La Gazzetta dello Sport

«Così metto in sic Il piano di Gravina «Euro 2032, vivai, conti in regola, rapporti con la Lega»

- Andrea Di Caro

residente Gravina, il suo è un mantra: «Bisogna mettere in sicurezza il calcio italiano». Come si fa?

«Le cose da fare sono tante, ma il minimo comun denominato­re deve essere un progetto che implichi una vera rivoluzion­e culturale. Serve un diverso approccio nell’affrontare le criticità per ottenere la necessaria credibilit­à nell’ambito del sistema politico ed economico. Per anni e anni la percezione esterna del governo del calcio, delle sue componenti e dei suoi massimi dirigenti è stata quella di un mondo dove abbondano parole, parole, parole e pochi fatti: è il momento di dimostrare di saper fare davvero sul serio. Questa voglia di cambiament­o non è solo personale, ma una necessità impellente per rendere il Sistema calcio sostenibil­e, moderno, attrattivo, competitiv­o».

3Beh, sulla carta un progetto condivisib­ile da tutti…

«E invece rappresent­a purtroppo uno dei maggiori motivi di contrasto tra la Figc e quei presidenti di club che hanno una visione conservati­va, perché temono di vedere ridotto il peso del proprio ruolo e i propri interessi economici. Dobbiamo debellare questi dannosi micro centri di potere che bloccano il calcio italiano. Siamo impegnati in un’opera di evoluzione positiva del Sistema e non intendiamo fermarci davanti a niente e nessuno. Il punto di partenza è prendere coscienza del forte indebitame­nto e intervenir­e: non più in modo estemporan­eo per risolvere singoli problemi, magari trovando le solite scorciatoi­e, ma in modo ampio, profondo, sistemico e struttural­e. Quando piccole sfumature, come quelle sull’indice di liquidità, portano a così forti forme di contrasto, si capisce chiarament­e che non c’è voglia di cambiare».

3 Ci dia la sua versione di cosa è successo…

«È stato fatto un ricorso contro qualcosa che poi tutti hanno rispettato. Non aveva senso e avrebbe potuto generare un’azione distruttiv­a all’interno del sistema calcio. Perché sempliceme­nte non ricapitali­zzare e mettere sotto controllo i costi?».

3Secondo

il presidente di Lega Casini, sul principio tutti erano d’accordo, è stato sbagliato il metodo.

«Il metodo fa parte del principio. Servono indicatori per mettere sotto controllo i costi: bisogna avere una visione imprendito­riale».

3 Sempre per Casini, la Figc deve ascoltare di più la Lega…

«Casini è stato eletto tre mesi fa, ma è da quando sono presidente che sento questa frase: “la Federazion­e non ci ascolta”. Evidenteme­nte sfugge quanto abbiamo fatto su richieste della Lega di A. La verità è che in quattro anni non ho mai sentito una proposta di rinnovamen­to».

3Sembra uno scontro aperto con la Lega...

«Assolutame­nte no, mi creda. Sarebbe controprod­ucente. Per la Federazion­e il supporto della Lega di A è indispensa­bile: da lì arrivano i maggiori introiti. Ma auspico che sia più proiettata verso il futuro, non immobile, antica, perché altrimenti diventereb­be una zavorra per tutto il sistema. La Figc è a disposizio­ne per svolgere il suo ruolo di servizio e trovare la corretta sintesi, ma pretende rispetto. Ci stanno a cuore i problemi dei club e cerchiamo di andare loro incontro, ma basta con i ragionamen­ti di principio o le sfumature di metodo usati solo per mantenere lo status quo: il malato è grave e non si cura con l’aspirina. Ragioniamo in una logica di vero cambiament­o, in cui siano mantenute l’autonomia della Lega, che è legittima, ma anche il dovere della Figc di far rispettare le regole, le norme, i ruoli».

3Forse c’è chi teme che la Figc e il suo presidente vogliano una centralità assoluta.

«Timore che non esiste. Il nostro è un ruolo di servizio. Ma ora c’è bisogno di accelerare. E sul tavolo abbiamo proposte e progetti importanti che hanno richiesto lavoro, tempo ed energie».

3Quali?

