La Gazzetta dello Sport

L’INTER CAMBIA DUE BIG IN PORTA INZAGHI STUDIA LA CONVIVENZA Onana-Handa

- Di Filippo Conticello

ra tocca a Simone decidere chi sarà il guardiano del Faro: il vecchio capitano, che ha già visto mille mari in tempesta, o il nuovo appena arrivato dall’Olanda, tra curiosità e una puntina di diffidenza? Chi sarà il nuovo portiere titolare dell’Inter 2022-23 è una delle domande di stagione, anzi è l’interrogat­ivo più scivoloso per Simone Inzaghi, l’allenatore chiamato a rispondere. Di qua Samir Handanovic, con 439 presenze nerazzurre in curriculum e la fascia ancora arrotolata al braccio; di là André Onana, con i suoi sei anni di militanza all’Ajax e una formazione catalana. Il camerunese tirato su dalla cantera del Barça sin da bambino ha allenato i piedi e non solo le mani, ma a Milano trova un altro specialist­a del genere: Handa è già di suo tra i più abili nel fare partire l’azione. A dividerli, semmai, alcune caratteris­tiche di base: il senso della posizione guida lo sloveno, l’esplosivit­à e l’istinto accendono l’africano. Il capitano negli ultimi anni ha stranament­e alternato miracoli a errori, a volte piuttosto marchiani, ma pure Onana deve zittire molti scettici: scontata la vecchia squalifica di 9 mesi (feb2021) non ha mai mostrato particolar­e costanza. Intanto, ieri a Olbia si è allenato ancora con l’amico Lukaku: il bombardame­nto di tiri proseguirà per tutta la stagione.

Pro e contro Samir ha già messo la firma sul rinnovo annuale del contratto scaduto il 30 giugno e i nerazzurri aspettano solo il momento migliore per annunciarl­o come si deve. André, invece, ha passato strani mesi da interista in pectore: il suo acquisto era stato apparecchi­ato a inizio 2022, ma la formalità dell’annuncio è arrivata solo l’1 luglio. Per lui un quadrienna­le a 3 milioni netti che al lordo valgono poco meno di 4 grazie al Decreto Crescita. Denari a parte, è la filosofia generale che cambia: per anni Handa lasciava solo qualche briciola sulla tavola e, invece, adesso dovrà quanto meno dividere il pasto. L’Inter abbandona, quindi, il monopolio e abbraccia la diarchia: da ora ci sono due pari grado a contenders­i il posto, con tutti i pro e i rischi del caso. La coabitazio­ne forzata dà al tecnico l’opportunit­à di scegliere il più ispirato, può essere uno stimolo positivo ma pure esasperare i rapporti. In ogni caso, niente che l’a.d. Beppe Marotta non abbia già sperimenta­to con successo alla Juve: lì Gigi Buffon fu chiamato a convivere con l’erede designato, Wojciech Szczesny, nel 2017-18. È logico pensare che Onana, dopo questa prima stagione di atterraggi­o, prenda definitiva­mente possesso dei guanti. Non fosse altro per il ticbraio-novembre chettìo del tempo che passa: tra 10 giorni esatti, il 14 luglio, Samir compie 38 anni. L’Inter da tempo valutava il problema generazion­ale e pensava di inserire un altro portiere più giovane per il postHanda: si è intervenut­i solo quest’anno perché è arrivata l’occasione giusta tra gli svincolati.

Feeling da costruire Il tempo soffia, quindi, dalla parte del 26enne, ma almeno all’inizio niente è scontato. Si inizia alla pari, con un naturale leggero vantaggio di Handanovic, dovuto al ruolo nello spogliatoi­o e ai 10 anni di onorato servizio ad Appiano. Ma ci sarà comunque un nuovo dosaggio delle forze: anche se Inzaghi battezzerà presto un titolare, l’altro sarà comunque chiamato in causa spesso. La ferita lal’inamovibil­e

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