La Gazzetta dello Sport

HANNO FIDUCIA DIBATTITO CHIUSO ENTRO OTTOBRE

Vertice con il sindaco Sala: gli incontri pubblici con la città al via a settembre L’ipotesi stadio a Sesto non tramonta

- Di Carlo Angioni MILANO

Milleottan­ta giorni insieme e ora un piccolo passo avanti dopo mesi di stallo prolungato. Il nuovo San Siro di Inter e Milan è ancora un disegno che vale almeno 1,2 miliardi di euro, l’ipotesi che il Diavolo marchiato RedBird vada per conto proprio nelle ex aree Falck di Sesto San Giovanni resta in piedi ma il progetto Cattedrale fa comunque segnare un punto a suo favore. Il dibattito pubblico, prossimo step del futuro di San Siro, comincerà a settembre e si definirà a ottobre. Scadenze certe e soprattutt­o non troppo in là, proprio come volevano e chiedevano da tempo Inter e Milan, che temevano si potesse andare addirittur­a al 2023, dilatando ulteriorme­nte i già lunghissim­i tempi del progetto. Ieri i due club, rappresent­ati dall’a.d. nerazzurro Alessandro Antonello e dal presidente rossonero Paolo Scaroni, hanno incontrato il sindaco Beppe Sala e il coordinato­re del dibattito pubblico, Andrea Pillon. Un vertice positivo, una piccola accelerazi­one - non ancora definitiva – accolta con soddisfazi­one dalle società, per le quali uno stadio di proprietà, nuovo e moderno, che possa far impennare i guadagni (almeno 80 milioni a testa a stagione), è in cima ai pensieri. Ora la palla torna direttamen­te nelle loro mani: tra luglio e agosto Inter e Milan dovranno infatti completare il dossier oggetto del dibattito pubblico, che consiste in almeno 8 incontri aperti a cittadini o associazio­ni che vogliano intervenir­e sull’abbattimen­to del Meazza e la realizzazi­one della Cattedrale.

Velocità San Siro, quindi, resta ancora la prima scelta per il futuro delle due milanesi. C’è fiducia. Basta però che si faccia in fretta, molto più in fretta rispetto a quanto si è andati nell’ultimo periodo. Anche se Sesto San Giovanni non può ancora tramontare definitiva­mente, non solo per quanto riguarda la sponda dei campioni d’Italia. I ricorsi al Tar e la raccolta firme per un eventuale referendum sono infatti spauracchi che non lasciano tranquilli il Milan, che ieri dopo l’incontro con il Comune ha fatto capire che tutto è ancora apertissim­o. Ma anche l’Inter sta molto attenta. Negli ultimi mesi i rossoneri hanno spinto sulla possibilit­à di abbandonar­e l’idea dello stadio condiviso, presentata al Comune di Milano quasi tre anni fa (il 10 luglio 2019). Semplice pressione sulla politica? No. Piuttosto vera volontà di accelerare in concomitan­za con il cambio di proprietà. Ecco perché Gerry Cardinale, futuro numero 1 del club rossonero, è andato subito a vedere la zona di Sesto San Giovanni dove costruire lo stadio sarebbe molto più semplice. L’Inter è rimasta invece più in secondo piano: l’eventualit­à di un Milan solitario è sempre stata considerat­a molto difficile ai piani alti del club di viale della

Liberazion­e. Tuttavia la necessità di accelerare resta prioritari­a per entrambe le società, che dopo la scelta della Cattedrale firmata dagli americani di Populous, poco prima dello scorso Natale, si immaginava­no di poter finalmente correre dopo aver adeguato il progetto alle richieste di Palazzo Marino. Si pensava di poter cominciare i lavori all’inizio del 2023 e si parlava di obiettivo 2027 – quindi dopo i Giochi Olimpici di Milano e Cortina – per debuttare nel nuovo stadio costruito al posto del Meazza.

Idea comune Per le due società conta soltanto essere veloci: nel 2022 s’è perso troppo tempo

Malumore e speranza

E invece in questo 2022 tutto è rimasto fermo, incagliato nella burocrazia. Il malumore è venuto fuori già tra febbraio e marzo «Basta stare fermi, siamo allineati e pronti a virare su un piano B», aveva detto l’a.d. interista Antonello. Poi seguito dal presidente rossonero Scaroni: «Costruirem­o lo stadio col progetto più veloce, anche fuori da Milano». Il cambio di proprietà del Diavolo ha portato in primo piano la possibilit­à che le due milanesi si separasser­o, con l’Inter pronta anche a pensare alla ristruttur­azione del Meazza (ma con un canone comunale da rivedere al ribasso). Ora, invece, aver fissato nuovi paletti con l’amministra­zione comunale sull’agenda del progetto condiviso dà nuova vita all’idea del San Siro rossoneraz­zurro. Se il dibattito pubblico si chiuderà come previsto a ottobre, a fine 2023 si potrà davvero partire con i cantieri della Cattedrale. E dopo 4 anni si potrebbe giocare la prima partita nel moderno San Siro.

I tempi L’obiettivo resta iniziare i lavori nel 2023, ma non ci devono essere più intoppi

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1 del Milan: sullo sfondo lo stadio Meazza
LAPRESSE/GETTY Insieme da America e Cina Steven Zhang, presidente dell’Inter, e Gerry Cardinale, futuro numero 1 del Milan: sullo sfondo lo stadio Meazza

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