La Gazzetta dello Sport

Binotto e Leclerc La cena “della pace” dopo le spine inglesi

Il team principal ha raggiunto Charles a Montecarlo per rinsaldare il rapporto

- Di Andrea Cremonesi

Una cena per cancellare definitiva­mente la tensione post gara, sfociata in quel dito puntato sotto gli occhi di Charles Leclerc, e rinsaldare un rapporto sfilacciat­o dopo il flop inglese. Per Mattia Binotto andare a cena con i propri piloti non rappresent­a una rarità, lunedì era stato a lungo con Carlos Sainz, a Maranello per una sessione al simulatore. Ma anche se al quartier generale del Cavallino ne minimizzan­o la portata, è chiaro che questo incontro ha avuto un sapore diverso dopo quello che era successo a Silverston­e. Tanto che il team principal ha sentito la necessità di mettersi in viaggio dopo una giornata di lavoro, raggiunger­e l’Hotel de Paris di Montecarlo, che i due hanno lasciato intorno alle 23, quando sarebbe stato più comodo attendere 24 o 48 ore e cenare insieme a Zeltweg, dove domenica (il via alle 15) inizia il “girone di ritorno” del Mondiale. Tra una portata e l’altra si sarà certamente discusso ancora di quelle ultime fasi della gara, della decisione di non richiamare Charles ai box. Una scelta nata dalla necessità di interrompe­re la serie di vittorie consecutiv­e (sei) della Red Bull: perdere anche il GP di Gran Bretagna non era una opzione accettabil­e per come si erano messe le cose, con due Ferrari davanti e il leader del Mondiale Verstappen, alla guida di un’auto ferita, arrancare a metà classifica.

Scelta Quindi anziché sfruttare l’occasione per raggranell­are più punti possibile con il pilota meglio piazzato in campionato, cercando di guadagnarn­e il più possibile nei confronti del campione del mondo, si è preferito mettere la vittoria in cassaforte, anche se a ottenerla è stato il pilota dei due meno veloce in pista. Lo scenario poi è risultato peggiore di quello che si poteva immaginare perché, contrariam­ente a quello che stimavano i tecnici Ferrari le gomme soffici hanno tenuto sino in fondo (dovevano degradare velocement­e) e il duello ingaggiato con Sainz ha fatto in modo che le gomme bianche di Leclerc, già consumate, perdessero ancora più prestazion­e, facendo precipitar­e il monegasco giù dal podio. E allora questa cena è servita pure a ribadire che gli equilibri all’interno del team non sono cambiati, come dimostra il fatto che domenica si è fatto di tutto per mettere in condizioni Leclerc di vincere il GP. Almeno sino alla Safety Car.

Isolato Di fronte al primo successo dopo quasi tre mesi Binotto non si attendeva un simile polverone, ha osservato con stupore e rabbia la reazione dei tifosi sui social e le speculazio­ni su una presunta spaccatura tra il lato dei box di Sainz e quello di Leclerc. La sensazione però è che il team principal sia un “uomo solo al comando”. Pur sotto attacco, nessuno a Maranello ha sentito l’esigeza di andare in soccorso alla scelta compiuta domenica, non il presidente John Elkann, non l’a.d. Benedetto Vigna che pure era in Inghilterr­a. Sarebbe stato importante in un momento così. Invece silenzio. E le voci sulla precarietà di Binotto, nel paddock, si sprecano. E allora l’unico modo per spegnerle è continuare come domenica. Ora che le rosse hanno ritrovato una affidabili­tà decente, che le modifiche non hanno fatto spuntare le ali alla Red Bull (veloce ma non imprendibi­le) diventa determinan­te bissare il successo nella terra dove vengono costruite le Red Bull, ripetendos­i nell’autodromo di proprietà del celebre marchio. Sarebbe il massimo.

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