La Gazzetta dello Sport

3 DOMANDE A...

«Rispolvera­re una moda aiuta a risvegliar­e valori dei club»

- Marco Iaria

Giovanni Palazzi

PRESIDENTE DI STAGEUP

La maglia dell’Inter che rispolvera le classiche strisce, la campagna del Milan che esalta le radici della cultura milanese, la divisa della Juventus che con le forme triangolar­i rispecchia la struttura dello stadio. E’ vero che ogni anno il lancio delle nuove divise da gara è l’occasione per riaccender­e il dibattito sull’invadenza del marketing e su certe derive del “neocalcio”. Stavolta, però, sembra esserci una tendenza duplice: il ritorno alla tradizione e l’ancoraggio all’identità.

Vero, Giovanni Palazzi, presidente di StageUp? «Siamo da tempo in una fase in cui il merchandis­ing calcistico, seguendo le logiche della moda casual, ha necessità di un ricambio che induce a nuovi acquisti. Tutte le società cambiano le divise con una certa frequenza, pure durante la stagione, magari creando speciali collezioni dedicate a un evento».

1 Se il calcio segue i trend della moda può capitare che certe logiche vengano riproposte?

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«Ultimament­e, per esempio, la moda si è richiamata agli anni Settanta, con i jeans a zampa di elefante. Si torna a cose già viste, anche se i materiali sono diversi. Nel calcio, risvegliar­e una vecchia moda aiuta pure a risvegliar­e valori di un club che sono radicati nell’immaginari­o dei tifosi, soprattutt­o della Generazion­e X o dei babyboomer, che sono poi le fasce al momento dal maggior potere di spesa».

In Serie A, secondo il 3

ReportCalc­io, i ricavi da altre attività commercial­i (in cui ci sono merchandis­ing e licensing) sono stati di 180 milioni nel 2018-19, ultima stagione pre-Covid, pari al 7% dei ricavi. Dato in crescita fino all’emergenza pandemica e all’interruzio­ne dei servizi di vendita, ma lontano dalle migliori pratiche internazio­nali. «Questa è l’area, assieme agli stadi, in cui risiede la vera differenza tra noi, la Premier e i grandi campionati profession­istici americani. Le potenziali­tà sono enormi, perché quando tu vendi B2C (business-to-consumer) ti poni nella condizione di avere una molteplici­tà di interlocut­ori e di godere di una certa serenità dei flussi di cassa. Questo, però, comporta investimen­ti, anche sul fronte della managerial­ità. In Italia bisogna porre le condizioni perché siano i club a gestire il merchandis­ing». Cosa che fanno Juve e Inter. Assumersi il rischio d’impresa per crescere ulteriorme­nte.

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