La Gazzetta dello Sport

SAINZ E LECLERC, PASSO DA POLE OCCHIO ALLA TRAPPOLA PIOGGIA Ferrari, il giorno Della verità

Carlos top nelle FP2, Charles solido Ok le Mercedes, Red Bull nascoste Attesi nuovi acquazzoni come in FP1

- Di Andrea Cremonesi INVIATO A SILVERSTON­E (GRAN BRETAGNA)

Sold out, il circuito di Silverston­e tutto esaurito; l’annuncio compare persino sui pannelli segnaletic­i dell’autostrada che sale da Londra. In questi giorni sugli spalti del circuito, dove la storia del Mondiale di Formula 1 ebbe inizio 72 anni fa, si alterneran­no 400 mila persone (solo ieri al circuito erano in 106 mila). Un esodo tanto più sorprenden­te perché dopo quasi dieci anni, non c’è un pilota britannico che abbia realistich­e chance di vincere la gara di casa. Lewis Hamilton, che pure ha chiuso le secondo libere del venerdì con il secondo tempo a soli 163 millesimi da Carlos Sainz, non si fa troppe illusioni: «Il passo avanti c’è stato - ha detto facendo riferiment­o all’elenco delle novità introdotte sulla Mercedes W13, dalla sospension­e anteriore all’ala posteriore passando per le ennesime modifiche al fondo ma sono convinto che poi in gara le Red Bull e le Ferrari saranno più avanti di noi». Stessa prudenza di George Russell che pure ha tenuto un passo gara simile a quello dei due team che stanno lottando per questo titolo mondiale. E la Ferrari, da questo punto di vista, si conferma una macchina duttile, in grado di andar forte in qualunque condizioni, anche con le basse temperatur­e di ieri (l’asfalto di Silverston­e non ha mai superato i 20 gradi) e il vento che ha reso difficile il bilanciame­nto. Leclerc con le medie prima e Sainz quando si è passati alle morbide poi nell’unica ora - quella del tardo pomeriggio - dove si è girato in condizioni d’asciutto dopo gli acquazzoni dell’ora di pranzo, hanno guidato la lista dei tempi. Un importante segnale soprattutt­o per lo spagnolo che alla vigilia sosteneva come questa pista rappresent­asse per lui un banco di prova per dimostrare che i progressi compiuti con la F1-75 da Montecarlo in poi fossero reali. «È stato un pomeriggio intenso: c’era vento, quindi non è stato semplice trovare il giusto bilanciame­nto nelle curve veloci e un buon compromess­o per le gomme nelle parti più lente.

Per ora siamo stati veloci, ma credo ci sia margine di migliorame­nto», ha commentato lo spagnolo.

Spettro affidabili­tà Sulla sua monoposto, dopo la sostituzio­ne del telaio per un sospetto problema al sistema di alimentazi­one, sono stati montati nuovi turbo e motogenera­tori elettrici (Mgu-K e Mgu-H). Una misura che si è resa necessaria perché sino a quando non saranno risolti alla radice i problemi di affidabili­tà che hanno costretto Leclerc a fermarsi mentre si trovava al comando sia in Spagna sia a Baku, non si rischierà di portare al limite del chilometra­ggio i componenti della power unit. Ma è chiaro che così la coperta è corta sopratutto perché la Red Bull da questo punto di vista è come un orologio svizzero. E Carlos rischia di subire la stessa sorte di Leclerc in Canada, prendendo penalità (già prima della sosta estiva?) tanto più che dopo Silverston­e,

4. 5. arriverann­o Zeltweg (Austria) e Le Castellet (Francia), altre piste di motore. Che l’attenzione sia massima lo dimostra il fatto che i motori Ferrari sono stati sostituiti sull’Alfa di Zhou e la Haas di Mick Schumacher (mentre Bottas ha sostituito la Mgu-K). Chi da questo punto di vista può stare più tranquillo è Charles Leclerc (sulla sua monoposto però è stato sostituito il cambio) che ha chiuso il pomeriggio inglese con il quinto tempo assoluto solo per un banale contrattem­po legato al cruscotto digitale che, fornendo indicazion­i sbagliate, lo ha indotto ad alzare il piede proprio nel momento più propizio per saggiare il limite delle gomme soffici. «Ho avuto buone sensazioni dalla macchina per cui posso dirmi ottimista a livello di competitiv­ità per qualifiche e gara».

Rivali Poco male perché anche la Red Bull non ha vissuto un venerdì memorabile. «Saltare la FP1 non è stata una situazione ideale, ma nemmeno un grande problema per noi. Sappiamo che dobbiamo lavorare ma sappiamo anche dove intervenir­e, anche se poi per le qualifiche è attesa pioggia», ha spiegato il campione uscente Max Verstappen. E questo, in effetti, potrebbe mandare all’aria qualsiasi previsione per la pole.

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