L’addio della zarina Nel nuovo Chelsea non c’è più posto per la Granovskaia
Dopo 19 anni la dirigente, arrivata insieme ad Abramovich, segue la sorte dell’oligarca russo
Dodici agosto 2021. Romelu Lukaku e Marina Granovskaia posano sorridenti tenendo tra loro una maglia del Chelsea. «Lukaku è semplicemente uno dei migliori attaccanti e goleador del calcio mondiale. Siamo felicissimi di averlo riportato al club che ama» disse lei, la potentissima, durissima, freddissima ‘Iron Lady’ di Stamford Bridge.
Svaniti Appena dieci mesi dopo di quell’amore, di quella foto e di quel Chelsea non c’è più traccia. Big Rom si è pentito amaramente della scelta e ha fatto di tutto per tornare all’Inter. Marina Granovskaia invece alla porta di Stamford Bridge è stata costretta da cose più grandi di lei, del Chelsea, del calcio: a chiudere la sua lunghissima e trionfale esperienza londinese è stata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il governo inglese ha deciso di sanzionare gli oligarchi russi, e uno dei più potenti e poderosi economicamente è Roman Abramovich. Che è stato obbligato a cadere il Chelsea. Impossibile a quel punto che Marina, ombra di Roman dal lontano 1997, potesse restare alla guida del club.
Traghettatrice Ieri un comunicato del Chelsea ha presentato il nuovo consiglio direttivo, e ufficializzato l’addio immediato di Bruce Buck, presidente dei Blues dal 2003, quando Abramovich comprò il Chelsea da Ken Bates, e quello differito della Granovskaia, già salutata e ringraziata per i servizi prestati ma che resterà fino alla chiusura del mercato a dare una mano a Todd Boehly, uno dei nuovi proprietari che in questi mesi di mercato farà anche da direttore sportivo ad interim. Il comunicato è decisamente vago sulla posizione della russa: è evidente che il Chelsea fa una gran fatica a privarsi su due piedi di quella che il ‘Times’ è arrivato a definire come “la donna più potente del calcio mondiale”, ma per quanto a malincuore la scelta è stata presa e ufficializzata. Significativamente, in questi giorni è stato proprio Boehly a trattare con l’Inter la partenza di Lukaku.
Lo sbarco a Londra
Si chiude così, tra svendite e addii forzati, un’era gloriosa per il Chelsea. L’era di Marina. Classe 1975, laurea in lingue all’università di Mosca, a 22 anni segretaria personale di Roman Abramovich: nel 1997 ai tempi della Sibneft, oggi Gazprom Neft. La privatizzazione del colosso del petrolio russo nel 1996 rese Abramovich miliardario, e poco dopo lo spinse verso Londra, dove, sempre con Marina al suo fianco, sbarcò nel 2003 comprando tra le altre cose il Chelsea. Per diversi anni la Granovskaia, cresciuta dal ruolo di assistente personale a quello di gestore degli investimenti di Abramovich, si è occupata del Chelsea in maniera marginale. Dal 2010 le cose sono cambiate: in una relazione inversamente proporzionale Roman nel corso delle stagioni si è progressivamente allontanato dalla quotidianità dei Blues e Marina ha preso sempre più potere all’interno della società. Nel 2013 è entrata nel consiglio d’amministrazione e nel 2014 è diventata il Ceo del Chelsea.
Plenipotenziaria La scalata è stata inarrestabile, e col passare del tempo l’ex studentessa di lingue con parenti tra la Russia e il Canada è diventata la plenipotenziaria del club. Dirigenti, allenatori e giocatori del Chelsea, così come procuratori e uomini più o meno potenti dei club di mezzo mondo hanno capito in fretta che per fare qualsiasi tipo di affare a Stamford Bridge bisognava parlare con la Granovskaia. Diventata per tutti nel mondo del calcio semplicemente Marina. Un nome che portava con sé rispetto assoluto ed era spesso accompagnato da un certo timore. Mourinho, Hiddink, Conte, poi Sarri, Lampard e infine Tuchel: i manager del Chelsea si sono scontrati o col suo potere decisionale. Il nigeriano Michael Emenalo, a lungo uomo di Abramovich sul mercato, nel 2017 è stato fulminato dal potere di Marina. Petr Cech, che a Stamford Bridge da calciatore è passato poi dietro la scrivania, ha imparato in fretta a lavorare con lei.
Campione d’Europa
Grandi vendite, Courtois e Hazard su tutti, col secondo ceduto al Madrid di Florentino Perez per 160 milioni di euro quando era a un anno dalla scadenza del contratto, grandi spese: solo nel 2020 Zyech, Havertz, Chilwell, Werner, Sarr, Thiago Silva, e Mendy. E un occhio di riguardo al vivaio, con Mount, Reece James, HudsonOdoi, Loftus-Cheek, Chalobah e prima di loro Abraham e Tomori. Marina ha costruito il Chelsea campione d’Europa del 2021, andando poi a prendersi Tuchel quando il Psg l’aveva scaricato in maniera scellerata per fargli gestire gli acquisti di cui sopra a cui bisogna aggiungere chi era arrivato prima, i vari Kanté, Jorginho, Kovacic, Marcos Alonso. Con Roman sempre più lontano, da anni il «Chelski», il Chelsea alla russa, era rappresentato da questa donna elegante e determinata, capace di scegliere i calciatori giusti e di trattare per prenderli. I tifosi del Chelsea in questi giorni di separazioni le ricordano crudelmente il costosissimo errore di valutazione su Lukaku: lei ci credeva, e non avrebbe mai pensato che pochi mesi dopo quella foto si sarebbero trovati entrambi lontani da Stamford Bridge.