Tutto intorno a P Ogba
RIVOLUZIONE COSÌ IL “POLPO” CAMBIERÀ FORMA AL CENTROCAMPO Con un vero regista In un reparto a due
Può un solo uomo cambiare una intera squadra? Può una sola maglia cambiare radicalmente il rendimento di un giocatore? Sono due dei quesiti centrali che circondano il ritorno di Paul Pogba a Torino, ormai imminente (tutto definito, approdo alla Continassa nella settimana dal 4 al 10 luglio). Che il Pogback sia un upgrade pazzesco per il centrocampo bianconero è dato che si può considerare assodato. Nessuno nel reparto ha le doti del francese e il Polpo si presenterà al via della Serie A come star assoluta, non solo della squadra bianconera. Non conta solo il passato e i ricordi della prima avventura a Torino del centrocampista: nonostante le sue annate al Manchester United siano state avare di successi e di costanza ad alto livello nelle prestazioni, Paul non è un giocatore che si è “perso per strada”. Ha avuto fasi di buona forma, a tratti ha dominato nei match inglesi come faceva abitualmente in Italia, ha giocato e vinto un Mondiale straordinario. Con i Red Devils non ha però trovato una collocazione certa né instaurato grandi rapporti con gli allenatori. È un giocatore che ha bisogno di sentirsi centrale e che se rallenta, specie in un campionato in cui tutti vanno ai cento all’ora come la Premier, diventa normale.
Il ruolo naturale Per questo la sua collocazione all’interno della prossima Juve, il ruolo che vorrà ritagliargli Massimiliano Allegri, sarà ancora più fondamentale per ritrovare il Pogba visto a Torino: in quella forma può sì cambiare volto da solo, o quasi da solo, all’intero reparto, specie nei match del nostro campionato, caratterizzati da un ritmo meno intenso che quello inglese. La collocazione naturale è quella in cui Allegri lo utilizzava già qualche anno fa: mezzala sinistra. Da lì può partire con tanto campo davanti e la possibilità di allargarsi per trovare spazi nella metà campo avversaria. Da lì può far partire progressioni che lo portino vicino all’area di rigore avversaria, e quindi al tiro. Da lì può far valere i suoi centimetri, i suoi “tentacoli” e la sua corsa anche in fase di copertura.
L’adattamento C’è un solo problema, in questo progetto, ed è legato alla casella del play davanti alla difesa, del regista: nel 2015 Pogba si girava a destra e trovava Pirlo, oggi un possibile interprete del ruolo non c’è. Arthur
bocciato e sul mercato, Miretti e Fagioli acerbi: non per niente la Juventus si sta muovendo anche per portare Paredes. Se arriverà l’argentino, che negli anni si è trasformato da trequartista a regista di passaggio e sostanza, Paul non dovrà adattarsi e il centrocampo avrà una forma di partenza ben chiara. Altrimenti bisognerà arrangiarsi, magari piazzando Zakaria al fianco del francese e di Lo
Opzioni Da mezzala sinistra gli anni migliori, ma con la Francia ha giocato spesso in un reparto a due
Il francese aumenterà le soluzioni, ma per sfruttarlo al meglio servirà un regista: trattative aperte per Paredes Locatelli unico promosso
catelli, contando sulla sua fisicità e dividendo le funzioni di conduzione del gioco e di inserimento ora a Manuel, ora a Pogba. Ma non è un processo semplice, e sicuramente non immediato.
Alternative Nonostante nei progetti di inizio estate la soluzione tattica sembri chiara e ben definita intorno al 4-3-3, esiste anche un’opzione che prevede un centrocampo a due, con due ali sugli esterni. Pogba gioca da anni in un reparto così con la Francia di Deschamps, mostrando di gradire e saper interpretare la collocazione. In bleu al suo fianco c’è stato spesso il moto perpetuo di Kanté: Locatelli è un giocatore molto diverso, che però ha nel curriculum stagioni positive in reparti a due con al fianco un giocatore fisico
(nel Sassuolo). Pogba non è quindi la panacea per tutti i mali del reparto, tanto che l’opera di rinnovamento è nei progetti del club bianconero molto più radicale (tutti cedibili tranne Locatelli gli interpreti della scorsa stagione). Però garantisce un sacco di soluzioni in più, compresa quella, al momento non all’ordine del giorno, di utilizzarlo da trequartista fisico dietro a due punte. Soluzioni tattiche che si aggiungono alla dote di esperienza e di leadership di cui ha grande bisogno una squadra giovane, in rinnovamento e che da due stagioni ha perso l’abitudine con la vittoria. È credibile che l’esuberante francese di origini guineane si faccia sentire sin dai primi giorni a Torino. E abbia suggerimenti anche per la propria posizione in campo. 3’26”