La Gazzetta dello Sport

Italia per l’oro bis Riecco la Spagna «Perché l’argento si scorda subito»

Grecia ko, domani i rivali già battuti nel 2019. La carica del c.t. Campagna

- Di Stefano Arcobelli

La finale del Settebelli­ssimo. Conquistat­a di potenza, astuzia, saggezza. Palombella azzurra si era illuminata mercoledì notte nei quarti eliminando l’Ungheria; si illumina ancora di più in semifinale sotto il sole che cuoce questi Mondiali sul Danubio, ormai azzurro più che blu. Arrivederc­i Grecia, respinta con tutte le sue ambizioni (era argento olimpico in carica) e il gruppo di folletti (Vlachopoul­os è stato la spina). Non inganni il gol di differenza alla fine, l’Italia ha dominato il match più di quanto il punteggio esprima. Ha sofferto, ma con lucidità, non è cascata in nessuna trappola, ha imposto il proprio ritmo svuotando gli impeti degli ellenici che la mettevano sul palleggio veloce. Tre anni da campione del mondo, un torneo da detentore e ora di nuovo in lotta per l’oro: contro la Spagna, dominata 10-5 in finale nel 2019 e qui vincente nel girone 14-12.

Rinnovata e vincente La Nazionale di Campagna torna a emozionare come nei momenti migliori. Dal 1994 (da giocatore) e poi da allenatore, Campagna aggiunge sempre qualche perla in più della sua colossale maestria. Ormai è un affabulato­re di palombelle: siano spagnoli, ungheresi, greci. Era uscito dai Giochi settimo e troppo perplesso per insistere sullo stesso gruppo. Ha fatto le variazioni

sul tema del suo ormai collaudati­ssimo spartito e lo ha servito a uso di una squadra piena di gregari affamati e di generoso ardore, nella quale forse come mai “il gruppo è tutto”, un refrain ripetuto dai 13 azzurri. Ogni volta che il Settebello provava a scappare, la Grecia reagiva, solo nel quarto tempo il vantaggio di 3 gol pareva aver messo fine alla disfida: macché, complici gli arbitri, gli ultimi secondi sono stati un’inutile appendice di stress che non avrebbe potuto far cambiare l’esito della semifinale. L’Italia ha stramerita­to

perché ha dominato un po’ meno che nei quarti, ma la sua cifra è stata visibile e ancora una volta tra le parate di Del Lungo, il grande lavoro dei Di Somma, Bruni, Iocchi Gratta (19 anni), il lavoro al centro di Fondelli, il prodigarsi di Di Fulvio che ha trovato il gol all’ultimo minuto (11-9) che ha definitiva­mente spezzato le speranze degli ellenici. Una sofferenza reciproca tra due squadre che assomiglia­ndosi tendevano ad annullarsi. Più efficace la difesa azzurra, decisivo ancora una volta il portiere Marco Del Lungo (i

greci hanno dovuto schierare quello di riserva avendo il titolare infortunat­o).

Maturità L’orgoglio di Campagna: «Il risultato è sempre stato in bilico anche se abbiamo condotto dall’inizio alla fine facendo perdere certezze alla Grecia, che si è avvicinata 3-4 volte, però abbiamo mostrato maturità, abbiamo saputo accelerare quando dovevamo e controllat­o il risultato quando dovevamo. E alla fine è venuta fuori la qualità di alcuni come Nicholas Presciutti. La finale? Una partita da vincere, perché un argento si dimentica dopo una settimana. Anche per i ragazzi. La medaglia d’oro è un’altra cosa. A questo punto ce la giochiamo: ma con il cuore». Con il podio virtuale della pallanuoto ancora da colorare l’Italia eguaglia l’edizione di Kazan 2015 in cui raccolse almeno una medaglia in ogni disciplina. Manca davvero l’ultimo trionfo del Settebelli­ssimo.

 ?? ?? Festa sul Danubio Sandro Campagna, il ct azzurro con gli occhiali, festeggia con i suoi ragazzi la vittoria in semifinale contro la Grecia. Domani sera alle 20 affronterà la Spagna per l’oro, è la stessa finale del 2019
Festa sul Danubio Sandro Campagna, il ct azzurro con gli occhiali, festeggia con i suoi ragazzi la vittoria in semifinale contro la Grecia. Domani sera alle 20 affronterà la Spagna per l’oro, è la stessa finale del 2019

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