La Gazzetta dello Sport

Nicolò al top e mai discusso: ora vuole di più

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Nicolò Barella CAGLIARI 7 FEBBRAIO 1997 CENTROCAMP­ISTA

L’energia che regala la Sardegna, lo sprint che gli chiede l’Inter, la voglia di azzurro che lo seduce come nessuna mai. Barella è pronto a ricomincia­re, mercoledì sarà in ritiro con Simone Inzaghi. Buoni tutti, Nicolò ha riposato. Mica poco, mica banale, per uno che mai si è fermato, per uno che gira con il cartello del divieto di sosta tatuato sulla pelle. Barella inizia la stagione con tre rimpianti, tre motivi in più. Il primo: lo scudetto perso, tanto che gli è costato pure sussurrare all’orecchio dell’amico Lautaro “tranquillo, ci rifacciamo l’anno prossimo”. Il secondo: la Champions smarrita, quel cartellino rosso che gli ha tolto la gioia di giocare una sfida a eliminazio­ne diretta del torneo più importante. Rimpianto numero tre: il Mondiale smarrito. Perché va bene riposare, ma abituarsi a star senza partita è quasi pericoloso. Tra novembre e dicembre gli toccherà fare una preparazio­ne bis con l’Inter. Va bene per le gambe, meno per la testa. È la stagione del “prendo tutto”, per Nicolò. Quella dell’ultimo salto in alto, dove cerca una consacrazi­one internazio­nale anche con l’Inter. Con l’Italia ci è già riuscito, grazie all’Europeo di un anno fa. Il Qatar gli mancherà, la Champions League è il suo obiettivo, al termine di un’estate che non ha mai messo in discussion­e il suo futuro. Il suo nome non è mai stato accostato sul mercato a un top club, per l’Inter è l’ultimo giocatore a cui rinunciare nonostante le esigenze di liquidità. E Mancini sarà d’accordo: che sia azzurro o nerazzurro, Nicolò non si discute.

Davide Stoppini

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