«FATTO IL RODAGGIO ORA SONO PRONTO E COL VERONA PUNTO ALLA DOPPIA CIFRA»
L’attaccante è carico «Il mio idolo è Vieri: cattivo e devastante Studio per diventare quel tipo di numero 9»
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e volete scoprire quanta voglia ha Roberto Piccoli di mettersi in mostra, andate a rivedere sul sito del Verona il suo poker di gol nella prima uscita con la nuova maglia. Due pallonetti, una sassata dal limite all’incrocio, un tocco sotto porta da centravanti. Nelle giovanili dell’Atalanta, era una macchina da gol: ha persino vinto la classifica cannonieri della Youth League. A 21 anni Verona può essere il momento della verità. E ce lo fa capire con risposte decise e secche, come il suo tiro.
3Piccoli, è arrivato il momento di sbocciare?
«Sì, è il momento. O meglio, speriamo proprio di sì. Io posso soltanto lavorare duramente quest’anno per farmi trovare
pronto e bello carico per il campionato».
3Quando le hanno prospettato Verona, la sua prima reazione è stata...?
«Sì, secco. Ho detto subito sì. Era già dall’anno scorso che volevo venire qui, ma ci sono state delle complicazioni. Ma appena sì è ripresentata l’occasione ho detto al mio procuratore di portare avanti subito la trattativa per partire già dal ritiro in modo di conoscere i compagni, il gruppo e inserirmi il prima possibile. Volevo l’Hellas perché è una bella società, pulita, che cerca sempre di migliorare e fa crescere tutti i giocatori che arrivano qui. E mi piace per i suoi tifosi, davvero appassionati. È una piazza importante»
Fin dalle giovanili c’erano molte aspettative su di lei. In A, a Spezia benino, così così con l’Atalanta, maluccio al Genoa. Ci racconta in breve queste stagioni e le ragioni?
3 «Diciamo che ho fatto il rodaggio. Ogni esperienza, positiva o negativa, mi è servita sotto tanti aspetti. Alla prima A con lo Spezia ho segnato 5 gol, ero abbastanza contento, al rientro a Bergamo sono partito forte nei primi mesi, ho fatto gol a Torino, poi sono andato a Genova per cercare spazio, ho avuto un infortunio piccolo ma noioso che mi ha allontanato un po’ dal campo, per tacere della concorrenza. Sono giovane, è normale che abbia incontrato qualche difficoltà. Ma ora mi sento pronto».
Ci dica una soddisfazione e un rimpianto in questi assaggi tra i grandi...
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«Il rimpianto è il secondo gol che mi hanno annullato a Milano che poteva essere il secondo gol a San Siro di seguito all’Inter. La soddisfazione, come ho detto, è la stagione con lo Spezia: sette gol tra campionato e Coppa Italia al primo anno di Serie A secondo me sono tanti».
Zapata come modello. Ok, ce l’aveva davanti tutti i giorni. Ma perché Mandzukic?
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«Per quella cattiveria e fame agonistica che aveva, qualunque partita giocasse. È quella che voglio avere io. Ma in realtà l’idolo principale per me è Vieri: cattivo, completo, che faceva gol in tutti i modi, che dava sempre riferimenti ai compagni e che si faceva rispettare sempre. Voglio essere quel tipo centravanti».
Parlava di concorrenza, anche qui ne avrà parecchia: Djuric, Lasagna, quasi certamente Henry. Come la mettiamo?
3 «Io guardo me stesso, mi alleno sempre al massimo e mi faccio trovare pronto. Sta a me meritare di giocare e al tecnico decidere. Il vantaggio è che posso anche giocare a fianco di un centravanti o anche dietro le punte. Non ho alcun tipo di problema. Ho imparato con Italiano a giocare spalle alle porta e partire da lontano. Anche con Gasperini e Blessin. Le esperienze di cui parlavo prima, che mi sono servite e che mi hanno formato. Ma sono soltanto all’inizio».
3Obiettivi?
«Voglio cercare di arrivare in doppia cifra. Se allo Spezia ne avevo fatto cinque in campionato, qui punto a fare di più, anche grazie all’aiuto dei compagni, che sono molto forti».
La prima impressione del ritiro e dell’allenatore?
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«C’è un bel gruppo, unito, che ha tanta voglia di lavorare. E il mister Cioffi è tosto, mi tiene sotto a sudare e mi carica. Il tecnico giusto per me».
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