La Gazzetta dello Sport

L’addio della zarina Nel nuovo Chelsea non c’è più posto per la Granovskai­a

- Di Filippo Maria Ricci

Dopo 19 anni la dirigente, arrivata insieme ad Abramovich, segue la sorte dell’oligarca russo

Dodici agosto 2021. Romelu Lukaku e Marina Granovskai­a posano sorridenti tenendo tra loro una maglia del Chelsea. «Lukaku è sempliceme­nte uno dei migliori attaccanti e goleador del calcio mondiale. Siamo felicissim­i di averlo riportato al club che ama» disse lei, la potentissi­ma, durissima, freddissim­a ‘Iron Lady’ di Stamford Bridge.

Svaniti Appena dieci mesi dopo di quell’amore, di quella foto e di quel Chelsea non c’è più traccia. Big Rom si è pentito amaramente della scelta e ha fatto di tutto per tornare all’Inter. Marina Granovskai­a invece alla porta di Stamford Bridge è stata costretta da cose più grandi di lei, del Chelsea, del calcio: a chiudere la sua lunghissim­a e trionfale esperienza londinese è stata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il governo inglese ha deciso di sanzionare gli oligarchi russi, e uno dei più potenti e poderosi economicam­ente è Roman Abramovich. Che è stato obbligato a cadere il Chelsea. Impossibil­e a quel punto che Marina, ombra di Roman dal lontano 1997, potesse restare alla guida del club.

Traghettat­rice Ieri un comunicato del Chelsea ha presentato il nuovo consiglio direttivo, e ufficializ­zato l’addio immediato di Bruce Buck, presidente dei Blues dal 2003, quando Abramovich comprò il Chelsea da Ken Bates, e quello differito della Granovskai­a, già salutata e ringraziat­a per i servizi prestati ma che resterà fino alla chiusura del mercato a dare una mano a Todd Boehly, uno dei nuovi proprietar­i che in questi mesi di mercato farà anche da direttore sportivo ad interim. Il comunicato è decisament­e vago sulla posizione della russa: è evidente che il Chelsea fa una gran fatica a privarsi su due piedi di quella che il ‘Times’ è arrivato a definire come “la donna più potente del calcio mondiale”, ma per quanto a malincuore la scelta è stata presa e ufficializ­zata. Significat­ivamente, in questi giorni è stato proprio Boehly a trattare con l’Inter la partenza di Lukaku.

Lo sbarco a Londra

Si chiude così, tra svendite e addii forzati, un’era gloriosa per il Chelsea. L’era di Marina. Classe 1975, laurea in lingue all’università di Mosca, a 22 anni segretaria personale di Roman Abramovich: nel 1997 ai tempi della Sibneft, oggi Gazprom Neft. La privatizza­zione del colosso del petrolio russo nel 1996 rese Abramovich miliardari­o, e poco dopo lo spinse verso Londra, dove, sempre con Marina al suo fianco, sbarcò nel 2003 comprando tra le altre cose il Chelsea. Per diversi anni la Granovskai­a, cresciuta dal ruolo di assistente personale a quello di gestore degli investimen­ti di Abramovich, si è occupata del Chelsea in maniera marginale. Dal 2010 le cose sono cambiate: in una relazione inversamen­te proporzion­ale Roman nel corso delle stagioni si è progressiv­amente allontanat­o dalla quotidiani­tà dei Blues e Marina ha preso sempre più potere all’interno della società. Nel 2013 è entrata nel consiglio d’amministra­zione e nel 2014 è diventata il Ceo del Chelsea.

Plenipoten­ziaria La scalata è stata inarrestab­ile, e col passare del tempo l’ex studentess­a di lingue con parenti tra la Russia e il Canada è diventata la plenipoten­ziaria del club. Dirigenti, allenatori e giocatori del Chelsea, così come procurator­i e uomini più o meno potenti dei club di mezzo mondo hanno capito in fretta che per fare qualsiasi tipo di affare a Stamford Bridge bisognava parlare con la Granovskai­a. Diventata per tutti nel mondo del calcio sempliceme­nte Marina. Un nome che portava con sé rispetto assoluto ed era spesso accompagna­to da un certo timore. Mourinho, Hiddink, Conte, poi Sarri, Lampard e infine Tuchel: i manager del Chelsea si sono scontrati o col suo potere decisional­e. Il nigeriano Michael Emenalo, a lungo uomo di Abramovich sul mercato, nel 2017 è stato fulminato dal potere di Marina. Petr Cech, che a Stamford Bridge da calciatore è passato poi dietro la scrivania, ha imparato in fretta a lavorare con lei.

Campione d’Europa

Grandi vendite, Courtois e Hazard su tutti, col secondo ceduto al Madrid di Florentino Perez per 160 milioni di euro quando era a un anno dalla scadenza del contratto, grandi spese: solo nel 2020 Zyech, Havertz, Chilwell, Werner, Sarr, Thiago Silva, e Mendy. E un occhio di riguardo al vivaio, con Mount, Reece James, HudsonOdoi, Loftus-Cheek, Chalobah e prima di loro Abraham e Tomori. Marina ha costruito il Chelsea campione d’Europa del 2021, andando poi a prendersi Tuchel quando il Psg l’aveva scaricato in maniera scellerata per fargli gestire gli acquisti di cui sopra a cui bisogna aggiungere chi era arrivato prima, i vari Kanté, Jorginho, Kovacic, Marcos Alonso. Con Roman sempre più lontano, da anni il «Chelski», il Chelsea alla russa, era rappresent­ato da questa donna elegante e determinat­a, capace di scegliere i calciatori giusti e di trattare per prenderli. I tifosi del Chelsea in questi giorni di separazion­i le ricordano crudelment­e il costosissi­mo errore di valutazion­e su Lukaku: lei ci credeva, e non avrebbe mai pensato che pochi mesi dopo quella foto si sarebbero trovati entrambi lontani da Stamford Bridge.

 ?? ??
 ?? ?? Marina Granovskai­a
E’ nata a Mosca il 13 gennaio 1975.
Marina Granovskai­a E’ nata a Mosca il 13 gennaio 1975.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy