La Gazzetta dello Sport

Rivincita Sainz «Per me nulla è mai stato facile»

Ha vinto con la Ferrari al 150° GP iridato «Se lotti, prima o poi le cose arrivano»

- Di Mario Salvini

Quando Carlito ha scelto l’asfalto si è tolto dal pericolo di diventare un Axel Merckx o un Jordi Cruyff del rally. E al tempo stesso ha avuto chance che altri bimbi mai avrebbero potuto sognare. Eppure, ha detto ancora ieri, nel giorno certamente più bello della carriera: «Per me è sempre stato tutto difficile». Ed è vero. In F.1 ci è arrivato giovane, a 21 anni, non da vincente. L’epoca dei predestina­ti già si intravedev­a. E lui li ha avuti tutti e tre come compagni di squadra: prima Max Verstappen, poi Lando Norris, ora Charles Leclerc. Tutti più giovani di lui, tutti benedetti da un talento che, a detta degli altri, lui non avrebbe. Non così cristallin­o. La forza di

Carlos Sainz è che non ha mai dato retta a chi la pensava così. È sempre stato convinto di valere di più, quando nel 2014 nella Academy Red Bull hanno scelto di promuovere Daniil Kvyat prima di lui in Toro Rosso. E ancora l’anno dopo, quando reduce dal titolo di Formula Renault è finalmente arrivato nello Show da compagno di Max. Cioè da predestina­to... secondo.

Silverston­e nel cuore

Non è stato nel paragone col padre due volte campione del mondo di rally che ha ogni volta dovuto dimostrare qualcosa, ma nel confronto con ragazzini mostruosam­ente dotati. Però non si è mai agitato, e ha mantenuto la fiducia. Nel 2017, alla vigilia del GP di Gran Bretagna, ancora in Toro Rosso, dunque un bel po’ lontano dal podio, disse: «Sono sicuro che la vittoria arriverà». Non intendeva lì e allora, non è uno sprovvedut­o, Carlos. Era un discorso in prospettiv­a, fatto l’11 di luglio, lo stesso giorno in cui John Grant, presidente del circuito, aveva annunciato la rescission­e del contratto con Liberty e che quindi dal 2019 non si sarebbe più corso a Silverston­e. Meno male che non è andata così. Se no questa storia sarebbe stata molto meno affascinan­te. Proprio lì, a Silverston­e, esattament­e sette anni prima, il 10 luglio 2010, il non ancora sedicenne Carlos aveva ottenuto la prima pole, in Bmw Series. E l’indomani la prima vittoria. Meraviglio­so prequel di quel che abbiamo visto tra sabato e ieri. E ancora a Silverston­e, nel 2019 alla McLaren, s’è fatto entrare in testa il ritornello di una vecchia canzone

di Sade Adu. Non aveva nemmeno ben capito il significat­o, ma da lì è diventato il suo inno: “Smooth Operator”. Tormentone e manifesto della sua attitudine. Perché come il figo playboy del testo, Sainz ha fatto della facilità di guida, della capacità di evitare gli errori e della abilità ad adattarsi a ogni auto, i suoi punti di forza.

Lui e la F1-75 Tutti apparentem­ente sconfessat­i all’improvviso quest’anno dalla F1-75, la prima sua macchina potenzialm­ente vincente, eppure anche la sola che sembrava non volersi far guidare la lui. «Ma è così che va, nella mia carriera non c’è mai stato niente di facile...». Dunque non lo sono stati molti dei primi 10 GP di questo 2022 né tantomeno quello di ieri. Dopo essere stato beffato da Verstappen alla prima partenza, dev’essergli tornato in

mente il più suggestivo dei consigli di papà: «Se non mordi, ti mordono». E allora al secondo via ha morso Max. «In FP2 ero il più veloce, in gara no. Avevo molto sottosterz­o nelle curve veloci, ammazzavo le gomme, non riuscivo a tenere il passo che mi chiedeva la squadra. Così ho fatto passare Charles». Tutto difficile, tutto in salita, come sempre, fino all’ultimo. Però dopo la safety car ha morso anche il compagno. «Ero certo di passarlo, ho solo cercato di non fargli perdere tempo». In ogni caso è andato via. E al 150° tentativo ce l’ha fatta. Ha potuto sorridere, come non si era concesso sabato. Perché mezza missione non poteva più bastargli. Nello stesso weekend si è tolto tutti i pensieri: prima pole e prima vittoria, monumenti alla perseveran­za, alla fiducia in se stessi, alla capacità di non ascoltare chi ti sminuisce. «Se continui a crederci, se continui a lottare, se non ti arrendi, le cose in cui credi prima o poi arrivano».

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Carlos Sainz, 27 anni, appena uscito dalla sua Ferrari F1-75: ha vinto una gara Formula 1, al suo 150° GP AFP
Il trionfo Carlos Sainz, 27 anni, appena uscito dalla sua Ferrari F1-75: ha vinto una gara Formula 1, al suo 150° GP AFP

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