Un attacco al Max
Classe e spinta Di Maria super per Vlahovic e il tridente L’argentino a destra, Chiesa o Kostic a sinistra: caccia ai gol
Quando Angel Di Maria accettò la proposta di Carlo Ancelotti di reinventarsi mezzala (era il 2013-14), in un percorso che avrebbe portato il Real fino all’agognata Décima, il reparto d’attacco dei blancos era piuttosto ben fornito: Cristiano Ronaldo nei suoi anni migliori, Benzema centravanti “perfetto” e Bale ancora non distratto dal golf e giocatore devastante. Angel, anche partendo un po’ più indietro e sacrificandosi in coperture difensive, risultò decisivo almeno quanto la BBC madrilena. A Torino non troverà un reparto avanzato altrettanto affollato e arriverà con 9 anni in più: gli attuali 34 probabilmente renderebbero complesso usarlo a centrocampo per un’intera stagione. Non è un problema: Max Allegri intende costruire intorno a lui, Vlahovic e Chiesa (o Kostic aspettando il ritorno del miglior Fede) il nuovo attacco bianconero. Il Fideo aggiungerà la sua dote di classe e imprevedibilità al senso del gol e alla potenza del centravanti. Sull’altra fascia Chiesa garantirà tagli e capacità di trovare la porta, in alternativa le specialità della casa del serbo sono cross e assist.
Soluzioni Sulla carta, il tridente è decisamente ben assortito, combinando giocatori dalle caratteristiche diverse che dovrebbero completarsi e aumentare le soluzioni offensive, un anno fa molto ridotte. Di Maria partirà dalle zolle che un anno fa erano il regno di Dybala: seppur abbia giocato buona parte della carriera da esterno di sinistra, negli ultimi anni si è specializzato sulla corsia opposta. Da lì, con il piede “invertito”, può accentrarsi e cercare la porta o soluzioni nello stretto con la punta per vie centrali. Negli anni il “leggero” argentino, non a caso soprannominato Fideo, “spaghetto”, ha dovuto imparare a occupare gli spazi liberi nelle scacchiere tattiche delle partite, sopperendo con senso tattico e qualità nell’uno contro uno all’impossibilità di giocarsi il confronto diretto di “fisico”. Alla Juve il suo arrivo aggiungerà varie dimensioni, anche qualcuna che nemmeno Dybala garantiva: Angel è particolarmente abile nelle verticalizzazioni e nel liberare al tiro i compagni, ma anche nel farsi trovare senza palla. Può saltare l’uomo e andare alla conclusione: le ultime stagioni al Psg hanno visto un calo dei numeri, andato di pari passo con una diminuzione della centralità dell’argentino in una squadra che aveva una collezione di stelle da metà campo in su.
Assetti Nella Juve tornerà “primadonna”, oltre a portare la sua grande esperienza di gare di alto livello (12 stagioni di fila e 101 presenze in Champions). Il tridente è la soluzione base e quella intorno a cui dovrebbe essere costruita la prossima squadra, ma nel corso di una stagione particolarmente lunga non mancheranno variazioni sul tema. Di Maria può fare l’esterno di un 4-4-2, se opportunamente protetto da Cuadrado e Danilo alle sue spalle, o magari riproporsi in qualche occasione in quella posizione di mezzala sinistra, quando Allegri dovesse decidere di virare verso un 35-2. Con lui il tecnico conta di aver trovato un titolare: davanti ne manca un altro, Kostic, per riempire il vuoto inizialmente lasciato da Chiesa e per permettere rotazioni più avanti. Poi il progetto è di riportare a Torino anche Morata, nel duplice ruolo di vice-Vlahovic ma anche, all’occorrenza, di esterno sinistro di un tridente. L’undicesimo attacco della scorsa Serie A aveva bisogno di un profondo rinnovamento: Di Maria è un bel modo per cominciare a cambiare.