Esperienza e fiducia Ora è sempre più al centro del Toro Djidji il terzo uomo
Il difensore è cresciuto nella stima di Juric Con Izzo e Rodriguez forma una diga solida
Asette giorni dal raduno, Gleison Bremer è sempre un giocatore del Toro e quindi, se non interverranno novità, lunedì si presenterà al Filadelfia per riprendere gli allenamenti con Juric. Il che non significa che si può ipotizzare un’altra sua stagione in granata, gli accordi presi al momento del rinnovo contrattuale sono chiari e saranno rispettati: dinanzi a un’offerta convincente sia per il brasiliano sia per il club, il difensore lascerà Torino. Negli ultimi giorni sembra che l’Inter si sia avvantaggiata su altre squadre dell’élite continentale, però al momento la situazione resta aperta. Naturalmente il Toro si è mosso per tempo e ha individuato cinque o sei profili in grado di sopperire alla partenza di Bremer. Radio mercato ha diffuso alcuni nomi, i più recenti sono quelli di Solet, francese del Salisburgo, 22 anni, e poi c’è Malick Thiaw, tedesco dello Schalke04, in agosto 21 anni.
Gli under L’annotazione anagrafica riveste molta importanza. Perché se la ricerca in corso si rivolge agli Under 23, non è detto che il prescelto arriverebbe con i gradi del titolare. Dovrebbe conquistarseli, e per due motivi: 1) In rosa ci sono Zima e Buongiorno, due giovani reduci da una proficua stagione di lavoro agli ordini di Juric, che ne ha apprezzato gli atteggiamenti e i progressi; 2) può darsi benissimo che il tecnico croato, per sostituire il regista del pacchetto arretrato, intenda affidarsi a un elemento esperto. Almeno fino a quando il neo acquisto non abbia assimilato i codici di comportamento, per dirla alla Mazzarri. E questo elemento esperto, Juric ce l’ha già in casa: Koffi Djidji. Il francese, proprio grazie alla stima ricevuta subito dall’allenatore croato, ha vissuto una prima parte di campionato da protagonista.
Titolare Juric lo ha schierato titolare già nella prima giornata e così nelle dieci partite successive, eccezion fatta per la Salernitana. C’è voluto un infortunio per interrompere questa striscia vissuta da centrale di destra, posizione di sicuro non sgradita. Ma chi segue con assiduità il Toro sa bene che nei momenti di necessità il francese di passaporto ivoriano ha assunto di buon grado i compiti del regista centrale. Per completare il quadro dello scorso torneo, Djidji è entrato dall’inizio in 21 match, 4 quattro volte è subentrato, altrettante volte è rimasto in panchina, una giornata se l’è persa per squalifica mentre 8 gare ha dovuto saltarle per infortuni. Totale in campo 1.737 minuti, recuperi esclusi.
Il ruolo
Il trio del ‘92 Se dal mercato non dovesse arrivare un difensore già affermato, ecco che Juric potrebbe varare un terzetto arretrato formato da giocatori della leva 1992. Sul centro destra Armando Izzo, nel mezzo a dirigere il nostro Djidji e sul centro sinistra lo svizzero Ricardo Rodriguez. Non c’è che dire, l’esperienza non farebbe difetto al muro-Toro, considerando anche la presenza tra i pali del trentatreenne Etrit Berisha. E se guardiamo ai rincalzi, David Zima (novembre 2000) e Alessandro Buongiorno (23 anni compiuti il 6 giugno) possono interpretare con lo stesso rendimento sia il ruolo di laterale che quello di centrale, per cui la difesa appare attrezzata. Certo, Bremer è un pilastro, non sarà agevole sostituirlo. Ma Djidji non soffre le responsabilità e quest’anno ha saputo sfruttare al meglio la chance offertagli da Juric. Potrebbe fare il bis.
Può giocare in mezzo e a destra in una difesa a tre Tra le sue qualità, sa anche impostare