Okay Bagnaia, però essere il re della pole non basta più
La pole ad Assen vale quanto quella di Montecarlo per la Formula 1. Per prestigio e difficoltà, perché, anche se la pista olandese è stata stravolta negli ultimi anni perdendo parecchio dell’antico fascino, resta pur sempre l’università della moto. Bagnaia l’ha domata con un giro tutto o niente, durante il quale si è preso dei bei rischi, superiori a quelli che forse un pilota dovrebbe assumersi dopo essersi steso sei giorni prima. Ma è questo ciò che piace di Pecco: ogni sconfitta va a rafforzare il suo coraggio e la voglia di rifarsi. Un giro solo con il quale ha tracciato un solco incolmabile anche per Fabio Quartararo che, al suo contrario, può osare di più, avendo al momento il Mondiale in cassaforte. Poi il pilota della Ducati si è fermato ai box, a osservare ciò che facevano gli altri. Come il miglior Niki Lauda, a cui bastava un tentativo con la sua Ferrari per fare da punto di riferimento (a volte irraggiungibile) per tutti gli altri. Re della pole, quarta dell’anno (nessuno come lui), ora Pecco è atteso a riscattare la magra di domenica scorsa, quando sulla pista del Sachsenring è caduto mentre cercava di tenere testa al francese campione del mondo. Nel dopo prove, il torinese ha fissato come obiettivo quello di arrivare in fondo. Giusto, dopo i due zeri rimediati tra Catalogna, quando è stato steso in partenza da Nakagami, e appunto in Germania. Ma è sicuro che Pecco farà di tutto per piegare Quartararo e aggiungere a Jerez e Mugello una terza vittoria stagionale. Forse non sarà sufficiente per ribaltare un campionato che ha preso decisamente la strada di Quartararo, ma servirà a ridare morale a un pilota e a una Ducati che, pur sfornando una moto veloce, stabile e che si adatta in egual misura allo stile di Zarco, Miller, Martin e Bastianini, rischia appunto di chiudere la classifica piloti non solo alle spalle della Yamaha, ma anche dell’Aprilia di Aleix Espargaro.