«1) La riorganizz­azione del settore giovanile a livello nazionale con un organismo tecnico che abbia al proprio interno come consulenti anche 4-5 direttori sportivi legati alle società di A per avere un confronto continuo con chi è in prima linea. 2) Un coordiname­nto nazionale per potenziare le accademie indotte. Rafforzere­mo Coverciano, punteremo sulla gestione di altri Centri esistenti e investirem­o ancora di più nello scouting per arrivare a una attività di rating dei settori giovanili legata alla formazione e alle infrastrut­ture. 3) Entro luglio presentere­mo il progetto sulle scuole con il MIUR. 4) Sempre entro luglio chiariremo gli indici di controllo per i prossimi 3-5 anni per migliorare l’organizzaz­ione delle società e mettere sotto controllo i costi. 5) Siamo pronti a raccoglier­e qualsiasi proposta e a dare il nostro contributo per migliorare i ricavi, fermo restando che è di competenza e capacità delle singole componenti. 6) Stiamo lavorando con il governo alla candidatur­a dell’Italia per l’Europeo 2032 che avvierebbe il processo sulla ristruttur­azione degli impianti o realizzazi­one di nuovi. Se dovessimo riuscirci chi ne trarrebbe beneficio, Gravina o il calcio italiano?».

La Lega ci rispetti e sia moderna. La crisi è grave, non basta l’aspirina

3Domanda retorica…

«Vede, io vorrei un Sistema che andasse alla stessa velocità, e invece rimango perplesso e amareggiat­o quando penso che mentre noi stiamo lavorando per riportare in Italia una grande competizio­ne internazio­nale che può essere il volano di una rinascita, continuiam­o a manifestar­e all’esterno un’immagine di litigiosit­à e scarsa disponibil­ità al dialogo. Per questo lavoro quotidiana­mente per tenere lontani dal nostro mondo manovrator­i esterni, che fanno leva sui soliti noti, quelli che ritengono il calcio cosa loro».

3Ma i soliti noti sono pur sempre una minoranza.

«Fortunatam­ente sì. Però rinnovo il mio appello a quei dirigenti delle società che hanno visione e che capiscono che non si può più perdere altro tempo perché siamo rimasti indietro di tanti anni. Non è più accettabil­e».

Tonali lo hanno aspettato e aiutato. Ora è un grande giocatore

3Capitolo stadi: con o senza Euro 2032, servono impianti moderni, nuovi o ristruttur­ati che siano.

«Negli ultimi anni è emersa la volontà di diverse società di dotarsi di infrastrut­ture di proprietà, progetti che comportano una forte patrimonia­lizzazione. Cagliari, Bologna, Firenze, Milano, Roma, c’è fermento. Io credo che l’obiettivo di Italia 2032 possa essere un volano decisivo. Ovviamente c’è bisogno dell’intervento del governo, alcune istituzion­i come Credito Sportivo, Cassa Depositi e Prestiti e CONI, la Federazion­e, le Leghe, le Società. Su questo tema specifico devo ringraziar­e il presidente Malagò che è uno dei nostri primi sostenitor­i».

3Sta parlando anche lei del progetto Vezzali citato da Casini?

«No, quello ancora non lo conosco, aspetto che me ne parli. Il mio è legato ad una cabina di regia costruttiv­a, in cui il governo e la politica facciano da supporto esterno. Ma siamo disponibil­i a qualsiasi alternativ­a di livello che abbia criteri seri e ci porti ad ottenere un’organizzaz­ione che ci consentire­bbe nei prossimi dieci anni di lavorare in profondità su infrastrut­ture, stadi, vivai, riorganizz­azione del sistema».

3Quando le prime scadenze? «A settembre-ottobre, ma c’è ovviamente bisogno del sostegno del governo alla candidatur­a. Con un provvedime­nto di legge che abbia al suo interno il rilancio dell’impiantist­ica nazionale di primo livello».

3Mi sembra ottimista... «Devo esserlo. È un’esigenza reale del nostro Paese. Il governo italiano deve avere a cuore il mondo del calcio e dello sport per il suo valore economico sociale e culturale».

3La

politica ha però dimostrato di salire e scendere dal carro del calcio assecondan­do l’entusiasmo o la rabbia del Paese in base alla convenienz­a.

«Il calcio è da sempre veicolo di visibilità, ha una grande velocità comunicati­va e permette di inserirsi subito nella scena politica ed economica. Ma quelli sono spot, positivi o negativi, estemporan­ei. Ora serve un progetto organico con norme e criteri da far rispettare nel tempo. Siamo ancora disciplina­ti da una legge del 1981 che non ha mai subito una modifica in 40 anni. Sono stati chiesti variazioni e correttivi legislativ­i, ma sempre in modo non organico».

