I Friedkin al lavoro: Pietralata è in pole Lazio, idea Flaminio
La Roma spinge sul progetto: un impianto da 40-45 mila posti nella zona est della città
Necessità diverse, stili poco assimilabili, punti di partenza differenti, ma anche Roma e Lazio si muovono sul fronte degli stadi di proprietà, contando che nell’ambito dell’attuale mandato del sindaco Roberto Gualtieri (in carica fino al 2026) tutto possa essere fatto.
La Roma e Pietralata Nel silenzio, che è il marchio di fabbrica dei Friedkin, il club giallorosso sta lavorando senza sosta con i propri consulenti, italiani e americani, e con il Comune di Roma per presentare quanto prima – c’è chi dice addirittura prima della pausa estiva – il progetto del nuovo stadio. Di certo nelle ultime settimane, nonostante il problema espropri, il progetto ha avuto un’accelerata. La zona in prima fila è quella di Pietralata, area est della Capitale, di circa 36 ettari, più altri 10 da aggiungere, vicina alla stazione Tiburtina e ben collegata al resto della Capitale da due fermate della metro B e presto anche da un tram. Si tratta di una zona interna alla città, per quanto non centralissima, e l’impianto (che sarà modernissimo sul fronte della eco-sostenibilità) dovrebbe essere architettonicamente non troppo dissimile da quello dell’Arsenal. Sulla capienza, i giochi sono ancora aperti. Ha detto l’assessore allo
Sport del Comune, Alessandro Onorato:«Dopo i disastri del passato vogliamo evitare passi falsi. L’annuncio ci sarà al momento giusto. Lo stadio potrà avere tra i 40 e i 45 mila spettatori, ma questo si vedrà quando hai il progetto e un sano lavoro di collaborazione con tutti gli enti coinvolti. La cosa più bella di questa proprietà è che ha veramente un grande rispetto per il tifo e hanno voglia di lavorare seriamente». Tutto vero, ma se l’effetto Mourinho sta facendo lievitare gli abbonamenti verso quota 40 mila, basterà un impianto così a far fronte a un popolo giallorosso di nuovo innamorato?
Il Flaminio Il club biancoceleste ha rispolverato l’idea dell’impianto inaugurato per le Olimpiadi del 1960 come proprio stadio. Lunedì, in un incontro in Campidoglio, il presidente della Lazio Claudio Lotito ne ha parlato con il sindaco Roberto Gualtieri. Un semplice approccio. Da parte del Comune di Roma, proprietario della struttura, traspare la massina apertura. Ma ora si attende, anzi è stato sollecitata, la presentazione di un piano che possa avviare il progetto. Non sarà un percorso semplice. Da anni il Flaminio, che si trova nel cuore della città, è in uno stato di abbandono totale. Da tempo si pensa alla riqualificazione dello stadio, ideato e progettato da Pier Luigi e Antonio Nervi. Lavori da programmare considerando i vincoli architettonici, artistici e anche archeologici (sotto la stadio c’è una necropoli del I secolo a.C.). Nel progetto per l’Olimpiade di Roma 2024 si prevedeva una spesa di 45 milioni di euro per ristrutturare il Flaminio. Poco più di un anno fa, quando l’impianto sembrava poter rientrare negli interessi della Roma dei Friedkin, c’era stato un progetto elaborato dall’architetto Schiavone per riqualificare il Flaminio arrivando a una capienza di 48 mila spettatori. Lo stadio potrebbe avere una nuova vita non solo per ospitare la Lazio, ma anche come centro polifunzionale (con rugby e nuoto). Tra centri commerciali e ristoranti. Un progetto tutto però da compiersi e da decifrare nei relativi costi.