Milan, parte il viaggio per la seconda stella Più del mercato, contano gioco e spirito
Il 4 luglio 2021 i giornali annunciavano la volontà di Sandro Tonali di ridursi l’ingaggio per agevolare la sua permanenza al Milan, dopo una prima stagione di luci e ombre. Voleva restare nella squadra dei suoi sogni di bambino, voleva esserci assolutamente al raduno dell’8 luglio. Un anno esatto dopo, oggi, 4 luglio, un primo pezzo di Milan si rimette al lavoro con lo scudetto sul petto. Di quello scudetto Tonali è stato grande protagonista, la sorpresa più abbagliante, trascinatore e goleador imprevisto a un passo dal traguardo (Lazio, Verona). Un anno intenso che ha ribaltato prospettive e pronostici e ha riportato il Diavolo in cima alla Serie A dopo 11 anni. A 43 giorni dalla festa con il Sassuolo, Stefano Pioli torna a Milanello, il suo ufficio, e si mette in viaggio verso la seconda stella. Domani avrà ai suoi ordini Divock Origi, il nuovo bomber arrivato dal Liverpool. Il grosso della truppa sbarcherà a metà mese. Oggi può già riabbracciare Olivier Giroud, l’eroe del derby che in 3 minuti ha ribaltato una stagione. Tra i pochi presenti anche Simon Kjaer, il totem difensivo che ha perso gran parte della stagione scorsa, e indirettamente ha contribuito allo svezzamento della coppia d’oro Kalulu-Tomori. C’è già Tommaso Pobega che può aiutare a riempire il buco di corsa e di tackle lasciato da Franck Kessie. C’è già Yacine Adli, il talentino francese che entrerà nelle rotazioni della trequarti e dell’attacco. È qui che il Milan spenderà il grosso delle sue risorse, per migliorare la rifinitura, il neo più vistoso della stagione scorsa. Il miglior Milan è coinciso con il miglior Brahim Diaz, che però si è spento presto. Si cerca un 10 più fisico, più continuo, di spessore internazionale.
Un campione già formato, di esperienza e carisma.
A proposito di mercato, oggi prima uscita pubblica collettiva, immaginiamo sorridente, di Maldini, Massara e Gazidis, dopo l’imbarazzate teatrino contrattuale e le firme arrivate sul suono della campanella. Il tempo perso impone un’accelerata alle trattative, mentre dagli accampamenti nemici arriva l’eco di grandi manovre. Lukaku si è già affacciato dal terrazzo della sede dell’Inter, proprio in faccia all’appartamento di Ibra. Marotta cova Dybala. La Juve si avvicina a Pogba e Di Maria. Perfino l’amico Galliani pensa in grande. Ma la sensazione è che la competitività del Milan, come ha spiegato bene il saggio Arrigo Sacchi, non si giochi sul mercato, ma sulla capacità di confermare le sue due qualità migliori: spirito e gioco. Nessuno ha pareggiato l’empatia di gruppo e la fame dei giovani rossoneri. Un’empatia stimolata dall’emergenza infortuni (da Ibra e Kjaer in giù), ma anche dalle nebulose acrobazie della proprietà (Rangnick, Superlega, cessione, rinnovi) che ha compattato ancora di più il gruppo di lavoro di Pioli. Per unità solidale di spogliatoio e spirito di sacrificio, il Milan è stato più forte di tutti. Ma anche tatticamente. I tre anni di magistero di Pioli hanno dotato il Diavolo del più sofisticato e attrezzato sistema di gioco del campionato: identità solida e variazioni spiazzanti sul tema, in base all’avversario, che hanno fruttato molto negli scontri diretti. Funzioni e pedine spostate in zone diverse del campo: dai terzini centrali a Tonali trequartista. Spirito e gioco erano anche le prime virtù della Nazionale europea di Mancini che, come il Milan, ha sconfitto avversari più forti. Dopo il trionfo di Wembley, spirito e gioco sono in gran parte scomparsi. Pioli dovrà essere bravo a impedire quest’involuzione, a intercettare il rischio della pancia piena e a presentare ancora un Milan con la faccia da lotta di Tonali e Tomori; il solito Milan “on fire”, come canteranno a Pioli le migliaia di tifosi che saliranno questa mattina a Milanello per onorare i primi campioni d’Italia che tornano al lavoro.
I rinforzi in arrivo Il Milan investirà soprattutto per un 10 che migliori la rifinitura, il limite più evidente