La Gazzetta dello Sport

Aru l’ex compagno «Sono stato il primo in camera con lui: non mi stupisce»

- INVIATO A PLANCHER-LES-MINES

Algarve, sud del Portogallo. È lì che Tadej Pogacar ha cominciato a vincere tra i pro’, a febbraio 2019: una tappa e la classifica finale. «E in camera con lui c’ero io», ricorda Fabio Aru. Il 32enne sardo, ritiratosi dopo la Vuelta 2021, resta l’ultimo vincitore italiano a La Planche des Belles Filles (2017, in maglia tricolore) e la ricorrenza spicca perché quella di ieri è stata la 50a tappa consecutiv­a del Tour non vinta dall’Italia (ultima: Nibali a Val Thorens, 2019). Aru ha seguito il gran finale e applaudito l’ex compagno (2019 e 2020).

3Fabio, vedendo il Tour le sta venendo voglia di tornare? «No. Sono nel ciclismo come ambassador di marchi. Nei piani c’è il matrimonio con Valentina (hanno una figlia, Ginevra, ndr), e in bici continuo ad andare. Una decina di ore a settimana. Poi, corro a piedi, 12-15 chilometri. Lo sport fa parte di me».

Rispetto a quando correva quanti chili ha preso?

3

«Quattro, più o meno, rispetto al peso del Giro o del Tour. Non ho dovuto cambiare taglia».

3Quel

successo di cinque anni fa al Tour: che cosa significa? «Un ricordo che è bello avere».

3Pogacar la sta sorprenden­do? «No. Aveva cominciato a vincere già nelle categorie giovanili. Visto quanti metri ha dato giovedì a Matthews allo sprint?».

3Com’era

come compagno di camera?

«Molto tranquillo. È come lo vedete. Ricordo che lo venne a trovare la fidanzata, alla fine della corsa. Parlavamo in inglese. Sono stato in squadra con lui anche alla Vuelta 2019 e al Tour 2020, il primo che ha vinto. Ma avevo molti problemi, mi ero ritirato».

3Cosa la colpisce di più di lui? «Ha un talento enorme, è nato per la bici. La pressione non lo sfiora e neppure questo mi sorprende, perché va forte».

3Che

«Molto competitiv­o. Ama vincere ogni volta che può. La parola Cannibale è stata già usata per Eddy Merckx e non voglio ripeterla, però il senso è quello».

Ha cominciato a vincere presto, significa che non avrà una carriera lunghissim­a?

3

carattere ha?

«Perché? Tadej sa benissimo quello che vuole e secondo me ha davanti ancora tanti anni».

3Questo Tour lo ha già vinto? «No. Vingegaard è il suo rivale principale, è all’altezza. Ma credo che alla fine trionferà Tadej. Quanta classe che ha».

ci.sco.

Ha vinto a La Planche nel 2017

Una delle grandi gioie di Fabio Aru: in maglia tricolore, trionfa a La Planche des Belles Filles al Tour 2017. A destra, la sua passione oggi, da ex, a 32 anni: la mountain bike. Qui è alla Hero, la Marathon più dura al mondo

Story

Aru è nato il 3 luglio 1990 a San Gavino Monreale, a un’ora da Cagliari. Pro’ dall’agosto 2012 a fine 2021: 9 successi, tra cui la Vuelta 2015 e il Tricolore 2017. Con Pogacar alla Uae nelle stagioni 2019 e 2020. Al Giro, 3° nel 2014 e 2° nel 2015 (3 tappe), 1 giorno in rosa; al Tour, 5° nel 2017 (1 tappa, 2 giorni in giallo)

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