MOTIVERANNO TUTTI TOKYO È IRRIPETIBILE» «Mondiali a tes Ta alta»
Il d.t. La Torre a 2 giorni dal via: «I big hanno fatto di tutto per esserci, vanno ringraziati. Ora tocca ai giovani: serve una crescita che porti a Parigi 2024»
A
ntonio La Torre, dalla finestra della stanza del dormitorio universitario che lo ospiterà sino a fine Mondiali, scorge la tribuna di Hayward Field, sede delle gare iridate. Per il direttore tecnico azzurro, anche professore associato di Scienze Motorie alla Statale di Milano, è una sorta di sublimazione.
3Potrebbe chiedere qualcosa di più alla vita professionale?
«In effetti subisco un forte impatto emotivo: l’ambiente coniuga al meglio i miei due mondi. Appena arrivato sono entrato nello stadio vuoto: che fascino. Facile capire perché sia considerato un tempio dell’atletica».
3 Il dormitorio meglio di un albergo a tante stelle?
«Serve un po’ di spirito di adattamento, ma in mensa si sta bene e il contesto, tipico dei college nordamericani, è proprio suggestivo. Avrei voluto essere qui con una squadra un po’ più in salute. Ma non cerchiamo alibi».
3È al secondo Mondiale nel ruolo: quante le differenze con la vigilia di Doha 2019?
«Molte: soprattutto per quanto accaduto a Tokyo, avverto il peso delle responsabilità. L’esposizione ora è più ampia. Anche se sarà un passaggio difficile, non dovremo disperdere il patrimonio creato. Questa rassegna, da affrontare comunque a testa alta, è una sorta di forca caudina obbligatoria. La stagione post olimpica è sempre complicata per tutti. E non è una frase fatta».
3Jacobs e Tamberi, leader tecnici e carismatici, che garanzie danno dopo i problemi degli scorsi mesi?
«Vanno ringraziati a prescindere: hanno fatto di tutto per esserci, e il più competitivi possibili. Una loro buona prestazione darebbe la carica a tutto il gruppo». 3Prima
di Doha il movimento poggiava su Tortu e sullo stesso Gimbo, adesso la base si è oggettivamente allargata.
«E senza i diversi infortunati, avremmo un numero di punte persino maggiore. Ma chi avrebbe detto che saremmo arrivati qui con tutte le cinque staffette, con uno Stano pronto a ripetersi ai massimi livelli, con Dallavalle, Bocchi e Ihemeje, tre triplisti da 17 metri, con un mezzofondo che tra Abdelwahed, Bellò e Sabbatini potrà brillare, con una Fantini che nel martello è tra le migliori al mondo e con saltatrici come Vallortigara e Bruni pronte a recitare da outsider?». 3A
Doha, col bronzo di Eleonora Giorgi nella 50 km di marcia, ci furono sette finalisti, cioè piazzati tra i primi otto: l’Italia, nei sette precedenti Mondiali, ne ebbe di più solo a Berlino 2009, con nove: qual è ora l’obiettivo?
L’obiettivo è fare meglio di Doha 2019: avere più di 7 atleti tra i migliori 8, siglare primati personali e stagionali
«Far meglio di tre anni fa, registrando una crescita complessiva figlia anche di primati personali e stagionali. Dobbiamo credere nelle forze che abbiamo. E guardare già a Parigi 2024».
Antonio La Torre Sugli obiettivi
3Facile specchiarsi nei cinque ori di Tokyo: non è il caso di ricordare che l’ultimo titolo iridato risale a Parigi 2003, quan
do Beppe Gibilisco si impose nell’asta?
«Sarò pronto a rispondere a chi mi chiederà conto del perché non saremo andati bene come all’Olimpiade. Non dimentichiamo, peraltro, il contesto in cui saremo. La rassegna iridata si svolge negli Stati Uniti per la prima volta. Gli atleti di casa saranno scatenati, punteranno a firmare il miglior medagliere di sempre».
3 I confronti col nuoto tricolore sono giusti?
«Ho ottimi rapporti di collaborazione col loro settore tecnico, ne vado fiero. Hanno allenatori sistematici e metodici. Me lo ha confermato l’esperienza dei Giochi del Mediterraneo di Orano, dove ho frequentato il c.t. Butini. Non bisogna vergognarsi di “copiare”: fanno risultati dal 2000. Ma in atletica, senza tirar fuori certi luoghi comuni e la globalità delle due discipline, è tutto un po’ più complicato».
Scommetto su Dallavalle così come lo avrei fatto su Sibilio: Andrea ha talento e temperamento, sarà un leader
3Torniamo a Eugene: su chi è pronto a scommettere?
«Su Dallavalle, così come, se ci fosse stato, l’avrei fatta su Sibilio. Andrea ha talento e temperamento. È pronto a diventare un leader».
Antonio La Torre Sul triplista piacentino
3Rimpianti
per l’assenza dei maratoneti?
«Visto com’è strutturato il calendario, con gli Europei tra un mese, purtroppo no. Certo, mi sarebbe piaciuto vedere qui Faniel e Meucci, mentre per Aouani è giusto sia la rassegna continentale quella del debutto internazionale».
3Quali saranno i protagonisti stranieri?
«Duplantis ormai è fuori contesto. Sarebbe Bolt, se anziché saltare con l’asta corresse i 100. Vorrei studiare il suo sistema di evocazione, la sua preparazione mentale: è l’unico, tra un tentativo e l’altro, a restare fermo. Escluso lui, dico Ingebrigtsen, se realizzerà la doppietta 15005000, e la McLaughlin, che nei 400 ostacoli è addirittura in grado di abbattere il muro dei 51 secondi».
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