Le strade che portano a Paulo
INTER, PAZIENZA E USCITE PER FAR SPAZIO A DYBALA COSÌ IL FEELING RESISTE
Marotta tattico «Rappresentava un’opportunità, ma davanti siamo pieni...» E lunedì sera altro contatto con lo staff dell’argentino
Più passano i giorni, più aumenta il vociare attorno, e più la cruda realtà prende forma. Paulo Dybala è un talento senza squadra, uno svincolato di gran lusso, appeso a decisioni altrui e non solo sue. L’Inter, invece, dopo una lunga opera di seduzione, ha fatto un passo indietro nella trattativa con l’argentino. O meglio, lo ha fatto di lato così da poterlo controllare in maniera sorniona, a distanza. Magari con una telefonata strategica all’entourage come quella di lunedì sera, senza andare oltre però. Ed è proprio qui che casca l’asino: nessuno si muove, Paulo e il suo staff non diminuiscono le pretese, ma non raccolgono neanche interesse nelle più importanti cancellerie del calcio. Nello stesso tempo, i nerazzurri non muovono neanche un pedone sulla scacchiera anche perché contano su un re appena arrivato dal Belgio. È uno stallo alla messicana, un gioco di equilibri che prosegue anche dopo l’inizio ufficiale della stagione interista e l’attesa conferenza di vigilia. Se l’Inter è ancora la favorita nella corsa alla Joya, non fosse altro perché le altre rivali non hanno mai presentato offerte formali, la strada per arrivare a Paulo è diventato un percorso a ostacoli, imprevedibile.
LA STRATEGIA Le parole dell’a.d. non chiudono la porta
Una cortina fumogena è stata creata all’inizio della prima conferenza di stagione per prevenire domande scomode sul tema del momento. Beppe Marotta ha voluto proteggere il suo allenatore, che avrebbe parlato dopo di lui, mettendo le mani avanti: «Dybala fa parte della serie di giocatori svincolati e devo dire è la prima volta che vedo tanti svincolati ancora fermi. La dimostrazione di un calcio che si sta trasformando, in cui serve coraggio di agire a livello giovanile», ha detto l’a.d. decisamente stupito. Nessuno, nemmeno lui, si aspettava che il 6 luglio il vecchio 10 della Juve fosse ancora senza dimora. Il resto del discorso, però, è stato ancor più sottile: «Dybala rappresenta, rappresentava un’opportunità ma noi siamo a posto in attacco e abbiamo giocatori di grande valore che il tecnico dovrà gestire nel migliore dei modi, anche se a Dybala mi lega grande affetto». I tempi verbali sono stati usati come lame, Marotta ha farfugliato in maniera più o meno volontaria prima il presente («rappresenta») e poi l’imperfetto («rappresentava»): manca il futuro, rappresenterà, come se avesse voluto ridurre il tutto a una tentazione ormai passata. Ovviamente, il concetto è più sfumato, la questione è aperta e i canali diplomatici mai interrotti. Con una sola variabile, il tempo, che potrebbe cambiare le carte per tutti.
IL CONTATTO La telefonata ad Antun e il fattore tempo
Il tempo è, infatti, il tasto su cui si è battuto di più nell’ultima telefonata, lunedì in tarda sera dopo 10 giorni di silenzio pneumatico: da una parte della cornetta lo stesso Marotta, l’uomo che dentro all’Inter più spinge per portare Paulo a Milano, e dall’altra il discusso agente dell’argentino Jorge Antun e l’intermediario Fabrizio De Vecchi. I tre hanno convenuto che la tempistica di questo affare è completamente cambiata: se di fronte alla terza offerta interista alcune settimane fa, Antun avesse accettato il mini bonus alla firma e un contratto da 5 milioni più uno le
A Dybala mi lega grande affetto ma noi in attacco siamo a posto
gato alla disputa di metà delle presenze (con clausola rescissoria), oggi in ritiro con Simone ci sarebbe di certo anche la Joya. E, invece, è mancato il timing e sono state sottovalutate le conseguenze di un’altra operazione che pareva utopia. Da quando il ciclone Lukaku si è abbattuto sull’Inter, l’ordine di preferenze è cambiato. In sostanza, i nerazzurri hanno avuto due occasioni e lo spazio per coglierne una sola: hanno scelto senza troppi rimpianti di abbracciare Romelu, ben consapevoli che Paulo non sia performante come lui, e che non sia così richiesto dalla concorrenza. Da Roma e Napoli solo pallidi sondaggi, mentre il Milan, vero rivale, entrerebbe in gioco solo se l’Inter si tirasse definitivamente fuori dalla partita e si ricominciasse a trattare al ribasso.