La Gazzetta dello Sport

Il pavé SECONDO NIBALI ARENBERG PICCOLA ROUBAIX «GIUSTO FARLA AL TOUR POGACAR PUÒ SORPRENDER­E»

- Di Ciro Scognamigl­io INVIATO A CALAIS (FRANCIA) L’INTERVISTA

abato saranno otto anni. Otto anni da quando Vincenzo Nibali capì «che il Tour de France potevo vincerlo davvero. Sì, è stato quel giorno». Un giorno – 9 luglio 2014 – che in cinque parole si può tentare di riassumere così: Arenberg, pavé, pioggia, fango e… mostruoso. Mostruoso nel senso più antico del termine, che si riesce a recuperare dal latino “monstrum”, prodigio. Perché lo Squalo, già in maglia gialla, fu straordina­rio sulle pietre della Roubaix che quel giorno segnarono il Tour in maniera indelebile: Froome caduto e ritirato ancor prima di arrivarci, Contador a 2’34”, Vincenzo 3° (vinse Boom) e sempre più leader. Tranne un giorno, lo sarebbe rimasto fino a Parigi. Adesso la Boucle, che ieri ha benedetto il capolavoro di Wout Van Aert a Calais (vittoria per distacco in giallo), ripresenta lo stesso scenario; anche se il sole significhe­rà polvere invece di pozzangher­e. Nibali ha cominciato lunedì sera la nuova avventura su twitch della SqualoTv (primo ospite, Elia Viviani) con un boom di contatti, e del Tour – dalla base di Livigno dove prepara la 2a parte di stagione – è spettatore illustre e attento.

3Nibali,

se le diciamo Arenberg la prima parola che le viene in mente qual è?

«Pioggia».

3Come?

S«Sì, perché diluviava già al risveglio. Io vidi l’acqua che cadeva dalla finestra dell’albergo ed era come se me la sentissi addosso ancor prima di uscire».

3 Qual era il suo stato d’animo? «Misto. Non avendo corso la Roubaix, non sapevo bene che cosa aspettarmi. Ma ero anche sereno perché vincere la seconda tappa, a Sheffield, dura, dopo un finale in cui tutti i migliori avevano attaccato ma io solo ero riuscito a fare la differenza, mi aveva dato quel qualcosa in più».

3Ha

affrontato il pavé da leader del Tour: che sensazione era?

«Bella, esaltante. E poi… utile. Nel senso che un po’ di rispetto in più nei miei confronti c’era quando si trattava di passare. Ricordo che in una situazione di corsa mi trovai vicino a Trentin e prima di superarlo urlai ‘Matteooooo­oo’… Nella riunione dell’Astana ci dicemmo che era fondamenta­le piazzare uomini nella fuga e noi ci riuscimmo con Westra. E in gara, dovevo avere vicino dei compagni

Oggi la tappa più dura sulle pietre. Qui, otto anni fa in giallo, lo Squalo stupì il mondo: «Ancora adesso riguardo le mie foto»

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come fu il caso, oltre a Westra, di Fuglsang. Un piano riuscito: se hai due compagni al tuo fianco, è un’altra storia. Poi, contavo sulla mia abilità di guidare la bici».

Chiuderà la carriera però senza avere mai corso la Roubaix: è un rimpianto?

3

«Quest’anno ci avevo pensato, ma non è stato possibile. Un piccolo rimpianto, sì. Ma non sempre si riesce a fare tutto».

3In diversi ritengono che non sia il caso di inserire il pavé in un grande giro. Lei che ne pensa?

«Quello della Roubaix è diverso dal Fiandre, che invece ho corso: è più sconnesso, irregolare, anche pericoloso. Ma io sono favorevole al fatto che ci sia. Altrimenti facciamo un grande giro solo per scalatori, o per cronoman. No, chi vince il Tour, il Giro, la Vuelta… deve essere completo».

3Quel giorno, la sua faccia al traguardo è diventata una immagine iconica. Quando passò la linea, a che cosa pensava? «Che ero ‘morto’. Se non ricordo male la media finale della tappa si avvicinava ai 47 all’ora… Lo dissi pure a Michele Pallini (il massofisio­terapista che l’ha seguito in tutta la carriera, ndr) e lui mi rispose: ‘Aspetta, che gli altri sono più morti di te…’. E ridemmo. La percezione di avere fatto qualcosa di importante fu immediata. Ne ho conservate diverse di quelle foto, mi capita di riguardarl­e».

3 In questo Tour ci sono i grandi uomini da classiche: Van Aert, Van der Poel, Sagan. Chi sarà il migliore sulle pietre?

«Van Aert, in maglia gialla, credo voglia e possa fare qualcosa di importante. A meno che non si debba sacrificar­e per Vingegaard o Roglic».

Van der Poel?

3

«Finora non l’ho visto molto e sarei portato a considerar­lo un po’ meno di Van Aert, ma forse si è un nascosto pensando proprio a questa tappa».

3Sagan?

«Non è un mistero che siamo amici e mi sembra in forma. Spero e credo che sarà protagonis­ta».

3Invece,

Chi vince i grandi giri deve essere un corridore completo Nibali sulla presenza del pavé

Sagan mi sembra in forma Van Aert si dovrà sacrificar­e? Nibali sui favoriti di oggi

pensando alla lotta tra gli uomini di classifica: Pogacar può essere svantaggia­to contro il blocco della Jumbo-Visma?

«Avere Trentin (out per Covid, ndr) gli avrebbe fatto comodo. Però, ho visto che a cronometro è andato meglio di Ganna: significa che è in condizione. E visto come è andato forte quest’anno al suo primo Fiandre, chissà che non possa sorprender­e tutti pure su quelle pietre».

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 ?? ?? Vincenzo Nibali, qui con Lello Ferrara, ha lanciato su Twitch la “Squalo Tv”: ospiti Elia Viviani e Domenico Pozzovivo
Vincenzo Nibali, qui con Lello Ferrara, ha lanciato su Twitch la “Squalo Tv”: ospiti Elia Viviani e Domenico Pozzovivo

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