«Ho vinto anche io... Con la mia sferzata li ho spinti a reagire»
L’allora presidente di Lega disse una frase pesante sugli azzurri e scoppiò una bufera
Lotito smetta di fare la guerra a Gravina. Agnelli è giovane per certe questioni
«Li prenderei a calci in culo»: una frase che la perseguita da quarant’anni? «Una volta per tutte: mi riferivo alla mia squadra, il Bari. Non all’Italia. Una frase da padre di famiglia: e datevi una mossa, ragazzi! Ma gli altri dirigenti pensavano la stessa cosa, erano arrabbiati, solo non avevano il coraggio di parlare. Non aspettavano che la mia frase…». Antonio Matarrese era presidente di Lega al Mundial dell’82. Aveva l’abitudine di dire quello che pensava. Anche adesso che, coincidenza numerica, compie 82 anni e si diverte a parlare.
3La squadra non la prese bene. «Non avevo paura, gli altri erano ben nascosti. Con i giocatori ho ricucito ottimi rapporti. un po’ di vittoria è mia. Quelle parole li hanno spinti a reagire. “Ti faccio vedere”, hanno pensato. Vinsero. Poi festeggiarono da soli».
3In che senso?
«La notte del Mondiale non c’erano dirigenti. Non c’era sintonia. Ha presente l’Italia dopo il ko con l’Irlanda a Usa 94?».
3Bella partenza…
«Ma uniti. Ero negli spogliatoi, la testa tra le mani. Sacchi sotto choc. Massaro venne: “Presidente, non si preoccupi. Andiamo in finale”. Decisi di credere e dissi: “Impossibilissimo che non arriviamo in finale”. Ho sbagliato?».
3Hanno assolto Platini.
«I giudici mi hanno chiamato a testimoniare. Conosco Michel, ha un po’ l’arroganza francese, ma gli ho detto: “Non ho motivo di dubitare della tua serietà”. Lo ricordo dai tempi dell’Heysel».
3Lei
c’era?
«Passai la notte negli ospedali a consolare i genitori di chi aveva perso i figli o non li trovava. L’indomani, in una palestra, c’erano i corpi ammassati. Anche un bambino col passaporto in mano: scoppiai a piangere. Troppo facile ricordare che sono lo spadaccino dei calci in culo…».
3Nel
Mi sembra troppo solo, lo invito a trovare la sintonia con le leghe . Deve interrogarsi sul ruolo
’90, però, niente finale. «Vicini era un uomo di spessore morale altissimo. Doveva essere più severo. Ma io ero presidente
da poco: scelsi Sacchi perché avevo capito cosa servisse».
3Nel
’96 il fallimento all’Euro... «Il presidente Uefa Johansson mi disse: “Perché non esoneri Sacchi?”. No. L’ho scelto e non lo butto a mare, risposi. Mi assunsi la responsabilità e chiusi il mandato. La federazione fu commissariata. Ma che scene…».
3Cioè?
«Nizzola l’avevo creato io, fu il primo a voltarmi le spalle. Si presentò con Giulivi e Abete per dirmi che era tempo di cambiare. “Voi dite questo a me?!”, risposi. Davo fastidio. Capii che non era Nizzola a parlare, ma chi stava dietro. Si presentarono Galliani, Giraudo e Cellino: “Sai, Antonio…”. E io: “Scherzate?!”».
3 Due Mondiali saltati: che si fa? «Gravina ha superato il momento difficile. Se si sente all’altezza avrà le sue buone ragioni. L’Europeo lo ha aiutato. Ma ci siamo illusi di essere forti, invece siamo anche stati fortunati».
3Si rivede in un dirigente oggi? «In nessuno. Io mi sentivo forte. Il successo alle elezioni federali contro Franchi mi aveva esaltato. Serviva un sistema democratico… ma non troppo. Ho ancora un po’ di rancore verso Carraro».
3Perché?
«Quando diventai presidente di Lega, disse a Sordillo che presto per lui sarebbe finita. Ma non mosse un dito per aiutarmi. Non mi voleva presidente. Io volevo rispetto. Non potevo accettare che il presidente del Coni facesse il presidente del calcio…».
3Si riferisce a oggi?
«Gli ultimi presidenti federali sembrano aver paura di Malagò. In tv mentre diceva chi sarebbe stato il miglior c.t.: s’immagina se l’avesse fatto ai miei tempi?».
Qual è il problema oggi?
3
«Hanno creato tanti feudi, la Lega è divisa. C’è Lotito alleato con De Laurentiis. Quante volte l’ho rimproverato di smetterla con la guerra con Gravina. Anche a Gravina ho suggerito di finirla».
3E
«Non abbiamo buoni rapporti. So che gli do fastidio. In assemblea urlava: “Basta con Matarrese, Blatter e Platini!”».
De Laurentiis? 3Agnelli?
«Troppo giovane per affrontare questioni grandi come la Superlega. Il primo tentativo risale al ‘92. Sono assolutamente contro, allora come oggi. Spero che la Corte Ue dia ragione all’Uefa. Se vincono i grandi ricchi è il caos».
3Il calcio italiano tra 5 anni? «Sono preoccupato: Gravina mi sembra troppo solo. Lo invito a trovare sintonia con gli altri, con le Leghe. La Figc si deve interrogare sul suo ruolo».
3Nel senso che lei tornerebbe?
«Mi sento coinvolto: posso essere utile, non posso essere il futuro, sennò siamo messi male. Pogba e Lukaku servono per crescere, ma bisogna rischiare con i giovani».