La Gazzetta dello Sport

Caccia al Mondiale Jacobs parte da Rieti «Scelta ponderata Sta bene e gareggia» corri

L’allenatore Camossi e il ritorno nei 100 dopo 38 giorni agli Assoluti a 3 settimane da Eugene

- Corri Marcell di Andrea Buongiovan­ni RIETIappun­tamento

L’non è concordato. Ma lo stadio, di colpo, sul far della sera, si riempie. Al Guidobaldi, una delle case dell’atletica italiana, sfilano (quasi) tutti. Ultime sgambate di rifinitura, prove di Assoluti. Per quattro campioni olimpici in carica compresi. All’interno della mezza luna della prima curva, dov’è posizionat­a la pedana dell’alto, ecco Gimbo Tamberi. In fondo al rettilineo d’arrivo, ci sono trequarti della 4x100 d’oro. Si provano partenze e si fanno allunghi. Manca Fausto Desalu, acciaccato. Non Filippo Tortu, Lollo Patta e... Marcell Jacobs. Sì, ci sarà anche lui, stasera, al via dei 100. Il poliziotto bresciano, dopo un lungo tira e molla, ha sciolto le riserve ieri, con un post sui propri account social all’ora di pranzo. «Ciao a tutti – ha scritto in inglese – grande sorpresa: domani gareggerò agli Assoluti di Rieti». E via una pioggia di commenti.

Il ritorno Sorpresa, in fondo, lo è solo in parte. Erano stati diversi i segnali recenti che avevano fatto intuire che il ritorno sarebbe stato possibile. Marcell, trentotto giorni dopo l’ultima volta e dopo la doppia volata del meeting di Savona del 18 maggio, torna a gareggiare. In mezzo le cure al bicipite sinistro infortunat­o. E programmi che sono più volte mutati a seconda delle sensazioni dell’atleta e dei pareri dei medici. «Capto che a qualcuno la nostra incertezza ha dato fastidio – dice l’allenatore Paolo Camossi –: tutti sono liberi di pensare e dire quel che vogliono, per carità. Ma certe situazioni andrebbero conosciute a fondo. Con i Mondiali alle porte (passando anche giovedì da Stoccolma n.d.r), qualsiasi errore, verrebbe ora pagato a caro prezzo. Marcell sta bene, molto bene. Le

La Torre, come commenta 1 il ritorno di Jacobs alle gare?

«Siamo felici, è una buona notizia per lui, per la staffetta, per la Nazionale e per lo sport italiano, del quale è diventato uno degli uomini-copertina. Marcell, dopo Tokyo, ha bucato i confini. Il desiderio di tornare a fare il suo mestiere è enorme: la ripresa agonistica è un segnale importante. Non fosse guarito al 100% non sarebbe qui. Il professor Billi, responsabi­le del settore sanitario federale, sempre molto prudente, garantisce per lui».

Cosa si aspetta da lui 2 stasera?

«Che possa ripetere il 9”99 di Savona, magari col vento entro la norma, sarebbe già un gran bel risultato. Ma non mi sbilancio: non ha bisogno di pressioni. Certi segnali però confermano che sta bene: il lavoro di giovedì dietro lo “scudo” serve a stimolare le frequenze. Si sostiene quando si è in condizione. In più, già in batteria, sfiderà Tortu, subito al suo fianco in ottemperan­za ai regolament­i internazio­nali. Poi occorre essere cauti, ma Marcell sa ascoltare il proprio corpo. Alla minima avvisaglia, nel caso, sarà lui a rinunciare alla finale. Con il tecnico Paolo Camossi al fianco ha seguito un percorso riabilitat­ivo perfetto, anche sperimenta­ndo situazioni nuove. Sono grandi profession­isti in tutto».

Chi aspetta oltre ai 3 velocisti?

«Dallavalle, nel triplo, con Diaz vicino, farà un test premondial­e: vale misure importanti. E poi Sibilio: senza infortunio, valeva il record europeo dei 400 piani. E con gli ostacoli...». a.b. terapie di recupero sono state perfette: avete visto che anche Karsten Warholm ha preso a correre sul tapis roulant curvo? Abbiamo capito che si poteva provare l’altro giorno nella seduta dietro “scudo”. Ma la vera alta intensità si verifica in gara. A me verrebbe anche di esser iperprotet­tivo, ma non sarebbe giusto. Anche perché sconfesser­ei la mia filosofia, da sempre volta a far gareggiare il più possibile. Vedremo poi se sarà il caso di partecipar­e anche alla finale. Non rischierem­o. Tortu nella corsia di fianco in batteria? Uno stimolo. Piuttosto Marcell, per il secondo anno consecutiv­o, ha subito un infortunio in maggio, circostanz­a che, in prospettiv­a futura, mi induce a riflettere».

«Può ripetere il 9”99 di Savona Molti segnali sono positivi»

Imitatori Il doppio oro olimpico stasera, in qualche modo, dovrà anche rispondere a Fred Kerley, a Tokyo d’argento alle sue spalle che, nella notte italiana di giovedì, nel primo turno dei Trials statuniten­si, sulla stessa pista di Eugene che ospiterà i Mondiali, è volato in 9”83 (+1.5 m/s), miglior prestazion­e mondiale stagionale del keniano Ferdinand Omanyala migliorata di 2/100. Oppure a chi, nel corso della notte, tra semifinale e finale, avrà saputo fare anche meglio. «Il rendimento di Kerley non sorprende – dice Camossi -: il bello è che per migliorare sta cercando di imitare Marcell. Ha un’azione molto più fluida di una volta, meno di forza, tende ad abbassare le spalle. In partenza ha cambiato esecuzione e il lanciato è più decontratt­o, tanto che nel finale non si disunisce. In batteria, per dire, ha corso gli ultimi 40 metri in 3”36». Jacobs, par di capire, fa moda. E uno così, è chiaro, va tenuto molto stretto. Ben tornato, campione.

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