NICOLÒ SIGNOR INTER CON VISTA CHAMPIONS È L’ANNO DEL DECOLLO Barella versione
Senza la vetrina in Nazionale, punta tutto sul club Dopo due anni senza riposo, ora può ricaricare le pile
Fermi tutti: anche Nicolò si riposa. Beata Sardegna, dove sennò? Barella e il mare, Barella e l’Inter, Barella e l’anno della promessa. La promessa è quella fatta a Lautaro, nel giorno dell’ultima partita e dello scudetto perso lo scorso campionato: «Ci rifacciamo l’anno prossimo». In testa solo il nerazzurro, nel futuro solo il nerazzurro, nel cuore pure un rimpianto trasformato in obiettivo: la Champions League, che sarà il suo Mondiale.
Con Rom La doppia squalifica che lo ha tolto di mezzo dalla sfida con il Liverpool gli è rimasta qui. Sarà il motore del prossimo futuro, se un motore davvero serve al centrocampista. C’è un dato relativo alla scorsa stagione che fa impressione e che il centrocampista conosce bene: Nicolò ha giocato il 92% delle partite dell’Inter per almeno 45 minuti e il 75% di quelle in Nazionale. In altri numeri: 3.934 minuti in campo la scorsa stagione, mai il centrocampista li aveva messi insieme tutti in un solo anno. Capite perché il riposo era necessario? Riposo mentale, anche perché quello fisico è impossibile, come impossibile è star dietro alle tre figlie in questi giorni di vacanza. Barella ha scelto casa, il sud della Sardegna, per rigenerarsi. È in contatto continuo con i compagni, è uno dei primi giocatori che Lukaku ha chiamato non appena si è chiusa la trattativa con l’Inter. Il suo percorso è stato diverso rispetto a quello del belga: le offerte sono arrivate anche a lui, ma ha scelto di rinnovare. E lungo questa estate, è stato l’unico tra i big nerazzurri a non esser considerato in bilico. Le voci non hanno mai abbandonato Skriniar (c’è una trattativa in corso con il Psg, infatti), hanno riguardato Bastoni, ciclicamente si riaffacciano su Lautaro. Barella no e non è un caso. Perché per i dirigenti è il prototipo del calciatore intorno al quale costruire: è l’ultimo a cui rinunciare, il primo dal quale ripartire.
Il momento
Rivincita L’aspetto fisico è decisivo, non va sottovalutato. Mai Barella, nelle ultime stagioni, aveva avuto a disposizione un periodo di vacanza così lunga. Di più: l’assenza dal Mondiale, per quanto dolorosa dal punto di vista professionale, gli consentirà di allentare la tensione prima della ripartenza di gennaio. Nella testa c’è la rivincita sul Milan, perché lo scudetto perso in volata è stato un colpo non digeribile con facilità. Ma Barella ha soprattutto voglia di Europa. L’assenza forzata contro il Liverpool, figlia di una leggerezza che portò al rosso contro il Real Madrid, gli ha fatto mancare l’appuntamento della Champions League. Barella non è mai arrivato a disputare una sfida dentro o fuori nella competizione più importante. L’avrebbe già fatto, se avesse accettato la corte dei club europei un anno fa, Bayern su tutti. Vuole togliersi lo sfizio con l’Inter, provare l’effetto che fa, confrontarsi fino alla fine con i più grandi del suo ruolo.
Il doppio forfait con il Liverpool e lo scudetto perso sono le sue molle. E ha già sentito Lukaku...
Intoccabile L’Inter che sta nascendo gli piace. L’arrivo di Lukaku è la prova che anche la prossima stagione la squadra giocherà per vincere. Tra lui e Romelu il feeling in campo è sempre stato elevatissimo: l’atteggiamento dei due è molto simile, la capacità di essere leader è il comune denominatore, il fattore che li lega. Barella rappresenta il top, vuole il top, lavora per raggiungere il top: non potrà darglielo la Nazionale, lo chiederà all’Inter. E l’Inter a lui domanderà la solita buona dose di continuità. La faccia del centrocampo nerazzurro è cambiata, almeno nelle alternative. Rispetto alla scorsa stagione c’è più concorrenza in mezzo al campo. È cresciuto il livello delle alternative: Asllani (che a metà settimana farà le visite mediche) arriva per crescere dietro Brozo
vic, Mkhitaryan è stato preso per dare a Inzaghi tutto quel che Vidal non è riuscito a garantire nei suoi due anni nerazzurri. Marotta l’ha dichiarato anche ufficialmente: «Sarà un campionato inedito per il calendario, per combattere contro gli infortuni sarà necessario avere una rosa lunga». Detto, fatto. Anche in un reparto scoperto come era quello in mezzo al campo. Ma il discorso non vale per Barella. Nei campetti che proponiamo in pagina facciamo vedere come non ci sia combinazione che preveda un Barella in panchina. Titolare sempre e comunque, che il riposo di questa estate sia benedetto allora. Di questa Inter è già uno dei leader, fascia di capitano o no. Ora dategli la Champions, fate guidare a lui il treno che va in Europa.