse il nastro». A noi somiglia a un serpente da addomestic­are. «Però poi ti abitui». Da piccola era molto piccola, forse è per quello che le hanno cucito addosso quel soprannome che è ormai un marchio di fabbrica, «la formica atomica». Ma chi è che ha avuto l’idea? «Fabrizia D’Ottavio, un’altra azzurra, quattro anni fa. Mi vedeva piccola ma velocissim­a». La «formica atomica» gareggia per le Fiamme Oro. «Devo ringraziar­e il gruppo sportivo e la Polizia perché mi è sempre stata vicino». Curiosità: la sera a che ora si spegne la luce? «Intorno alle 10.30».

A mano a mano E i social? «Cerco di rispondere a tutte le giovanissi­me che mi scrivono. Però non so, la mia media è di un post l’anno su Instagram». Meglio il dottor Zivago di Pasternak? «Me l’ha dato mia madre, ma ancora non ho cominciato. Prima leggevo molto di più. I miei romanzi? Jane Eyre di Charlotte Bronte, Anna Karenina di Tolstoi». Il fratello, che tira di fioretto a buon livello nella vicina Jesi, suggerisce Calvino. «Sì, ma la verità è che mia madre ci ha insegnato subito. A sei anni, l’estate, ci leggeva i Promessi Sposi». Deve alla mamma anche la sua canzone preferita. «A me piacciono le canzoni d’amore, la mia preferita è A mano a mano di Rino Gaetano». Sofia è tante cose insieme. Nella sua stanza fa collezione di pelouche e di medaglie, a volte sembra più piccola della sua età, altre maneggia con grande maturità argomenti non facili. «L’assenza di russe e bielorusse? Da una parte è qualcosa che ha permesso a tante ragazze di scoprirsi in una dimensione diversa, dall’altra però è brutto che non ci siano».

L’idolo Chissà se ci saranno a Parigi. Intanto Sofia vuole andarci lei. Ma nel suo c’è una donna idolo che l’ha accompagna­ta negli ultimi anni? «Sì, l’israeliana Linoy Ashram, che ha vinto l’oro a Tokyo: mi piace il suo carattere». E se non ci fosse la ginnastica, che cosa sarebbe nello sport? «Lo sapete che fuori dalla ritmica proprio non mi ci vedo?».

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1 Sofia Raffaeli in versione snodata 2-3 La ginnasta marchigian­a nella sua cameretta davanti alla sterminata raccolta di medaglie e con la collezione degli amati pelouche
Casa dolce casa 1 Sofia Raffaeli in versione snodata 2-3 La ginnasta marchigian­a nella sua cameretta davanti alla sterminata raccolta di medaglie e con la collezione degli amati pelouche
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Baby boom Sofia Raffaeli durante l’esercizio alla palla agli Europei dove ha vinto 3 medaglie

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