La Gazzetta dello Sport

Berrettini torna con un’idea fissa «Us Open e Finals»

Niente Roland Garros per la mano operata e Wimbledon per Covid: «Credevo di essere su "Scherzi a parte"» Mercoledì rientra a Gstaad

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di Federica Cocchi

L’ennesima ripartenza di Matteo Berrettini è da un posto che evoca memorie lontane. Sembra una vita fa, eppure sono passati appena quattro anni da quando Matteo, sulla terra rossa di Gstaad, conquistav­a il primo titolo Atp. Quattro anni di crescita che gli hanno cambiato la vita e la carriera. Quattro anni in cui ha conosciuto la gioia del trionfo e le lacrime della delusione. In cui ha trascorso 116 settimane nella top 10, come in Italia nessuno mai, e tanti giorni fermo a curarsi le ferite: addome, coscia, mano. Pure il Covid, che lo ha messo fuori uso a Wimbledon spezzando i sogni suoi e dell’Italia che aspettava di rivederlo in finale, o forse più.

Sul rosso All’Atp 250 svizzero il Berretto (che esordirà direttamen­te al 2° turno contro il vincente del match tra Gasquet e Carballes) ci arriva finalmente sano, col sorriso di chi può tornare a fare quello che più gli piace. Dopo la grande delusione di Wimbledon, ennesimo stop di un 2022 sulle montagne russe, non c’è troppo tempo da perdere. La seconda parte della stagione può portargli grandi soddisfazi­oni: «Sto bene - racconta ho tanta voglia di giocare, voglio fare più partite possibili per entrare in forma. Ho anche tanta rabbia per le occasioni che non ho potuto cogliere. Vorrei togliermi soddisfazi­oni nei Masters 1000 in America e giocarmela a New York. Ovviamente poi l'obiettivo è giocare le Finals a Torino». Già, lo Us Open, l’ultimo dei quattro Slam del 2022. Matteo ha potuto giocare solo l’Australian Open, poi ha dovuto saltare il Roland Garros per i postumi dell’operazione alla mano e Wimbledon per il coronaviru­s.

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«Wimbledon è stato assurdo racconta col sorriso il romano, ricordando i giorni in isolamento -, anche perché il mio team cercava di non sembrare troppo triste, mi dicevano "vabbè, dai...". Io me ne stavo chiuso in camera, sperando di essere negativo in tempo per il martedì, quando avrei giocato...». E invece no, la detenzione si è prolungata, lasciando spazio e tempo ai pensieri: «A un certo punto abbiamo pensato di essere su “Scherzi a parte”, o che ci fosse

giorni a Londra

qualcuno o qualcosa che ci stesse maledicend­o. Alla fine, però, ho cercato di guardare il lato positivo. Nonostante la tristezza e la delusione, arrivavo da due settimane in cui non avrei potuto chiedere di meglio. Tornato dopo l’operazione alla mano sono riuscito a vincere due tornei. Quindi ho cercato di tornare da Londra con il ricordo positivo della vittoria al Queen’s e non con l’amaro in bocca per Wimbledon...».

Quattro anni dopo Nel 2018, proprio in Svizzera, Matteo conquistò il primo successo in un torneo Atp

Conforto La famiglia, come sempre, è stata il suo posto felice, come la musica: «Sono stato al concerto di Salmo e ho avuto anche l’occasione di andare al Beach Party di Jovanotti. Non mi basta giocare solo a tennis. Ultimament­e sto ascoltando molto l’ultimo disco di Gemitaiz, sono in quel mood lì al momento...Ci sentiamo e spero di poter andare a un suo concerto molto presto». I messaggi della nonna e del fratello gli sono stati di conforto. E con Jacopo, il fratello minore e collega, grazie al quale deve la spinta iniziale a prendere in mano la racchetta, giocherà il doppio a Gstaad: «Abbiamo anche trascorso una settimana insieme a Casinalbo dove aveva un torneo. È stato importante passare un po' di tempo insieme, perché non ci sono tante occasioni di farlo». Quattro anni fa a Gstaad, Matteo fece la doppietta singolare-doppio, perché non riprovarci...

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