La Gazzetta dello Sport

Wimbledon: Nole favorito Ma Kyrgios fa brutti scherzi

- VOLÉE DI ROVESCIO di Paolo Bertolucci

In una finale di Slam è avvantaggi­ato il giocatore che a causa del ritiro dell’avversario può usufruire di tre giorni di riposo o quello che gioca la semifinale e si mantiene in ritmo? La domanda che da sempre circola in questi casi all’interno dello spogliatoi­o non ha mai trovato una risposta univoca. Anche in occasione dell’odierna finale a Wimbledon tra Nole Djokovic e Nick Kyrgios i pareri sono discordant­i. La mia personale opinione è che la comoda sgambata di venerdì abbia fatto bene a Nole. Accumulare tanta tensione e portarsela in campo potrebbe irrigidire il braccio e le gambe nella fase iniziale della partita pregiudica­ndone l’esito finale. Anche se i due datati precedenti sono stati favorevoli a Kyrgios,

il campione serbo parte con i favori del pronostico. L’esperienza nel gestire la pressione, l’abilità nel variare il copione e la completezz­a tecnica non possono non far pendere la bilancia dalla sua parte. Se c’è però un giocatore all’interno del circuito dotato di qualità erbivore e di totale imprevedib­ilità questo è l’australian­o.

La qualità del servizio, le potenti accelerazi­oni di dritto e il caos organizzat­o del suo canovaccio tattico lo

rendono spesso indecifrab­ile. Spetterà a Nole sciogliere la matassa con la solidità del suo tennis, con l’elasticità dei recuperi, l’efficacia della risposta e la classe innata nel risolvere le situazioni più complesse. Si affrontano due giocatori dalla cifra tecnica totalmente divergente,

un difensore straordina­rio che nel breve volgere di un paio di scambi riesce a trasformar­si in formidabil­e contrattac­cante e il battitore forse più letale del circuito che sfonda con l’unodue servizio-dritto e frequenta con abbondanza e risultati eccellenti pure l’antico territorio della rete. Conteranno

le percentual­i di servizio sia per l’uno sia per l’altro degli sfidanti ed è prevedibil­e che la partita non offrirà troppi voli pindarici, ma soluzioni rapide su un fronte e sull’altro. Certamente, già detto dell’enorme gap di esperienza per partite di questo livello, la finale di oggi rappresent­a

per Djokovic la definitiva redenzione da tutte le polemiche che lo hanno accompagna­to nei primi sei mesi dell’anno e la possibilit­à di ridurre nuovamente le distanze da Nadal negli Slam (22 a 20 il conto per lo spagnolo) fornirà ulteriore benzina alle sue motivazion­i,

soprattutt­o se come sembra non gli verrà permesso di giocare né a New York né poi a Melbourne, Allo stesso tempo, il mondo del tennis, qualunque sarà l’esito della finale, deve salutare con soddisfazi­one il recupero ad altissimi livelli di un giocatore di grande talento come Kyrgios, destinato fin da ragazzino a raccoglier­e l’eredità delle grandi leggende tennistich­e del suo paese ma poi deragliato a causa di una personalit­à spesso oltre i limiti. A 27 anni, quello che veniva chiamato il Kid di Canberra non ha ancora perso il treno per regalare a se stesso e agli appassiona­ti momenti di grande spettacolo conditi da vittorie importanti.

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 ?? ?? Da sinistra, Nick Kyrgios (Aus) 27 anni, n. 40 Atp e Novak Djokovic (Ser) 35, n. 3. Si giocano Wimbledon
Da sinistra, Nick Kyrgios (Aus) 27 anni, n. 40 Atp e Novak Djokovic (Ser) 35, n. 3. Si giocano Wimbledon
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Finalisti

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