SAINZ ROSSA Acqua bened Etta
PRIMA POLE MAX LO INSEGUE OCCASIONE
«C
i voleva! Perché questa pole gli consentirà di acquisire fiducia. Eppoi è speciale per il posto in cui l’ha ottenuta e per le condizioni, era facile commettere un errore». Non nasconde la propria soddisfazione Carlos Sainz senior, monumento dell’automobilismo spagnolo. Non è qui a Silverstone ma a 1.800 km, quelli che separano il circuito inglese da Maiorca, suo consueto luogo di villeggiatura. Lì al caldo sole del Mediterraneo, ha ammirato il figlio viaggiare forte sotto la pioggia, poi è andato a giocare a golf.
Incantesimo Ci sono voluti 151 tentativi prima di riuscire a mettersi tutti dietro in qualifica e potrebbe apparire una eternità se confrontato per esempio al palmares di papà Carlos che, prima di diventare il re della Dakar, ha messo in bacheca due titoli mondiali e 26 rally iridati. Eppure il campione madrileno ha sempre sostenuto che il momento buono sarebbe arrivato, anche dopo l’avvio sfolgorante di Charles Leclerc al quale si contrapponevano le difficoltà, gli errori e le gare incolori del figlio. «Sapevo che era solo questione di tempo», ha ripetuto ieri, prendendo fiato dalla buca 5. E, infranto il primo incantesimo, oggi potrebbe svanire anche il secondo, quello che più conta: la prima vittoria. In fondo Carlitos l’ha già sfiorata sia a Montecarlo, dove la sua lucida chiamata strategica si è scontrata con l’ostacolo Nicholas Latifi (ieri bravissimo decimo) sia a Montreal secondo a soli 9 decimi da Verstappen.
Lezione Ma soprattutto Sainz in questa occasione ha saputo mettere a frutto la lezione canadese. «A Montreal aveva esagerato, qui invece ha saputo aspettare. Ha fatto un ottimo lavoro mentale di approccio alla qualifica. È stato calmo e paziente. Bravo», il complimento di Mattia Binotto. Se due sabati fa aveva vanificato l’assalto al tempo di
Verstappen, sbagliando l’ingresso all’ultima curva, ieri, invece, non ha commesso, nel momento cruciale, la benché minima sbavatura. Non era facile. «Ogni giro era come affrontare una nuova avventura», per via delle pozzanghere e della difficoltà di mandare e mantenere in temperatura le gomme intermedie. Condizioni che invece hanno tradito i due più attesi protagonisti; il campione del mondo e Charles Leclerc.
Errori Giro dopo giro, sessione dopo sessione: i due si sono strappati il miglior tempo un infinito numero di volte con la fastidiosa (per loro, non certo per il pubblico) presenza nei quartieri alti di Lewis Hamilton. Ma nel finale l’olandese della Red Bull ha vanificato l’impressionante velocità, propria e della vettura disegnata da Adrian Newey, con una serie inusuale di errori («il testa coda? È stato un modo per scaldare meglio le gomme», ha poi sdrammatizzato), mentre il monegasco all’uscita della Chapel si è girato nel giro decisivo, provocando una bandiera gialla che si è trasformata in un assist proprio per il compagno di squadra, perché ha costretto Verstappen ad alzare il piede nel settore centrale.
Rivalità Ma questo è l’unico regalo che Charles pare voler concedere allo spagnolo. «Sarei contento se vincesse la sua prima gara, ma non vi nascondo che è il mio stesso obiettivo. Sarebbe fantastico chiudere questo
Lo spagnolo esalta la Ferrari nel diluvio Il padre: «Ci voleva! Qui è più speciale» Leclerc 3° e affamato
fine settimana con una doppietta». Impresa difficile ma non impossibile se la Ferrari recuperasse il passo del venerdì pomeriggio nel caso probabile che si corra sull’asciutto. Anche se nelle ultime libere la Red Bull aveva impressionato, piazzando Sergio Perez (che ha montato la seconda centralina elettronica, dalla terza scatta la penalità) secondo seppure a 4 decimi da Max. «Siamo forti sia sull’asciutto sia sul bagnato. Spiace per la pole, ma partire in prima fila è sempre un’ottima cosa soprattutto perché in queste condizioni è una lotteria». Per Max vincere a Silverstone avrebbe pure il sapore di una rivincita contro il pubblico che lo ha sonoramente contestato dopo le qualifiche, evidente conseguenza dell’avvelenato finale dello scorso Mondiale.
Alleato Un comportamento stigmatizzato dallo stesso Hamilton: «Non sono d’accordo con i buuu, noi siamo meglio di così». Il 7 volte campione del mondo, primatista di successi (8) su questa pista, non ha nascosto la delusione per il quinto posto e, pur elogiando i progressi della sua Mercedes, ha predicato prudenza: «Il podio? Dura tenere il passo di Ferrari e Red Bull». La verità dalle 16 ora italiana. Con la speranza che non abbia ragione Alonso quando dice che alla fine «tanto vince sempre la Red Bull».