Festa Balsamo: «Per uomini e donne lo stesso risalto»
L’iridata non sbaglia, suo il Tricolore «Ma meritiamo una uguale visibilità» E da giovedì sarà al Giro d’Italia
Anche a Elisa Balsamo, neo-campionessa italiana, avevano raccontato la «storia» della maledizione della maglia iridata, secondo la quale il campione del mondo in carica l’anno successivo al trionfo farebbe fatica a vincere. «Ma io non ci ho mai creduto. Semplicemente, credo che sia un qualcosa che abbia a che fare con la pressione che deriva da un titolo così importante. Ma se l’atleta si riesce a circondare da persone che lo fanno stare tranquillo, che lo supportano al cento per cento... questa pressione non si sente». La stagione della 24enne della Trek-Segafredo era iniziata alla grande e sta continuando sullo stesso livello: 6 vittorie tra cui Trofeo Binda e Gand-Wevelgem, l’ultima ieri al Tricolore nel Modenese, nelle zone colpite dieci anni fa dal terremoto. In volata, come spesso le accade, è stata perfetta, implacabile: a San Felice sul Panaro, dopo 147 km a quasi 40°, ha battuto Barbieri, Guarischi e Consonni (per Gasparrini, quinta, la maglia delle Under 23).
Logico attendersela protagonista anche all’imminente Giro d’Italia, che scatta giovedì da Cagliari: «Almeno una tappa voglio portarla a casa».
Idee Tra l’altro ieri Elisa ha vinto contro tutte, e non per modo di dire: correva da sola, mentre per esempio le compagne di club Longo Borghini e Paternoster vestivano rispettivamente le maglie di Fiamme Oro (erano in 9) e Fiamme Azzurre (5): «Ma tante squadre avevano interesse ad arrivare in volata, dove io sono saltata da una ruota all’altra riuscendo a vincere. Mi hanno aiutato istinto e colpo d’occhio». Con dedica al cugino Chicco, scomparso in un incidente stradale. Ha le idee chiare la cuneese — ora vive a Sarnico (Bergamo) con il compagno, il pistard Davide Plebani — che ha sempre un pensiero per l’idolo Alex Zanardi e di recente ha supportato la campagna-fondi per Amy Pieters, la campionessa olandese su strada che 3 mesi fa si è risvegliata dal coma dopo un terribile incidente in allenamento e deve affrontare un lungo percorso di recupero. «Mi ha colpito molto quanto le è accaduto. Non ho avuto nessuna titubanza e spero che in tanti possano sostenere questa buona causa, affinché lei abbia tutto il necessario per riprendersi». I pericoli della strada fanno parte del mestiere, si dice: «Da atleta non è facile realizzare che possono succedere delle cose così gravi, altrimenti non saliremmo più in bici, non correremmo più. Ma possiamo sostenere chi subisce incidenti gravi. Il mondo del ciclismo è unito, siamo tutti amici e ci aiuteremo sempre». E poi, in chiusura, una nota sulla rilevanza mediatica che il movimento femminile si merita: «Penso che sia giusto avere un risalto uguale a quello degli uomini. Per me il campione d’Italia e la campionessa d’Italia, per esempio, devono essere trattati allo stesso modo». ci. sco.