Djuric «GRAZIE VERONA SARÒ UN GUERRIERO E VOGLIO ALZARE L’ASTICELLA DEI GOL»
on è mai troppo tardi. Né per salvarsi nè per rilanciarsi. Milan Djuric lo ha scoperto nella stessa stagione. La sua (ex) Salernitana ancora in A dopo un’andata disastrosa. E lui, una carriera sballottata tra mille squadre e con solo un paio di apparizioni in A, che alla tenera età di 32 si ritrova a fare il salto di qualità. «Perché il Verona lo è, senza dubbio. Lo considero un grande passo in avanti. Son felice di questa scelta e ringrazio tutti, dal presidente al direttore. Quando hanno saputo che a Salerno non avrei continuato mi hanno chiamato subito e sono stati molto decisi. Sentire la fiducia è importante. Spero di eguagliare la scorsa stagione che è stata molto positiva, anzi migliorarmi ancora. Questo è il posto giusto».
3Partiamo
da Salerno. Quando avete cominciato davvero a crederci?
«In verità, noi ci abbiamo sempre creduto. Fino a gennaio i risultati erano molto deludenti, avevamo delle lacune ma non abbiamo mai mollato, poi con Iervolino e il mercato sono arrivati giocatori preziosi. La scintilla è stata il pareggio con il Milan in febbraio che ci ha proiettato in una dimensione diversa».
3Lei
ha segnato il 2-1: il gol più importante della sua carriera?
«Sicuramente è stato molto importante per me, società e squadra. Una spinta di energia per la seconda parte di stagione».
E ora il Verona. Prime impressioni?
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«Molto positive, ho trovato una società organizzata e unita. Il primo approccio è importante, mi hanno accolto molto bene. Ho trovato dei ragazzi che hanno tanta voglia di lavorare e con umiltà. Qualità che hanno fatto la forza questo gruppo».
3Un
compagno che l’ha impressionata in allenamento?
«Son tutti ottimi giocatori, ma dico Veloso per la personalità e la qualità del gioco, è impressionante vederlo in allenamento».
3 E di Cioffi che ci dice?
«Il mister è molto preparato, è giovane ma si vede che ha studiato e ora sta cercando di mettere in campo le sue idee. Stiamo lavorando duramente, lui e il suo staff ci mettono tanta passione e la squadra li segue».
3L’anno
scorso il Verona è stata una delle rivelazioni, ma ha mancato di un soffio l‘Europa. La società ha alzato l’asticella?
«Da quello che vedo e sento, l’obiettivo primario è sempre la salvezza, che si dà magari per scontata ma sappiamo quanto è difficile in A. Una volta raggiunta potremo aspirare ad altro».
E i suoi obiettivi?
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«Inserirmi il più velocemente possibile all’interno del gruppo e dei meccanismi di gioco. E magari dare un grande contributo a livello realizzativo».
3Con tutta probabilità dovrà sostituire Simeone. Mica facile. Bisognerà almeno aggiungere qualche gol in più del solito... «Le scelte le farà il mister. Comunque sì, io sono a disposizione. Ogni giocatore ha le proprie qualità e caratteristiche. Sappiamo tutti cosa ha combinato il cholito l’anno scorso. Io cercherò di dare il massimo. L’obiettivo personale è fare un passo in avanti sotto tutti i punti di vista, soprattutto in qualità di gol e assist ma anche in contributo di gioco. Non sono un attaccante che vive solo di gol, c’è tanto altro nel calcio che considero importante quanto segnare».
Quale è il suo modello?
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«Sin da bambino è sempre stato Ibrahimovic, un po’ per le origini simile alle mie. Tralasciando il lato caratteriale che può piacere o meno, è stato il mio idolo e la mia ispirazione».
Lei è un colosso, ma anche tecnico. Nel suo piccolo, potrebbe essere l’Ibra di provincia?
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«Come battuta ci sta, non sono permaloso. Non posso paragonarmi a lui. Diciamo che, nel mio piccolo appunto, mi piacerebbe diventare l’Ibra di Verona, come personalità e peso nel gioco».
3Il
suo fisico l’ha ostacolato o aiutato in carriera?
«All’inizio è stato penalizzante, perché quando sei giovane la tua muscolatura non è abbastanza sviluppata per reggere il peso, e fai anche più fatica a perfezionarti tecnicamente. Con gli anni sono migliorato e la mia stazza si è rivelata un vantaggio».
3Per questo ha fatto fatica a emergere?
«Probabilmente in Italia e in generale per un centravanti conta tanto il numero di gol fatti. Forse ha inciso il fatto che fossi più un punta da...”legna” e lavoro. A Cesena forse non ho colto l’attimo scegliendo di andare all’estero. Difficile dirlo. Comunque ho sempre dato tutto. Ma sono cresciuto tecnicamente».
A Bristol ha giocato con un baby Abraham.
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«Era già considerato una vera promessa. Fa gol e lavora tanto per la squadra. Lo metto nella top five degli attaccanti di A con Immobile, Lukaku che è tornato, Lautaro e Dzeko».
3 A proposito di ex compagni, un affare Ederson per la Dea?
Il centravanti a 32 anni tenta il salto di qualità. «L’Hellas è un grande passo avanti. Sono più forte tecnicamente e posso migliorarmi ancora. Darò il massimo»
«Sicuramente sì. E’ arrivato dal Brasile, da un campionato diverso, ma si è inserito subito. Ha ottime qualità e la testa giusta per fare una bella carriera».