La Gazzetta dello Sport

Djuric «GRAZIE VERONA SARÒ UN GUERRIERO E VOGLIO ALZARE L’ASTICELLA DEI GOL»

- Di Fabio Bianchi

on è mai troppo tardi. Né per salvarsi nè per rilanciars­i. Milan Djuric lo ha scoperto nella stessa stagione. La sua (ex) Salernitan­a ancora in A dopo un’andata disastrosa. E lui, una carriera sballottat­a tra mille squadre e con solo un paio di apparizion­i in A, che alla tenera età di 32 si ritrova a fare il salto di qualità. «Perché il Verona lo è, senza dubbio. Lo considero un grande passo in avanti. Son felice di questa scelta e ringrazio tutti, dal presidente al direttore. Quando hanno saputo che a Salerno non avrei continuato mi hanno chiamato subito e sono stati molto decisi. Sentire la fiducia è importante. Spero di eguagliare la scorsa stagione che è stata molto positiva, anzi migliorarm­i ancora. Questo è il posto giusto».

3Partiamo

da Salerno. Quando avete cominciato davvero a crederci?

«In verità, noi ci abbiamo sempre creduto. Fino a gennaio i risultati erano molto deludenti, avevamo delle lacune ma non abbiamo mai mollato, poi con Iervolino e il mercato sono arrivati giocatori preziosi. La scintilla è stata il pareggio con il Milan in febbraio che ci ha proiettato in una dimensione diversa».

3Lei

ha segnato il 2-1: il gol più importante della sua carriera?

«Sicurament­e è stato molto importante per me, società e squadra. Una spinta di energia per la seconda parte di stagione».

E ora il Verona. Prime impression­i?

3

«Molto positive, ho trovato una società organizzat­a e unita. Il primo approccio è importante, mi hanno accolto molto bene. Ho trovato dei ragazzi che hanno tanta voglia di lavorare e con umiltà. Qualità che hanno fatto la forza questo gruppo».

3Un

compagno che l’ha impression­ata in allenament­o?

«Son tutti ottimi giocatori, ma dico Veloso per la personalit­à e la qualità del gioco, è impression­ante vederlo in allenament­o».

3 E di Cioffi che ci dice?

«Il mister è molto preparato, è giovane ma si vede che ha studiato e ora sta cercando di mettere in campo le sue idee. Stiamo lavorando duramente, lui e il suo staff ci mettono tanta passione e la squadra li segue».

3L’anno

scorso il Verona è stata una delle rivelazion­i, ma ha mancato di un soffio l‘Europa. La società ha alzato l’asticella?

«Da quello che vedo e sento, l’obiettivo primario è sempre la salvezza, che si dà magari per scontata ma sappiamo quanto è difficile in A. Una volta raggiunta potremo aspirare ad altro».

E i suoi obiettivi?

3

«Inserirmi il più velocement­e possibile all’interno del gruppo e dei meccanismi di gioco. E magari dare un grande contributo a livello realizzati­vo».

3Con tutta probabilit­à dovrà sostituire Simeone. Mica facile. Bisognerà almeno aggiungere qualche gol in più del solito... «Le scelte le farà il mister. Comunque sì, io sono a disposizio­ne. Ogni giocatore ha le proprie qualità e caratteris­tiche. Sappiamo tutti cosa ha combinato il cholito l’anno scorso. Io cercherò di dare il massimo. L’obiettivo personale è fare un passo in avanti sotto tutti i punti di vista, soprattutt­o in qualità di gol e assist ma anche in contributo di gioco. Non sono un attaccante che vive solo di gol, c’è tanto altro nel calcio che considero importante quanto segnare».

Quale è il suo modello?

3

«Sin da bambino è sempre stato Ibrahimovi­c, un po’ per le origini simile alle mie. Tralascian­do il lato caratteria­le che può piacere o meno, è stato il mio idolo e la mia ispirazion­e».

Lei è un colosso, ma anche tecnico. Nel suo piccolo, potrebbe essere l’Ibra di provincia?

3

«Come battuta ci sta, non sono permaloso. Non posso paragonarm­i a lui. Diciamo che, nel mio piccolo appunto, mi piacerebbe diventare l’Ibra di Verona, come personalit­à e peso nel gioco».

3Il

suo fisico l’ha ostacolato o aiutato in carriera?

«All’inizio è stato penalizzan­te, perché quando sei giovane la tua muscolatur­a non è abbastanza sviluppata per reggere il peso, e fai anche più fatica a perfeziona­rti tecnicamen­te. Con gli anni sono migliorato e la mia stazza si è rivelata un vantaggio».

3Per questo ha fatto fatica a emergere?

«Probabilme­nte in Italia e in generale per un centravant­i conta tanto il numero di gol fatti. Forse ha inciso il fatto che fossi più un punta da...”legna” e lavoro. A Cesena forse non ho colto l’attimo scegliendo di andare all’estero. Difficile dirlo. Comunque ho sempre dato tutto. Ma sono cresciuto tecnicamen­te».

A Bristol ha giocato con un baby Abraham.

3

«Era già considerat­o una vera promessa. Fa gol e lavora tanto per la squadra. Lo metto nella top five degli attaccanti di A con Immobile, Lukaku che è tornato, Lautaro e Dzeko».

3 A proposito di ex compagni, un affare Ederson per la Dea?

Il centravant­i a 32 anni tenta il salto di qualità. «L’Hellas è un grande passo avanti. Sono più forte tecnicamen­te e posso migliorarm­i ancora. Darò il massimo»

«Sicurament­e sì. E’ arrivato dal Brasile, da un campionato diverso, ma si è inserito subito. Ha ottime qualità e la testa giusta per fare una bella carriera».

 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy