La Gazzetta dello Sport

I Friedkin al lavoro: Pietralata è in pole Lazio, idea Flaminio

La Roma spinge sul progetto: un impianto da 40-45 mila posti nella zona est della città

- Di Massimo Cecchini e Nicola Berardino

Necessità diverse, stili poco assimilabi­li, punti di partenza differenti, ma anche Roma e Lazio si muovono sul fronte degli stadi di proprietà, contando che nell’ambito dell’attuale mandato del sindaco Roberto Gualtieri (in carica fino al 2026) tutto possa essere fatto.

La Roma e Pietralata Nel silenzio, che è il marchio di fabbrica dei Friedkin, il club gialloross­o sta lavorando senza sosta con i propri consulenti, italiani e americani, e con il Comune di Roma per presentare quanto prima – c’è chi dice addirittur­a prima della pausa estiva – il progetto del nuovo stadio. Di certo nelle ultime settimane, nonostante il problema espropri, il progetto ha avuto un’accelerata. La zona in prima fila è quella di Pietralata, area est della Capitale, di circa 36 ettari, più altri 10 da aggiungere, vicina alla stazione Tiburtina e ben collegata al resto della Capitale da due fermate della metro B e presto anche da un tram. Si tratta di una zona interna alla città, per quanto non centraliss­ima, e l’impianto (che sarà modernissi­mo sul fronte della eco-sostenibil­ità) dovrebbe essere architetto­nicamente non troppo dissimile da quello dell’Arsenal. Sulla capienza, i giochi sono ancora aperti. Ha detto l’assessore allo

Sport del Comune, Alessandro Onorato:«Dopo i disastri del passato vogliamo evitare passi falsi. L’annuncio ci sarà al momento giusto. Lo stadio potrà avere tra i 40 e i 45 mila spettatori, ma questo si vedrà quando hai il progetto e un sano lavoro di collaboraz­ione con tutti gli enti coinvolti. La cosa più bella di questa proprietà è che ha veramente un grande rispetto per il tifo e hanno voglia di lavorare seriamente». Tutto vero, ma se l’effetto Mourinho sta facendo lievitare gli abbonament­i verso quota 40 mila, basterà un impianto così a far fronte a un popolo gialloross­o di nuovo innamorato?

Il Flaminio Il club biancocele­ste ha rispolvera­to l’idea dell’impianto inaugurato per le Olimpiadi del 1960 come proprio stadio. Lunedì, in un incontro in Campidogli­o, il presidente della Lazio Claudio Lotito ne ha parlato con il sindaco Roberto Gualtieri. Un semplice approccio. Da parte del Comune di Roma, proprietar­io della struttura, traspare la massina apertura. Ma ora si attende, anzi è stato sollecitat­a, la presentazi­one di un piano che possa avviare il progetto. Non sarà un percorso semplice. Da anni il Flaminio, che si trova nel cuore della città, è in uno stato di abbandono totale. Da tempo si pensa alla riqualific­azione dello stadio, ideato e progettato da Pier Luigi e Antonio Nervi. Lavori da programmar­e consideran­do i vincoli architetto­nici, artistici e anche archeologi­ci (sotto la stadio c’è una necropoli del I secolo a.C.). Nel progetto per l’Olimpiade di Roma 2024 si prevedeva una spesa di 45 milioni di euro per ristruttur­are il Flaminio. Poco più di un anno fa, quando l’impianto sembrava poter rientrare negli interessi della Roma dei Friedkin, c’era stato un progetto elaborato dall’architetto Schiavone per riqualific­are il Flaminio arrivando a una capienza di 48 mila spettatori. Lo stadio potrebbe avere una nuova vita non solo per ospitare la Lazio, ma anche come centro polifunzio­nale (con rugby e nuoto). Tra centri commercial­i e ristoranti. Un progetto tutto però da compiersi e da decifrare nei relativi costi.

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ANSA Abbandonat­o L’esterno del Flaminio: lo stadio è stato inaugurato nel 1959

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