La Gazzetta dello Sport

Ferrari, puoi gioire per Sainz Ma perché sacrifichi Leclerc?

- Di Gianluca Gasparini

Ha vinto una Ferrari, viva la Ferrari. Lo ha fatto con Sainz, che ha rotto il ghiaccio al GP numero 150 in F.1 su una pista importante per la storia della rossa. Carlos ha corso bene, veloce e aggressivo, nonostante una sbavatura a inizio gara che ha aperto la porta a Verstappen. E va celebrato, perché la tenacia e la fiducia in se stesso - che l’hanno portato fin qui hanno trovato finalmente il premio più grande. Ma è difficile per i tifosi gioire con gusto - come l’impresa dello spagnolo meriterebb­e - perché Leclerc, che poteva guadagnare parecchi punti su un Verstappen in difficoltà, ha chiuso solo quarto. E non per colpa sua. Come a Monaco, Charles è rimasto vittima delle circostanz­e e delle decisioni del muretto box di Maranello. Galeotta è stata la safety-car, entrata in pista per lo stop della Alpine di Ocon a 13 giri dalla fine. Senza questo imprevisto Leclerc avrebbe conquistat­o il GP senza problemi. Dunque, è intervenut­a una buona dose di malasorte. Ma, di fronte a una situazione non preventiva­ta, il muretto del Cavallino ha preso ancora una volta una decisione

discutibil­e sacrifican­do il pilota messo meglio nella classifica Mondiale impedendog­li, in sostanza, di giocarsi la corsa. Quando la gara è stata neutralizz­ata gli strateghi della rossa potevano effettuare diverse scelte, il tempo c’era. La più logica era far rientrare Charles per montargli un treno di gomme soft. Al massimo con

il vantaggio che lui, Sainz e Hamilton avevano sul quarto classifica­to in quel momento – sarebbe rientrato in terza posizione. Ma con pneumatici freschi e la velocità per vincere. Si poteva fare anche un pit-stop doppio, con entrambi i piloti. Se Lewis non li avesse seguiti (ma lo avrebbe fatto...) sarebbe rimasto davanti, però con gomme dure e usate, e le due Ferrari se lo sarebbero “mangiato” in pochi giri. In caso di dubbi, infine, bastava lasciar fuori Carlos. Sapendo che non avrebbe più potuto vincere, certo. Invece si è scelto di penalizzar­e il suo compagno, e francament­e – dopo quanto successo a Montecarlo – era l’ultima cosa da fare. La pista, dopo la prima sosta ai box dei due ferraristi, aveva dato la sua sentenza: Leclerc era più veloce, meritava il successo. Nel dopo gara Charles è stato compostiss­imo. Ma le parole pesano tanto. «È un’occasione buttata – ha detto -. Anche stavolta non è stata presa la decisione giusta». Non è dato sapere quanto questo secondo episodio possa incidere sui destini del Mondiale. Di sicuro aumenta la frustrazio­ne del monegasco, che sente di essere pronto per il titolo (aiutato, certo, da una F1-75 super) ma accumula rimpianti in serie tra stop tecnici e gare che sfuggono così. Ed evidenzia come, in casa Ferrari, i due piloti siano considerat­i assolutame­nte alla pari. Binotto, il team principal di Maranello, lo ha sempre sostenuto. Dunque c’è coerenza. Quanto sia utile in chiave iridata è però da dimostrare: sarebbe imperdonab­ile ritrovarsi a fine novembre a fare i conti con qualche rimorso. Per fortuna arriva subito il GP d’Austria: battere la Red Bull sulla sua pista sarebbe la medicina migliore contro i mal di pancia inglesi. Per concludere, un ennesimo sentito grazie alla Fia che ha voluto e imposto Halo, la protezione dell’abitacolo sulle monoposto. Ieri ha salvato la vita a Zhou, come fatto con Grosjean in Bahrain nel 2020: che non si sia fatto male nessuno, fotografi e commissari compresi, è da considerar­si un miracolo pensando a dove è finita l’Alfa Romeo del cinese. La F.1 resta uno sport pericoloso, ricordiamo­celo quando la paragoniam­o a un videogioco.

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 ?? ?? A testa bassa Charles Leclerc, 24 anni, sconsolato dopo l’arrivo del GP di Gran Bretagna chiuso al quarto posto con la sua Ferrari
A testa bassa Charles Leclerc, 24 anni, sconsolato dopo l’arrivo del GP di Gran Bretagna chiuso al quarto posto con la sua Ferrari

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