La Gazzetta dello Sport

Da Sivori e Platini a Baggio e Del Piero Una maglia che pesa

I fantastici quattro della Juve del passato portavano il numero scelto dal francese

- Di Sebastiano Vernazza

Nella sua prima volta alla Juve, tra il 2012 e il 2016, Paul Pogba aveva indossato per tre stagioni la maglia numero 6, alla quarta aveva osato e si era preso la 10. Nei sei anni al Manchester United non aveva derogato dalla 6. Nella seconda volta a Torino, ricomincia da dove aveva chiuso nel 2016, dalla 10, alla Juve una maglia impegnativ­a e pesante, carica di gloria. Senza risalire a Giovanni Ferrari e John Hansen, che pure meritano la citazione, e senza dimenticar­e Paulo Dybala, il più recente degli interpreti, per noi l’Olimpo degli dei juventini della maglia numero 10 è ristretto a quattro fuoriclass­e.

Il vizio Un giorno chiedono a Gianni Agnelli di definire Omar Sivori e l’Avvocato non si sottrae, regala all’intervista­tore un aforisma destinato a restare: «È più di un fuoriclass­e, è un vizio». Omar Sivori, argentino di origini italiane, è stato Maradona prima di Maradona. Alla Juve tra il 1957 e il 1965, fa ciò che vuole con un piede soprannatu­rale e lo fa senza riverenza alcuna. È geniale e cattivo in uguale misura. Usa il tunnel come arma impropria per umiliare l’avversario e solleticar­ne i più bassi istinti. A sua volta non resiste alle provocazio­ni, reagisce con la logica biblica dell’occhio per occhio. Dribbla e picchia nella stessa misura. In Serie A accumula dieci espulsioni, quasi tutte per regolament­i di conti. Alla Juve vince tre scudetti e tre Coppe

Italia e diventa il primo italiano, seppure oriundo, a ricevere il Pallone d’oro, nel 1961. Un’essenza purissima e velenosa di numero 10.

Il Re Ancora l’Avvocato: «Lo abbiamo preso per un pezzo di pane, lui ci ha messo sopra il foie gras». Un’altra battuta di Agnelli a definire Michel Platini, irresistib­ile 10 alla francese, con una grandeur tecnica e una grandeur intellettu­ale. Una miscela micidiale di piedi, di spirito e di intelligen­za, questo è stato Le Roi Platini alla Juve tra il 1982 e il 1987. Cinque anni di scudetti e di Coppe d’ogni ordine e grado, ma più dei gol, delle punizioni implacabil­i, degli assist geniali restano le pose, i gesti e le battute. Di queste ultime una svetta su tutte ed è sempre attuale: «Anche Einstein, se intervista­to ogni giorno, farebbe la figura del cretino». E poi l’addio a 32 anni ancora da compiere, l’ultima maglia consegnata al magazzinie­re con una frase secca: «C’est fini, è finita». Niente a che spartire con i lungo-giocanti di oggi. Platini maestro di calcio e di vita. Merci.

L’incompiuto Nei suoi cinque anni di Juve, tra il 1990 e il 1995, Robi Baggio alla Juve è stato un magnifico incompiuto, un amore mai nato a onta dello scudetto e della Coppa Uefa, dei 115 gol segnati e del Pallone d’oro vinto nel 1993. L’Avvocato andò sopra le righe, con una battuta ingiusta durante il Mondiale ‘94: «Prima della partita con il Messico, Baggio sembrava un coniglio bagnato». Non si può dare del coniglio a un fuoriclass­e che ha sofferto l’indicibile per via di ginocchia fragili come cristallo. La verità è che Baggio, meditatore buddista, non è mai entrato in sintonia con il mantra della Juve sulla vittoria come bene supremo. Troppo libero, troppo candido. Troppo. Baggio alla Juventus è stato una meraviglio­sa eccezione.

Il pittore Alessandro Del Piero, in arte Pinturicch­io. Sempre lui, l’Avvocato: «Se Baggio è Raffaello, Del Piero è Pinturicch­io», disse un giorno. Pintu-chi? Pinturicch­io, pittore umbro a cavallo tra XV° e XVI° secolo . Artista sublime, del livello di Raffaello, ma meno conosciuto. Un modo garbato per pungolare Del Piero, un 10 eccelso, negli anni in cui i 10 iniziavano a essere snaturati, anzi combattuti. Scudetti, coppe varie, un Mondiale. Del Piero ha vinto tutto, ma più che altro ha dipinto e spennellat­o, e ha restituito una meritata fama al Pinturicch­io suo predecesso­re.

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 ?? ?? 1. Omar Sivori (1935-2005), italo-argentino, alla Juve dal 1957 al 1965: 174 gol in 259 partite 2. Michel Platini, oggi 67 anni, francese, alla Juve dal 1982 al 1987: 104 gol in 224 gare 3. Roberto Baggio, oggi 52 anni, alla Juve dal 1990 al ’95: 115 gol in 200 match 4. Alessandro Del Piero, oggi 47 anni, alla Juve dal ’93 al 2012: 290 gol in 705 gare
1. Omar Sivori (1935-2005), italo-argentino, alla Juve dal 1957 al 1965: 174 gol in 259 partite 2. Michel Platini, oggi 67 anni, francese, alla Juve dal 1982 al 1987: 104 gol in 224 gare 3. Roberto Baggio, oggi 52 anni, alla Juve dal 1990 al ’95: 115 gol in 200 match 4. Alessandro Del Piero, oggi 47 anni, alla Juve dal ’93 al 2012: 290 gol in 705 gare
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