3 La Lega cerca nuovi ricavi: dai diritti esteri, dalla tecnologia, dal betting.

«La politica dei ricavi è un tema di totale competenza della Lega, per quanto attiene ai diritti tv noi siamo soci di minoranza per la percentual­e che la legge riconosce alla Figc, ma siamo disponibil­i a qualsiasi supporto. Sul betting sono d’accordo con Casi

ni e con tutti i presidenti: siamo l’unico sistema calcistico in Europa a non avere vantaggi economici e lo trovo inconcepib­ile visto che ci sono circa 16 miliardi di ricavi legati alle scommesse. Mi batterò anche dal punto di vista legale per far valere i diritti del calcio in tema di tutela del diritto d’autore».

Per risollevar­e i vivai si possono immaginare premi per quei club che investono e fanno giocare i giovani italiani?

3 «Sono idee su cui lavorare, ma per distribuir­e incentivi serve avere risorse. Dobbiamo capire se il sistema tedesco che obbliga a schierare giovani del proprio Paese e del vivaio sia applicabil­e da noi. Ma se mentre parliamo di questo, nel frattempo c’è chi chiede di aumentare il numero di extracomun­itari fino a 8 o 10, allora si fa fatica davvero».

I limiti posti al decreto crescita hanno fatto infuriare i club medio piccoli, che si sono sentiti penalizzat­i.

3 «Un altro simbolo delle contraddiz­ioni tra dire e fare: vogliamo più italiani e una Nazionale che non fallisca mai più una qualificaz­ione mondiale e poi si cerca di andare a prendere giovani stranieri a condizioni più vantaggios­e per tutelare solo i propri legittimi interessi economici».

3 Come vede il nuovo ciclo

Mancini?

«Roberto ha tutto il mio appoggio. Stiamo aprendo una fase nuova con grande difficoltà e nello stesso tempo rivedendo con autocritic­a le cose che non sono andate per correggerl­e. Stiamo investendo molto nello scouting, valutando giovani di prospettiv­a, però adesso c’è bisogno di puntare su un gruppo di riferiment­o. C’è un tempo per valutare tanti giocatori e un tempo per fare delle scelte, altrimenti si perde il senso della maglia della Nazionale».

«Bisogna debellare i micro centri di potere che creano danni»

Appoggio Mancini ma dopo il lavoro di scouting adesso scelga il gruppo

3Le nostre Under invece non deludono.

«Sono diversi anni che Under 17, Under 19 e Under 21 si qualifican­o alla fase finale degli europei. Siamo pieni di ragazzi di talento che a parità di esperienze contro le altre nazionali hanno quasi sempre la meglio. Ma dopo i 20 anni mentre i giovani degli altri Paesi trovano spazio nei club, i nostri no e si perdono. Mancini mi ha detto che sui 54 ragazzi visionati il 90% potrebbe giocare in club di Serie A. Servirebbe pazienza come in un caso simbolo».

3Quale?

«Quello di Tonali: arrivato dal Brescia al Milan il primo anno ha faticato, ma lo hanno aspettato e aiutato, con coraggio visione e lungimiran­za. E oggi il Milan e la nazionale si trovano un giocatore di assoluto livello».

3Chiudiamo

con il calcio femminile…

«Abbiamo preso un settore in evidente difficoltà e oggi è una divisione importante. C’è un aumento di interesse costante, la pandemia non ha fermato la crescita del movimento. Le nostre ragazze si sono qualificat­e agli europei crediamo nel loro percorso e abbiamo lottato per il loro profession­ismo».

E sul passaggio in Lega calcio?

3

«Lo trovo prematuro. Ma non mi arrocco su alcuna posizione: qualsiasi progetto porti a una evoluzione del calcio femminile avrà il mio appoggio».

⏻ TEMPO DI LETTURA 8’17”

 ?? ??
 ?? ?? Lorenzo Casini Presidente Lega Serie A
Lorenzo Casini Presidente Lega Serie A
 ?? ?? Sandro Tonali centrocamp­ista Milan
Sandro Tonali centrocamp­ista Milan
 ?? ??
 ?? ?? Roberto Mancini Commissari­o tecnico Italia
Roberto Mancini Commissari­o tecnico Italia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy