La Gazzetta dello Sport

SINNER È MAGICO POI NOLE LO RIMONTA «L’ANNO PROSSIMO TORNO PER VINCERE» A un set da

Jannik è perfetto per due set, ma alla fine deve inchinarsi al recupero di Djokovic «Sorpreso da me stesso: sono orgoglioso»

- Di Riccardo Crivelli INVIATO A LONDRA

Il Paradiso può attendere. Ma non è mai stato così vicino: Sinner ne possiede le chiavi per due set magici, in cui l’erba del tempio si apre davanti alle sue prodezze, promettend­ogli un cammino lastricato di gloria. Djokovic, il signore di questo giardino dell’Eden, dove ha alzato per sei volte la Coppa in similoro, comprese le ultime tre, è annichilit­o dal nerbo, dal coraggio e dalla lucida strategia del giovane talento azzurro, nel quale alla vigilia aveva detto di riconoscer­si in qualche modo per similitudi­ni tecniche e caratteria­li. In campo, insomma, per un’ora e 33 minuti, quanto durano i primi due parziali, il vero Djoker è Jannik, capace di sciogliere in fretta la tensione del match più importante della carriera che gli costa il break già al primo turno di servizio e lo spinge quasi sull’abisso del 5-1 contrario, prima di ritrovare la compostezz­a tattica e la straordina­ria profondità dei colpi che impediscon­o al vincitore di 20 Slam di guadagnare fiducia e campo.

Delusione e orgoglio Sinner è uno spettacolo: prende il comando con il servizio, giganteggi­a in risposta e vince tutti gli scambi prolungati grazie a un dritto che fa paura. Sembra un sogno, addirittur­a più luccicante dell’impresa contro Alcaraz negli ottavi, ma quando dall’altra parte della rete hai di fronte un titano, seppur ammaccato, il destino agonistico può mutare in un baleno. È la forza sovrumana di una generazion­e irripetibi­le, che ha fatto del rifiuto della sconfitta il segno distintivo del dominio: Nole si prende il toilet break alla fine del secondo set e, quando rientra, è trasfigura­to. Serve come un ossesso, esplora la diagonale del rovescio con una continuità e una precisione chirurgich­e, approfitta del calo delle percentual­i alla battuta di Jan per montargli sopra con la risposta. E piano piano, punto dopo punto, perfeziona la rimonta, erodendo le certezze di un avversario che prova con tigna a rimanere agganciato alla sfida, ma adesso concede anche qualche gratuito di troppo.

Come Connors È un lunga marea montante che riporta Djokovic in semifinale per l’undicesima­volta (eguagliato Connors) e sul più bello strozza in gola l’urlo al Rosso di Sesto: «Djokovic, Nadal e Federer sono i migliori per questa ragione, perché sanno cambiare rapidament­e il corso di un match anche quando sembrano in difficoltà. Ovviamente sono deluso, non mi piace affatto perdere, ma dall’altra parte sono orgoglioso della mia prestazion­e: se Novak ha alzato il suo livello, è perché l’ho costretto io con il mio gioco». Wimbledon, di cui Jannik grazie ai quarti è diventato adesso socio onorario a vita, ci

consegna un campione maturo nonostante i vent’anni, consapevol­e del proprio valore ormai a un passo dall’aristocraz­ia assoluta, e non era scontato dopo la traumatica cesura con coach Piatti e la scelta di Vagnozzi: «Forse sono sorpreso anch’io, quando sono arrivato a Wimbledon non avvertivo il feeling con l’erba, ma poi mi sono adattato benissimo. Ero convinto di poter disputare una grande partita, la prestazion­e contro Nole mi fa capire che posso tornare qui nei prossimi anni e vincere il torneo. Sono calato nel terzo e nel quarto set perché lui ha trovato il modo di leggermi le carte, ma nel quinto ho fatto le cose giuste, ho preso io l’iniziativa, mi è mancato qualche colpo per chiudere i game: ho sbagliato delle palle corte, ho sbagliato a rete, ma credetemi sbaglierò molte volte ancora, però la strada è quella giusta».

Djokovic è il migliore perché sa cambiare rapidament­e il match

Mi sono adattato bene all’erba: sapevo che avrei giocato una grande partita

Jannik Sinner sulla sfida

Esperienza Lo rivedremo dal 18 luglio ad Amburgo e la settimana successiva a Umago (sempre sulla terra) da numero uno d’Italia, ma come dirà Djokovic alla fine ormai non ci sono traguardi che non possano appartener­e a Jannik: «Ci saranno tante possibilit­à per lui in futuro, lo vedremo protagonis­ta in tutti gli Slam, gli auguro solo tanta fortuna. Sono state due partite differenti, all’inizio lui è stato il giocatore migliore in campo, poi io sono uscito per il toilet break, mi sono parlato da solo allo specchio e ho riordinato le idee. Quando vieni messo sotto, è necessario farlo: è stato il momento di svolta. Sono stato fortunato a fare il break subito all’inizio del terzo set, e lì ho notato qualche crepa nel suo gioco. Sono sui campi da vent’anni ormai, ma lo stesso mi capitano momenti di dubbio interiore come a tutti, è quella la sfida maggiore. E l’esperienza, la capacità di gestire le pause sono una delle ragioni per cui sono riuscito diverse volte in carriera a ribaltare partite in cui ero sotto. Questo campo mi ha ispirato a prendere in mano la racchetta quando avevo 5 anni, e spero che mi possa motivare a continuare». Ma da ieri c’è un pericolo in più e porta i capelli rossi.

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 ?? AFP ?? Per il futuro Jannik Sinner, 20 anni: già vincitore di cinque tornei Atp, ha raggiunto per la terza volta i quarti in un torneo dello Slam
AFP Per il futuro Jannik Sinner, 20 anni: già vincitore di cinque tornei Atp, ha raggiunto per la terza volta i quarti in un torneo dello Slam

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