La Gazzetta dello Sport

Bettiol azzurro «Sento la fiducia verso il Mondiale»

«Essere perfetti a volte non basta per vincere». Lo stacca Matthews

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In quell’istante è sembrato che potesse farcela. Meno 2300 metri al traguardo, 800 dal culmine della côte de la Croix Neuve: Alberto Bettiol aveva raggiunto e staccato Michael Matthews, mentre quest’ultimo si toccava la gamba destra. Invece è andata a finire che la maledizion­e a spezzarsi è stata quella dell’australian­o della BikeExchan­ge, il migliore amico in gruppo di Pogacar, 2° a Longwy e Losanna, e fino a ieri fermo a 2 successi dal 2020. Non quella azzurra, perché Bettiol – ripreso e superato – si è piazzato 2° a 15”: l’ultima tappa italiana resta quella di Nibali a Val Thorens 2019, il digiuno raggiunge quota 57. «Ho pensato tutto il giorno a mia moglie e a mia figlia, spero che siano fiere di me», esulta Matthews.

Giro All’altiporto di Mende i bus sono subito dopo il traguardo: Bettiol tira dritto, pedala 1-2’ in tondo per sbollire la delusione. «Sei in fuga per ore e il successo ti scappa in cinque secondi – riflette il 28enne toscano -. Il ciclismo è così. E dire che all’inizio della fuga non mi sentivo bene, poi ho trovato sensazioni migliori». Si può discutere se la Ef – presente nell’azione a 23 pure con Powless e Uran – dovesse chiudere prima quando si erano avvantaggi­ati Matthews, Grossschar­tner, Luis Leon Sanchez e Kron; si può pensare che Bettiol non avesse dovuto provare a staccare subito Matthews. «Ma la verità è che lui ha avuto uno scatto più di me in pianura. Michael è un campione». Stiamo rivedendo un bel Bettiol: non ancora quello super del Fiandre 2019, o della tappa di Stradella al Giro 2021, ma bello. «Quando hai una gran gambe e non vinci, girano le scatole. Però questo Tour e la stagione non sono finiti». Alberto è quello dei lampi di classe e di lunghe pause. «Ho passato anni duri. Per colpa mia e per problemi di salute (principalm­ente a causa di una colite ulcerosa, ndr). Capitano a tanti: Jungels, Matthews, Sagan. Il ciclismo è difficile, duro. Per vincere bisogna essere perfetti e può non bastare. Ora mi sento bene. Migliorerò e spero che il successo arrivi».

Prospettiv­a L’Italia c’è, dice Bettiol: «Si va ad annate, ci mancano i corridori per i grandi giri ma per le classiche ci siamo. E ci sono giovani che stanno crescendo come Bagioli, Dainese, Mozzato». Lo sfondo del Tour di Bettiol è pure azzurro: Alberto crede nella possibilit­à di recitare un ruolo importante nella prima Nazionale iridata del c.t. Daniele Bennati, il 25 settembre in Australia. «Mi ha dato fiducia, dopo che aveva visto il percorso. Ci sentiamo un giorno sì e uno no. Questa prestazion­e è un messaggio per lui, per la Federazion­e, il movimento italiano e i compagni. Andremo in Australia per giocarci il Mondiale. La strada è giusta. Avere un capitano che ripaga con i risultati dà forza. Spero di fare questo, magari non arrivando secondo». Intanto oggi si scende verso il sud della Francia e il gruppo è atteso dalla tappa più calda: temperatur­e di 40° e punte di 60 sull’asfalto.

ci. sco.

 ?? BETTINI ?? Pro dal 2014 Alberto Bettiol, 28 anni, nel 2019 ha vinto il Fiandre
BETTINI Pro dal 2014 Alberto Bettiol, 28 anni, nel 2019 ha vinto il Fiandre

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