Wimbledon: Nole favorito Ma Kyrgios fa brutti scherzi
In una finale di Slam è avvantaggiato il giocatore che a causa del ritiro dell’avversario può usufruire di tre giorni di riposo o quello che gioca la semifinale e si mantiene in ritmo? La domanda che da sempre circola in questi casi all’interno dello spogliatoio non ha mai trovato una risposta univoca. Anche in occasione dell’odierna finale a Wimbledon tra Nole Djokovic e Nick Kyrgios i pareri sono discordanti. La mia personale opinione è che la comoda sgambata di venerdì abbia fatto bene a Nole. Accumulare tanta tensione e portarsela in campo potrebbe irrigidire il braccio e le gambe nella fase iniziale della partita pregiudicandone l’esito finale. Anche se i due datati precedenti sono stati favorevoli a Kyrgios,
il campione serbo parte con i favori del pronostico. L’esperienza nel gestire la pressione, l’abilità nel variare il copione e la completezza tecnica non possono non far pendere la bilancia dalla sua parte. Se c’è però un giocatore all’interno del circuito dotato di qualità erbivore e di totale imprevedibilità questo è l’australiano.
La qualità del servizio, le potenti accelerazioni di dritto e il caos organizzato del suo canovaccio tattico lo
rendono spesso indecifrabile. Spetterà a Nole sciogliere la matassa con la solidità del suo tennis, con l’elasticità dei recuperi, l’efficacia della risposta e la classe innata nel risolvere le situazioni più complesse. Si affrontano due giocatori dalla cifra tecnica totalmente divergente,
un difensore straordinario che nel breve volgere di un paio di scambi riesce a trasformarsi in formidabile contrattaccante e il battitore forse più letale del circuito che sfonda con l’unodue servizio-dritto e frequenta con abbondanza e risultati eccellenti pure l’antico territorio della rete. Conteranno
le percentuali di servizio sia per l’uno sia per l’altro degli sfidanti ed è prevedibile che la partita non offrirà troppi voli pindarici, ma soluzioni rapide su un fronte e sull’altro. Certamente, già detto dell’enorme gap di esperienza per partite di questo livello, la finale di oggi rappresenta
per Djokovic la definitiva redenzione da tutte le polemiche che lo hanno accompagnato nei primi sei mesi dell’anno e la possibilità di ridurre nuovamente le distanze da Nadal negli Slam (22 a 20 il conto per lo spagnolo) fornirà ulteriore benzina alle sue motivazioni,
soprattutto se come sembra non gli verrà permesso di giocare né a New York né poi a Melbourne, Allo stesso tempo, il mondo del tennis, qualunque sarà l’esito della finale, deve salutare con soddisfazione il recupero ad altissimi livelli di un giocatore di grande talento come Kyrgios, destinato fin da ragazzino a raccogliere l’eredità delle grandi leggende tennistiche del suo paese ma poi deragliato a causa di una personalità spesso oltre i limiti. A 27 anni, quello che veniva chiamato il Kid di Canberra non ha ancora perso il treno per regalare a se stesso e agli appassionati momenti di grande spettacolo conditi da vittorie importanti.