BAGNAIA SI RIALZA SPUNTA BEZZECCHI DUCATI E APRILIA FORZA QUATTRO Fratelli d’
Pecco riscatta il Sachsenring e si rilancia in campionato. Quattro moto italiane davanti a tutti
L
a possibilità di redimersi dovrebbe esser concessa a tutti quelli che sbagliano. Molti non l’avranno mai, qualcuno la ottiene perché se l’è costruita da solo. Ecco, Pecco ha fatto esattamente così. Alla sua squadra, ai ducatisti, a se stesso, doveva un fine settimana e una gara di riscatto, autorevole abbastanza da lavar via il Sachsenring e Le Mans. E ci è riuscito, con classe, personalità, bravura: basta guardare l’altalena di risultati su cui dondolano in tanti, per capire quanto è difficile, anche per i migliori, tradurre sull’asfalto la propria superiorità. Pecco ha fatto vedere che la sua non è presunta, è reale, concreta. Lo ha rispiegato sabato in qualifica col record della pista, lo ha confermato nel modo più bello ieri, sventando l’attacco di Fabio Quartararo al via, come non gli era riuscito in Germania. E poi volando lontano. Mentre il rivale per la prima volta in stagione scivolava a terra, tirandosi dietro e rallentando Aleix Espargaro. Una caduta che ha certamente facilitato la cavalcata del ducatista. E che ha rivoluzionato la domenica e le
ferie di tanti. Perché ha fatto sì che una serie di storie meravigliose siano andate ad intrecciarsi su questa pista sempre un po’ magica. E se non lo ha proprio riaperto, di sicuro ha messo in un’altra dimensione l’intero campionato.
Paure
Ma chiariamo subito un punto a favore di Bagnaia, direttamente con le sue parole: «Non do per scontato che se non ci fosse stata la caduta di Fabio mi sarebbero venuti a prendere. Quando me ne sono reso conto mi sono detto di stare calmo, ma anche di continuare a tirare. Se mi fossero stati ancora vicini uno
o due decimi penso che sarei stato capace ancora di tirarli fuori». E poi comunque venerdì e soprattutto sabato Pecco aveva un po’ dissimulato, ma dopo che tutto è andato esattamente come sperava, cioè alla perfezione, ieri si è potuto permettere di riconoscere che sì, non c’erano solo Fabio e Aleix da tenere a bada. C’era un meraviglioso Marco Bezzecchi che in un paio di occasioni si è avvicinato e ha chiuso secondo. E c’erano soprattutto i fantasmi: un altro errore avrebbe squarciato scenari da non immaginare nemmeno. Sabato aveva detto che è giusto così, persino bello essere messi sotto esame. Ieri, con un bel bottiglione di Prosecco da celebrazione al fianco, ha ammesso: «Ero terrorizzato di sbagliare ancora. E forse è stata anche quella paura a farmi vincere così. Si è trasformata in una
Trionfo Italmoto Pecco e Marco portano sul podio l’Academy di Vale. Primo acuto a Noale di Viñales (3 )
pressione positiva». E allora sta tutta qui la grandezza sua e dell’impresa: spingere se stesso e la moto al limite, sul burrone delle proprie paure, e riuscire comunque a fare tutto per bene. Tocca provarci, perché, ha spiegato, arriva un punto in cui «bisogna essere sicuri di se stessi». Senza sbruffonate, ma con consapevolezza: «Dovevamo vincere, o almeno dimostrare di poter star davanti». Su una pista per lui speciale, tanto da essersela tatuata sul braccio destro. Ci ha vinto la prima gara, in Moto3 del 2016, su Mahindra, per questo, soprattutto, ama Assen. Che pure non avrebbe dovuto essere una pista Ducati, giacché l’ultimo successo risaliva al 2007 e a Casey Stoner: «Se abbiamo vinto qui significa che siamo tanto forti». Anche se, pur essendo passato da -91 a -66, ha chiarito: «Ora non devo cadere nella trappola di pensare al Mondiale». Avanti giorno per giorno, allora, come aveva detto al Sachsenring. Con davanti una vacanza che adesso ha tutta l’aria di essere molto più godibile. Da passare in Romagna, perché la fidanzata Domizia sarà al lavoro.
Storie italiane La festa con lei, con la sorella Carola, è stata tra i tanti momenti dolcissimi di ieri. Da brividi, come la rimonta, l’impresa, il doppio sorpasso finale che ha portato Aleix Espargaro ad un quarto posto straordinario. Come la gara di Bezzecchi e la sua passerella con la bandiera numero 46. Bez sarà per sempre ricordato come il primo ad aver riportato il giallo fluo sul podio, dove peraltro saliva per la prima volta in MotoGP. Esattamente come Maverick Viñales da quando è in Aprilia. Una serie di immagini e emozioni da tenere nel cassettone dei ricordi. La doppietta unodue Ducati, e al tempo stesso dell’Academy, a riprova che i tempi cambiano e i frutti arrivano. E poi il 700° podio di un pilota italiano nel Mondiale, e il 200° della Ducati. Un podio tutto di moto nostre, grazie all’Aprilia di Maverick terza. L’avevamo già visto a Le Mans, e allora ieri abbiam fatto anche di più: 4 italiane nelle prime 4 con Espargaro. Non succedeva da Imola 1972, da cinquant’anni (ok: le Ducati terza e quarta finirono doppiate dalle MV...). L’abbraccio lungo, sincero, commovente, tre Pecco e Bez è stato il miglior augurio di buone vacanze che potessimo immaginare.
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