Minisini: «Ci sono tante fasi d’apnea Può succedere, ha spinto oltre i limiti»
(s.a.) Giorgio Minisini, già oro con Lucrezia Ruggiero nel Doppio misto tecnico e oggi di nuovo in acqua per le eliminatorie del libero, parla del caso Alvarez: «Si dice in questi casi: “si è sentita girare”. Ci sono tanti fasi di apnea. Ci sta. Ha spinto troppo, oltre i limiti. Non sembra ma è faticoso. Il grosso lo fai in acqua. Vedendo la sua routine, non sembrava che stesse male. Poi ha ceduto». La fatica di essere nuotatori dell’artistico, altro che ballettiste: «Nuoti e non devi far vedere lo sforzo. Il sorriso
è l’espressività e la maschera. Ti tolgono i punti sull’impressione artistica. Ci sta, ci sta. Sia Anita che la sua allenatrice sono due personaggi. Sono molto carismatiche. L’allenatrice chiede, chiede, chiede, non è colpa sua chiaramente, e tutti gli allenatori danno, danno, danno. Però a volte...Quando si è nel “Solo” è peggio? La responsabilità in gruppo è della squadra, se ci sono meno soggetti in acqua. È stata male per la fatica». In Italia è mai successo un caso simile? «A un campionato italiano, ogni tanto succede. Può capitare la lentezza soccorsi? L’allenatrice si sarebbe buttata comunque. Quando finiamo l’esercizio e usciamo dall’acqua non si muovono le gambe, a volte».