Vergogna Piquet Nuove offese contro Hamilton e papà Rosberg
Le sue scuse non avevano convinto nessuno. Ma adesso a inchiodare Nelson Piquet emergono altre frasi vergognose legate a un video, diffuso su Twitter dall’account Metropoles, nel quale il tre volte iridato definisce Lewis Hamilton con parole razziste e omofobe. Una sorta di bis dopo l’intervista del novembre 2021, pubblicata nei giorni scorsi dal canale Youtube “Motorsports Talks”, in cui aveva descritto Hamilton con la parola “neguinho” (negretto). L’offesa si riferiva all’incidente di Silverstone fra Lewis e Max Verstappen, fidanzato di sua figlia Kelly: «Il negretto ha giocato sporco...». Ma Piquet nel secondo video va oltre parlando della stagione 2016, che aveva visto Hamilton perdere il titolo in casa Mercedes a favore di Nico Rosberg. L’intervistatore gli chiede un parere su Rosberg padre, suo avversario in F.1 negli Anni 80, e il brasiliano se ne esce con questa affermazione: «Keke era una m...a, non aveva alcun valore, proprio come suo figlio Nico. Ha vinto un campionato, ma il negretto deve aver dato un po’ troppo il c**o in quel periodo e per questo non ha guidato bene».
Critiche
Il documento ha sollevato un nuovo polverone. E stavolta sarà difficile per Piquet giustificarsi dicendo di essere stato male interpretato. Il mondo della F.1 ha già espresso il suo giudizio, prendendo le distanze dal personaggio, ed è probabile che seguiranno azioni concrete, come il divieto di accesso al paddock per l’ex campione del mondo. Giovedì, Hamilton ha invitato i media a non dare più spazio alle dichiarazioni di questo tenore: «Non dobbiamo dare voce alle vecchie idee di persone che sono fuori dallo sport da decenni e a chi discrimina. Ho ricevuto da sempre offese razziste, ma sono
ancora qui a lottare a testa alta». Persino Verstappen si è dissociato dalle affermazioni di suo “suocero”, ignorando però che ci sarebbe stato un altro capitolo scabroso della vicenda. «Ha sbagliato a usare certe parole — ha detto l’olandese della Red Bull —. Ma l’ho conosciuto e non è razzista. Non dovrebbe essere bandito dal paddock. Tutti meritano una seconda possibilità, forse non una terza». Ecco, appunto.
Strafalcioni Piquet non è nuovo agli strafalcioni. Il suo passato è burrascoso. Dal pugno scagliato sul casco di Eliseo Salazar, colpevole di averne causato il ritiro per un contatto durante un doppiaggio nel GP di Germania 1982, fino alle parolacce dette in più occasioni contro i rivali dell’epoca. Il nemico per eccellenza era Ayrton Senna, brasiliano come lui, che minacciava di oscurarlo con le sue vittorie. Nel 1987, dopo avere vinto il terzo e ultimo titolo mondiale, Nelson lo definì “gay” in un’intervista al Journal do Brasil. In seguito avrebbe anche aggiunto: «Chiedetegli perché non ha una ragazza. Ha trascorso quasi tre anni in Formula 1 e non ce l’ha ancora. È accompagnato in pista solo dal suo amico Junior». Accuse di omosessualità dalle quali Senna, pilota idolo di Hamilton, dovette difendersi facendo capire che si sarebbe rivolto a un Tribunale. lu.pe.