Dybala può ancora fare la differenza ma deve diventare un “10” più moderno
Paulo in caldo: sono giorni decisivi per Dybala. È promesso sposo all’Inter, che a inizio luglio conta di chiudere la lunga trattativa, però la firma ancora non c’è… Nel frattempo è stato accostato, dopo la rottura con la Juve, ad altri club: l’Atletico Madrid, quindi la Roma e il Milan. Tutte squadre di prima fascia per l’attaccante in cerca di sistemazione, che a 28 anni è al bivio che decide la seconda parte della sua carriera. Nell’Inter, finché non ci saranno le cessioni di Dzeko, Correa o Sanchez, c’è sovraffollamento. Lukaku si riprenderà il suo posto al centro, Lautaro è tuttora considerato incedibile a meno di proposte indecenti. Dybala potrebbe giocare da seconda punta oppure, ipotesi difficile ma affascinante, in un tridente. Sarebbe inevitabile ritoccare il centrocampo: Inzaghi dovrebbe sacrificare per esempio Calhanoglu e chiedere a Dybala e all’altro
attaccante d’appoggio più copertura preventiva. Insomma, Paulo si dovrebbe sobbarcare un po’ di spola in più rispetto alle sue vecchie abitudini. Senza allontanarsi troppo dalla porta, si capisce.
Subito dopo il divorzio dalla Juve, era stato segnalato un interesse dell’Atletico, che però si è via via affievolito. Nei piani
di Simeone, Paulo sarebbe concepito come seconda punta, non con altri compiti. Il club di Madrid ha come intoccabile Joao Felix, sta per riprendersi Morata e vuole dare un’altra possibilità a Cunha. Può bastare, no? No, perché in rosa c’è anche Griezmann e Suarez non è ancora partito. Si sgomita pure tra i biancorossi, a meno di
clamorose cessioni in blocco. Alla Joya avrebbe fatto un pensierino stupendo pure la Roma. Niente di bizzarro, almeno con José Mourinho alla guida, che sfrutterebbe l’argentino come il polivalente Sneijder dell’Inter del Triplete. La Capitale sarebbe molto accogliente con Paulo, il “10” per definizione, Totti, mette il suo pesante like all’idea. Paulo potrebbe essere un ottimo compagno per Abraham. Piuttosto i giallorossi sono ancora alle prese con diverse questioni fondamentali, a cominciare dal futuro di Zaniolo. In un simile scenario, l’innesto dell’argentino avrebbe comunque una sua logica, come la avrebbe anche nel Milan di Pioli. Nello schieramento a una punta, Dybala verrebbe inserito come trequartista, nella stessa zona e con le stesse funzioni di Diaz. Tra i rossoneri la Joya non dovrebbe interpretare soltanto il fine dicitore, figura ormai in via di estinzione, ma anche il primo portatore di pressing. Chi si è interessato a Dybala sa quindi come aggiungergli un posto a tavola. In ogni caso serviranno correzioni e adattamenti, non è immaginabile che Paulo si proponga «o così come sono o niente». Rispetto alle ultime performance, l’argentino dovrà essere in grado di garantire, oltre alla innata qualità, ancora tanta corsa. La tendenza, anche per lui, è uscire dal piccolo mondo antico del fantasista. Guardiola nel City chiede persino a De Bruyne e a Bernardo Silva di occupare più campo. A maggior ragione Paulo, ora che si rimette in discussione, dovrà diventare un “10” ancora più moderno. All’Inter o altrove, lo aspetta la più difficile prova di maturità.