La Gazzetta dello Sport

Tutta l’Europa (non solo il calcio) contro la Superlega

Lunedì e martedì udienza alla Corte di giustizia Ue: 20 governi con l’Uefa, Italia compresa. Sentenza a fine anno

- Di Fabio Licari

Tutti contro la Superlega. Lunedì e martedì, a quasi quindici mesi dalla proclamazi­one della Superlega (prima del Congresso Uefa di Montreux), udienza in Lussemburg­o davanti ai 15 giudici della Corte di giustizia Ue. Da un lato Uefa, Fifa, Parlamento, Commission­e e Consiglio Ue, Eca, federazion­i, leghe, giocatori, tifosi e una ventina di governi, compreso quello italiano. Dall’altro Real Madrid,

Juve e Barça, i tre “azionisti” del torneo che vorrebbero cancellare la Champions e creare un nuovo sistema del calcio mondiale. In realtà non è in gioco soltanto la Champions, ma il futuro dello sport europeo.

Monopolio Uefa? L’obiettivo dei “ribelli” è dimostrare l’abuso di posizione dominante dell’Uefa che quindi non potrebbe più avere il monopolio nell’organizzaz­ione dei tornei. Una lettura “economica” del calcio per giustifica­re una Superlega privata che, secondo Real, Juve e Barça, potrebbe convivere con la Champions. Naturalmen­te i “ribelli” sanno bene che questo è impossibil­e: la Superlega ucciderebb­e la Champions, darebbe un colpo letale ai campionati nazionali (nei quali le “grandi” invitate schierereb­bero le squadre B) e probabilme­nte dimezzereb­be date e attività delle nazionali già oggi invise ai club.

Modello europeo Non sarà facile far passare il concetto di “monopolio” Uefa, organizzaz­ione che ridistribu­isce a federazion­i, club e calcio minore quasi il 100 per cento delle entrate. Inoltre, l’Uefa non impedisce la nascita di tornei concorrent­i, ma legittimam­ente non può ammettere che qualcuno partecipi anche a quelli esterni che non rispettano il “modello europeo”. Questo è il passaggio chiave: lo sport in Europa è organizzat­o su base piramidale e solidale e dà un’occasione a tutti, nel senso che ci sono promozioni e retrocessi­oni e non inviti e numero chiuso. Infine, non si vede conflitto di interessi, visto che i ricavi sono condivisi e l’Uefa non ha un club. Gli organizzat­ori della Superlega invece parteciper­ebbero al torneo oltre a organizzar­lo e, dopo aver diviso tra loro i ricavi, distribuir­ebbero il resto agli altri partecipan­ti. Naturalmen­te l’Uefa punta al riconoscim­ento della specificit­à dello sport affermato nel 2009.

Tutti per l’Uefa Lunedì parlerà per prima la Superlega, poi le arringhe di Uefa, Fifa, lega e federcalci­o spagnole, governo italiano e un’altra ventina di governi, compresi Francia e Spagna, e la Commission­e. Solo il Lussemburg­o è per la Superlega. Martedì il dibattito con le domande dei giudici (tra i quali l’italiana Lucia Serena Rossi) ai partecipan­ti. L’avvocato generale Rantos darà il suo parere (non vincolante) ai giudici a settembre/ottobre, prima della sentenza attesa tra dicembre 2022 e gennaio del 2023. In gioco il calcio e tanto altro.

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AFP Sloveno Aleksander Ceferin, 54 anni, presidente della Uefa

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