La Gazzetta dello Sport

FELIX Allyson 30 e

PER SEMPRE L’ULTIMO BRONZO È LA 30a MEDAGLIA «MAI TANTA GIOIA» Col podio nella 4x400 mista corona una carriera favolosa. Continuerà le lotte per i diritti delle donne nello sport

- Andrea Buongiovan­ni INVIATO A EUGENE (OREGON, STATI UNITI)

he last dance di Allyson Felix, l’ultimo ballo di una leggenda. Good-bye gambette di pollo, come la chiamavano quand’era ragazzina, esile e timida. E grazie per le infinite emozioni. La 36enne statuniten­se conclude una carriera che l’ha vista ai vertici per vent’anni. Non è casuale che accada proprio in occasione dei primi Mondiali ospitati dal suo Paese. Diversamen­te si sarebbe fatta da parte già dopo i Giochi di Tokyo e quel grande bronzo sui 400 dopo una gara tutta in rimonta. L’attende ancora una passerella, un’esibizione su strada in agosto nella sua Los Angeles. Poi anche il tour d’addio, che in giugno è transitato da Roma, con un 200 al Golden Gala, sarà terminato.

La festa Intanto, Eugene. Ad Allyson, sesta nei 400 dei Trials in giugno proprio ad Hayward Field, viene concesso l’onore di una frazione nella finale della 4x400 mista. La sequenza è imposta: uomo-donna-uomodonna. Lei è la seconda. Rispetto alla batteria, nell’unico cambio concesso, rimpiazza Wadeline Jonathas. Gli altri sono Elija Godwin,

Vernon Norwood e Ken Simon. È una sorta di formazione “C”. Ci si aspettava un trionfo, visto il potenziale e il miglior tempo nel turno mattutino. Invece finisce senza il botto, con un bronzo. Allyson, davanti a tifosi e famiglia, compresa la piccola Cammy (3 anni), riceve il testimone per prima, splendida corre davanti a tutte baciata dal sole per oltre 200 metri, ma con un giro lanciato da 50”10 lo consegna per terza. Norwood riporta i suoi davanti, la Simon nel finale cede di schianto ed è superata dalla domenicana Cofil e dalla scatenata olandese Bol (48”95!). È festa grande lo stesso. Lo stadio non è pieno, ma chi c’è ha occhi e urla solo per la california­na. La sua longevità, del resto, ben difficilme­nte potrà essere replicata. Come il curriculum. La prima medaglia globale, un argento sui 200, risale all’Olimpiade di Atene 2004, quando aveva 18 anni. Con l’ultima, tra 100, 200, 400 e staffette, diventano 30: 19 iridate (13 ori, 3 argenti e 3 bronzi) conquistat­e in 10 partecipaz­ioni consecutiv­e (la prima a Parigi nel 2003) e 11 olimpiche (7 ori, 3 argenti e 1 bronzo). Per pesare i numeri: ai Mondiali, chi dopo di lei è salito più volte sul podio (Usain Bolt e

Merlene Ottey), non è andato oltre quota 14. Fenomenale.

Battaglie sociali La sua eredità, peraltro, va ben oltre quanto realizzato in pista. Allyson è un simbolo per le donne atlete e per quelle di colore in particolar­e. Tante le battaglie combattute in loro difesa ispirando generazion­i. Figlia di un pastore specializz­ato nel Nuovo Testamento e di un’insegnante alle scuole elementari, benché talentuosi­ssima era un’adolescent­e riservata e di poche parole, fidanzatin­a di Justin Gatlin prima che lo sprinter cadesse nelle maglie del doping. È diventata una donna fiera e dalla voce ascoltata e rispettata. Nel 2019 rivelò che Nike, storicamen­te al suo fianco, dopo la maternità le avrebbe tagliato il contratto del 70%. Ne fece una questione di principio, scatenò l’inferno. Ora molti accordi analoghi prevedono clausole a protezione delle atlete che restano incinta. In sala parto rischiò la vita: è arrivata sino al Congresso per sensibiliz­zare circa la disparità nei tassi di mortalità tra donne bianche e nere in quelle circostanz­e. Allyson, abbandonat­a Nike, ha corso per Athleta, marchio legato anche alla ginnasta Simone Biles, e ha fondato Saysh, compagnia che produce scarpe. Ora se ne occuperà più da vicino, così come si dedicherà a cause per lei più importanti di tempi e piazzament­i.

Tributi «Ho avvertito tanto amore – si emoziona – e mai tanta gioia nel correre. Questa medaglia vale come quella di Tokyo: da un paio d’anni l’atletica non è più la mia assoluta priorità ed essere ancora qui, sebbene per l’ultima volta, mi rende felice». I tributi globali, compreso quello di Google, si sprecano. Sono tutti meritati. Tante avversarie, anche l’azzurra Ayo Folorunso, le hanno chiesto una foto-ricordo. Ieri Thomas Bach, presidente del Cio, ha voluto incontrarl­a. Grazie di tutto, Allyson. Ci mancherai.

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AFP
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Bronzo nella 4x400 mista il 15 luglio 2022 ai Mondiali di Eugene

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