IN RITIRO COI LIBRI, IERI TEMA SU SACKS «PER UNA PARTITA SONO PIÙ CALMO...»
L’attaccante azzurro ha sostenuto la prima prova d’italiano al liceo scientifico sportivo di Busto Arsizio
ipologia B. Testo argomentativo di carattere artistico-letterario. Il candidato Degnand Wilfried Gnonto, nato a Verbania il 5 novembre 2003, di professione calciatore, ha scelto questa traccia sulle sette disponibili per la prima prova dell’esame di maturità, il tema d’italiano. Riflessioni sul potere terapeutico della musica partendo da un brano tratto dal libro Musicofilia di Oliver Sacks, il medico, chimico, scrittore e psicologo britannico scomparso nel 2015. Un testo tosto su un tipo tosto. Come tosto è il diciottenne attaccante dello Zurigo e della Nazionale. «Sono riposato e spero vada bene, anche se temo matematica», ha detto ieri mattina Gnonto – T-Shirt, bermuda e astuccio in mano – all’ingresso del liceo scientifico sportivo “Marco Pantani” di Busto Arsizio. Lo stesso istituto in cui, nel 2018, si “maturarono” Nicolò Martinenghi - oro e argento sui 100 e 50 rana ai Mondiali di nuoto di Budapest - e Matteo Gabbia, difensore del Milan campione d’Italia. «Per una partita forse sono più calmo, perché è ciò che mi piace di più e mi riesce meglio», ha ammesso Willy, il primo classe 2003 a vestire la maglia azzurra, sabato 4 giugno contro la Germania in Nations a Bologna. Assist per Pellegrini dopo una manciata di minuti. E dieci giorni dopo, unico sorriso nel 5-2 di Mönchengladbach, rete che lo ha fatto diventare il più giovane marcatore della storia della Nazionale. «Il gol non mi serve a niente dopo una sconfitta del genere», aveva detto a caldo ai microfoni della Rai. Frase che è già una prova di maturità.
Scelta difficile Quando l’umiltà si sposa con la determinazione si ottengono grandi risultati. Gol e assist in tre partite con la Nazionale a 18 anni, 7 mesi e 9 giorni sono da stropicciarsi gli occhi. E senza mai avere esordito in Serie A. Infatti Gnonto nell’aprile 2020 ha lasciato il vivaio dell’Inter per firmare il primo contratto da professionista con lo Zurigo. Altra decisione difficile che Willy aveva motivato così: «Me ne sono andato perché dovevo fare una scelta importante della mia carriera: dovevo giocare per crescere e migliorarmi. Se fossi rimasto non avrei mai ottenuto la maglia della Nazionale». Detto, fatto. Quest’anno otto reti e tre assist fondamentali per lo scudetto che lo Zurigo attendeva da tredici anni. E per attirare su di sé l’attenzione del c.t. Mancini, che poi non ci ha messo molto a intuirne serietà e spirito di sacrificio e buttarlo nella mischia come quarantesimo esordiente della sua gestione.
Piedi per terra «È un ragazzo genuino – ha raccontato alla Gazzetta l’agente Claudio Vigorelli, che fra gli altri cura gli interessi di Zaniolo –. Viene da una famiglia di origini ivoriane cha ha fatto tanti sacrifici per farlo emergere. Con il successo improvviso non si è montato la testa, tiene i piedi ben piantati per terra. Sa che questo è solo al primo step e il suo futuro è ancora tutto da scrivere. Questa finestra di mercato gli ha già aperto diverse opportunità, soprattutto all’estero».
Libri sull’erba Non comune a quell’età è una così forte etica del lavoro. «Ho studiato molto per preparare la maturità - ha rivelato ieri Gnonto prima di entrare in aula per gli esami che sta sostenendo da privatista -. Mi sono ritagliato momenti di studio durante i ritiri, anche se è stato difficile. Terminare questo percorso è basilare. Per i miei genitori è sempre stato importante farmi andare avanti con la scuola e io vorrei dare loro un motivo di orgoglio per tutto quello che hanno fatto per me».