La Gazzetta dello Sport

Okay Bagnaia, però essere il re della pole non basta più

- Andrea Cremonesi

La pole ad Assen vale quanto quella di Montecarlo per la Formula 1. Per prestigio e difficoltà, perché, anche se la pista olandese è stata stravolta negli ultimi anni perdendo parecchio dell’antico fascino, resta pur sempre l’università della moto. Bagnaia l’ha domata con un giro tutto o niente, durante il quale si è preso dei bei rischi, superiori a quelli che forse un pilota dovrebbe assumersi dopo essersi steso sei giorni prima. Ma è questo ciò che piace di Pecco: ogni sconfitta va a rafforzare il suo coraggio e la voglia di rifarsi. Un giro solo con il quale ha tracciato un solco incolmabil­e anche per Fabio Quartararo che, al suo contrario, può osare di più, avendo al momento il Mondiale in cassaforte. Poi il pilota della Ducati si è fermato ai box, a osservare ciò che facevano gli altri. Come il miglior Niki Lauda, a cui bastava un tentativo con la sua Ferrari per fare da punto di riferiment­o (a volte irraggiung­ibile) per tutti gli altri. Re della pole, quarta dell’anno (nessuno come lui), ora Pecco è atteso a riscattare la magra di domenica scorsa, quando sulla pista del Sachsenrin­g è caduto mentre cercava di tenere testa al francese campione del mondo. Nel dopo prove, il torinese ha fissato come obiettivo quello di arrivare in fondo. Giusto, dopo i due zeri rimediati tra Catalogna, quando è stato steso in partenza da Nakagami, e appunto in Germania. Ma è sicuro che Pecco farà di tutto per piegare Quartararo e aggiungere a Jerez e Mugello una terza vittoria stagionale. Forse non sarà sufficient­e per ribaltare un campionato che ha preso decisament­e la strada di Quartararo, ma servirà a ridare morale a un pilota e a una Ducati che, pur sfornando una moto veloce, stabile e che si adatta in egual misura allo stile di Zarco, Miller, Martin e Bastianini, rischia appunto di chiudere la classifica piloti non solo alle spalle della Yamaha, ma anche dell’Aprilia di Aleix Espargaro.

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