Buongiorno guida i ragazzi italiani «Cerco la laurea...» Toro tricolore
Il difensore cresciuto nel vivaio granata: «Ho imparato tanto, mi manca solo il primo gol»
Alla laurea in Economia manca solo la tesi, a quella in...calcio manca solo il gol. «Lo devo trovare in fretta. Ormai di partite in prima squadra ne ho giocate, percepisco una stima crescente da parte dell’intero ambiente. E’ davvero strano che non sia ancora riuscito a fare centro, anche se non è quello il mio mestiere principale è una cosa che mi manca. Ma so perfettamente che quando arriverà il primo gol, mi metterò subito a caccia del secondo e poi del terzo... sono fatto così». Alessandro Buongiorno si racconta nel ritiro austriaco di Bad Leonfelden rivelando obbiettivi e passioni. Il difensore, che a giugno ha compiuto i 23 anni, ha lasciato già nella passata stagione i panni della promessa, del prodotto del vivaio dalle buone potenzialità, per indossare quelli del semi-titolare: sono state 23 le gare a cui ha preso parte contro le 12 del campionato precedente. Il salto è evidente.
Il numero E forse per sottolinearlo ha deciso di cambiare il numero di maglia degli esordi, 99, per prendere il 4, tradizionalmente più familiare per un difensore. «Mi sono reso conto di questa crescita, la stima si percepisce dalle parole, dai confronti oltre che dalle presenze sul campo - continua Buongiorno -. So di avere un allenatore e un club che credono in me e la cosa non può che inorgoglirmi. Anche il rapporto con i tifosi sottintende questo apprezzamento. Nel contempo mi rendo conto che non posso certo considerarmi già completo, al di là dei gol che mi mancano so perfettamente di dover migliorare la gestione delle energie, devo riuscire ad arrivare in fondo alle partite senza cali atletici».
Ritmi alti E gli allenamenti di Juric sembrano fatti a pennello per aiutare questo granatiere del Piemonte. «Ah, sì, stiamo lavorando duro, anche di più dello scorso anno. Il fatto è che la stagione comincia prima quindi c’è la necessità di anticipare i ritmi della preparazione». Il test contro l’Eintracht, è scivolato via senza problemi particolari. Il Toro ha perso perché «avevamo di fronte una squadra che stava finendo il periodo di ritiro e si accinge ad affrontare il Real nella Supercoppa d’Europa. Quindi i tedeschi erano molto più avanti, noi siamo arrivati in Austria lunedì. La sconfitta è stata netta, però è meglio che questi collaudi avvengano contro avversari rodati e di spessore. L’Eintracht è stato un avversario molto tosto affrontato all’inizio del nostro lavoro».
Chioccia Buongiorno può essere considerato una sorta di guida per i molti giovani selezionati da Juric (sono quindici), e in special modo per gli italiani Ricci e Pellegri, che stanno facendo scuola di “granatismo”. Da un compagno emerso dal vivaio si possono imparare tante cose e anche da Izzo, il veterano che completa il gruppetto tricolore. A proposito di Pellegri, ieri ha dovuto lasciare l’allenamento causa una botta dietro alla coscia destra rimediata in partita (una ginocchiata) mentre Ricci ha svolto solo il lavoro in palestra. Tutto il gruppo granata è stato invitato ad assistere al campionato austriaco di sauna, in svolgimento nell’hotel del ritiro. «Così ci possiamo sentire più vicini agli italiani che stanno sudando nelle nostre città» la battuta di Buongiorno, ragazzo che ama leggere e informarsi.
petto. Le maglie di Lazio e Roma sono un manifesto al legame indissolubile con le rispettive storie.
Torino Il Torino conferma un ancoraggio fedele alla storia del club attraverso una prima maglia che è un tuffo in un granata intenso che avvolge il disegno del Toro stilizzato Anni ‘80. Le innovazioni tecnologiche, che ormai si susseguono di anno in anno, riescono poi a essere un ponte tra la tradizione e la modernità.
Samp, Dea e Hellas Si ritrovano tradizione, omaggio alla città e alla storia del club anche nelle maglie di Sampdoria, Atalanta e Verona per esempio. Pochi orpelli per quella doriana: fascia blucerchiata, all’interno la frase in dialetto genovese “Pe Zêna e pe Sàn Zòrzo” (Per Genova e per San Giorgio), motto della Serenissima Repubblica genovese, e lul retro la scritta “Genova 12 agosto 1946”, ossia la data e il luogo di fondazione della Sampdoria. La Dea si propone con righe ancora più classiche rispetto all’ultima stagione e mantiene la scritta “La maglia sudata sempre” all’interno. L’Hellas ha una grande croce - costituita dai mastini simboli del club - che domina la parte anteriore, un richiamo non solo alla storia della società (la prima maglia crociata fu usata nel 192728), ma soprattutto al gonfalone cittadino in uso dal XIII secolo.