La Gazzetta dello Sport

5 DOMANDE A...

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Dino Zoff

PORTIERE DEL NAPOLI DAL 1967 AL 1972

In linea d’aria Mariano del Friuli e Udine distano soltanto 24 chilometri. La reattività tra i pali e quel cognome che sa di confine fanno il resto. Così, quando Alex Meret era uno dei talenti più interessan­ti del calcio italiano, il paragone con Dino Zoff è venuto quasi naturale.

È d’accordo con l’idea di 1 puntare su Meret?

«È difficile parlare con cognizione, in questi casi non si valuta soltanto l’aspetto tecnico. Nel complesso credo che il Napoli abbia preso la decisione più opportuna».

Fiducia, infortuni, 2 occasioni: cosa ha inciso di più sulle sue difficoltà?

«Un po’ tutto. Ma è un portiere della Nazionale, che ha molto futuro. La fiducia si conquista in campo, il fatto che ora possa contare su una maggiore continuità non dà sicurezze. Meret ha avuto diverso spazio, si è diviso le partite con un altro ottimo giocatore come

Ospina». Il rendimento discontinu­o può averne rallentato la crescita?

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«Relativame­nte. Innanzitut­to perché uno sportivo è tenuto sempre a migliorare i propri standard, poi perché è già in un giro importante. È un giovane che ha grandi possibilit­à, credo in lui».

C’è stato un periodo in 4 cui sembrava insidiare il posto di Donnarumma.

«Al netto degli errori recenti, ci ha fatto vincere l’Europeo. Non credo serva aggiungere altro quando».

«Il club fa bene È la decisione più opportuna Credo in Alex»

L’attualità invece dice 5 che per la seconda edizione di fila non saremo al Mondiale.

«Non mi preoccuper­ei troppo, abbiamo tanti ottimi calciatori. L’amarezza è comprensib­ile, ma solo un anno fa siamo diventati campioni d’Europa.

Salvatore Malfitano

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